ArsTannery Magazine

“Le concerie torneranno a lavorare nei paesi sviluppati”

Dal 1° gennaio 2024 Joan Carles Castell è il nuovo presidente di IULTCS – International Union of Leather Technologists and Chemists Societies, l’organismo sovranazionale che riunisce le associazioni chimico conciarie di tutto il mondo.
Per statuto gli obiettivi di IULTCS sono promuovere la cooperazione tra associazioni affiliate, organizzare congressi per spingere il progresso del settore, istituire commissioni per approfondire tematiche specifiche e stabilire metodi internazionali per effettuare test e analisi.
Nata ben 126 anni fa, nel corso del tempo l’Unione dei tecnici conciari ha organizzato 37 Congressi internazionali in 20 paesi diversi in tutti i continenti; il più recente si è svolto a Chengdu, in Cina, ad ottobre 2023. Il prossimo sarà in Europa, precisamente a Lione, Francia, a settembre 2025.
Il neopresidente Castell ha generosamente concesso ad ARS Tannery un’intervista a 360° affrontando tutti i temi caldi del settore.

Quali sono le linee guida della sua presidenza?
“La storia ci mostra il successo delle attività che la IULTCS ha svolto nei 126 anni dalla sua fondazione. La tecnologia del cuoio si è evoluta in tutti questi lunghi anni di pari passo con le esigenze dell’industria, reinventando continuamente un mestiere nato nella preistoria. La IULTCS ha svolto un ruolo di primo piano come piattaforma per lo scambio di conoscenze tra chimici e tecnici specializzati nella lavorazione della pelle. Le commissioni tecniche create dalla IULTCS hanno generato standard che facilitano il commercio internazionale.
Ispirandomi al passato ma guardando al futuro, tre dei miei obiettivi per i prossimi anni saranno:
– Una revisione dettagliata e un aggiornamento degli Statuti e dei Regolamenti interni per garantire che gli stessi si allineino ai nuovi scenari. Da considerare ci sono sia opportunità, come le forme di comunicazione e la digitalizzazione, che rischi, con le associazioni che vedono limitate le loro risorse con la delocalizzazione delle concerie in altre aree geografiche.
– Rafforzare il ruolo delle Commissioni IULTCS, sia per aumentarne l’efficacia, sia per sperimentare l’istituzione di una nuova commissione per la sostenibilità. Questa commissione affronterà le sfide emergenti e lavorerà per promuovere cambiamenti positivi all’interno del settore.
– E, naturalmente, il XXXVIII Congresso IULTCS che si terrà nel settembre 2025 a Lione, in Francia”.


Quali sono gli aspetti e i temi che le stanno più a cuore?
“Personalmente, quest’anno festeggerò 50 anni di attività professionale nel settore della pelle. Ricordo che negli anni ’80, quando ero un giovane tecnico commerciale che visitava le concerie, il mio capo in un’azienda di tintura di pelle dove lavoravo mi consigliò di guardare il colore del fiume per capire quali tinture dovevo vendere. Oggi questo è inimmaginabile. In seguito, abbiamo iniziato a fornire semplici schede di sicurezza e alcune sostanze chimiche hanno iniziato a essere limitate. Da allora è stato un duro lavoro continuare a spingere i cambiamenti, ma erano necessari. Oggi guardo alla nostra industria, alle concerie, alle forniture chimiche, ai macchinari e all’ingegneria come a un esempio di modernità, alta tecnologia e sostenibilità. Tutto questo si unisce per dare valore a un materiale nobile, resistente e insostituibile creato dalla natura. Io e molti altri colleghi in tutto il mondo abbiamo dedicato la nostra vita alla pelle, perché sappiamo come questo settore accetti le sfide poste dalle questioni ambientali, dalla creazione di nuovi articoli in pelle, dalle innovazioni nella moda e dal miglioramento delle prestazioni delle concerie. Le superiamo con costanti innovazioni nella tecnologia, nella sicurezza e nella sostenibilità.
IULTCS rappresenta per me molte cose che mi stanno a cuore e che mi motivano e impegnano. Nei prossimi due anni sarà mio compito e onore fare in modo che la IULTCS continui e aumenti il suo supporto tecnico e scientifico a questa industria esemplare”.


Il settore della pelle sta affrontando sfide difficili, dall’incertezza economica ai cambiamenti ambientali. Come vede la situazione internazionale?
“Da quando mi occupo di pelle, l’industria conciaria ha sempre affrontato sfide difficili. Quindi, cosa c’è di nuovo per un settore che ha sempre lavorato duramente e superato tutte le avversità e le incertezze? Probabilmente sono troppo ottimista, ma la storia lo dimostra. Tuttavia, l’ambiente richiede nuovi sforzi e le soluzioni che hanno funzionato in passato non sono una garanzia per il futuro. Le normative ambientali rappresentano una sfida difficile per le concerie, ma altre sfide provengono dai governi, dai marchi, dall’industria automobilistica e persino dai consumatori influenzati da media con interessi discutibili. Queste sfide e altre che non possiamo prevedere ora dovranno essere affrontate e risolte di petto. Molte persone miopi non riescono a capire che scambiare la pelle, un sottoprodotto dell’industria della carne, con sostituti in plastica prodotti con sostanze petrolchimiche è un pessimo affare per la Terra e per tutto ciò che la abita. È nostro compito educarle. È chiaro che i nuovi materiali possono funzionare meglio della pelle per scopi specifici. Lo sappiamo fin dall’avvento dell’industria tessile. Tuttavia, la pelle è un materiale unico che non può essere sostituito in tutti i settori. Nessuno vuole suole di stivali di lana o calze di cuoio. Sono certo che il percorso verso un’economia circolare, la richiesta di prodotti naturali, la valorizzazione dei sottoprodotti e degli articoli durevoli si inseriscono bene in un mondo che soffre di inquinamento e riscaldamento globale”.

Come vede il futuro prossimo dell’industria conciaria?
“Credo che in pochi anni l’industria conciaria sarà ristrutturata. Negli ultimi decenni è migrata verso Paesi con bassi costi di produzione. Oggi le tecnologie conciarie si sono evolute, soprattutto nella riduzione degli odori e dell’inquinamento. Il mercato è diventato molto più esigente e richiede uno stretto controllo del prezzo e della qualità delle materie prime. Tutti questi fattori, più la volatilità dei prezzi dei trasporti internazionali, potrebbero far tornare l’industria nei Paesi più sviluppati. Questa è la mia visione”.

Quali sono le sfide tecniche?
“Da un punto di vista tecnico, credo che ci siano due sfide che l’industria della pelle dovrà affrontare presto, o forse adesso: in primo luogo, se da un lato è importante ricordare al pubblico che le concerie sfruttano un sottoprodotto derivato dall’industria della carne, dall’altro è innegabile che la produzione di pelle genera anche molti rifiuti. Dobbiamo sviluppare una risposta rapida per migliorare il carico delle acque reflue, valorizzare i rifiuti solidi a partire dal collagene e migliorare la compostabilità degli articoli finiti in modo che possano tornare alla natura sotto forma di fertilizzanti per l’agricoltura o altre applicazioni. La seconda sfida, non meno importante, è la riduzione dei prodotti chimici utilizzati nella fabbricazione della pelle, soprattutto quelli sintetizzati da derivati del petrolio. La biotecnologia svolge già un ruolo importante e molte alternative sono ora praticabili con prodotti naturali.
A livello commerciale, questo settore è sempre stato ciclico, passando dal boom al fallimento con deprimente regolarità. Credo che questi cicli saranno più brevi e avranno un impatto sull’attività”.

Nel suo messaggio ufficiale di inizio anno, lei annuncia la necessità di stimolare la ricerca internazionale e la formazione dei giovani. Come pensa di farlo?
“Come ho già detto, nei prossimi due anni rivedremo e miglioreremo le commissioni IULTCS, tra cui la IUT (formazione) e la IUR (ricerca). Queste commissioni si riuniranno presto per stabilire un piano d’azione.
Incoraggiare i giovani scienziati a entrare nell’industria della pelle è una delle funzioni più importanti della IULTCS, e farò tutto il possibile per continuare questa opera di sensibilizzazione. Per anni, grazie alla generosa collaborazione di aziende associate e non, abbiamo sostenuto e premiato giovani scienziati con iniziative come l’YLGS. Saremo sempre grati per questa sponsorizzazione. Continueremo a sostenere la collaborazione globale tra i nostri membri esperti, i centri di ricerca internazionali, i partner industriali e i talenti emergenti per garantire un trasferimento di conoscenze il più possibile omogeneo.
La formazione del personale delle concerie è essenziale per il corretto sviluppo dell’industria, sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico sia per quanto riguarda la sicurezza e l’igiene. La collaborazione con istituzioni come UNIDO, Università e Centri tecnologici sarà molto importante nei prossimi anni e i loro programmi di formazione dovranno essere riconosciuti dalla IULTCS”.

Uno dei grandi problemi del settore sono le fake news diffuse sui social media. È possibile contrastare questo fenomeno da un punto di vista scientifico?
“Come ho già detto in precedenza, la pelle è un materiale insostituibile e una comunicazione positiva è necessaria per assicurarsi che il pubblico sappia cosa è la pelle e cosa non lo è. La pelle deriva da un materiale naturale e rinnovabile, costituito da una complessa struttura di fibre, fibrille e catene proteiche che formano il collagene. Questo conferisce alla pelle proprietà incomparabili con altri materiali, come la resistenza fisica e la traspirabilità, tra le altre. La bellezza, la morbidezza e il tatto ottenuti in conceria non possono essere paragonati a nessun altro materiale. La pelle può provenire solo dalla pelle degli animali che ci forniscono il cibo. L’uso del termine “pelle” per altri materiali implica che essi abbiano le stesse proprietà della pelle, e questo tipo di disinformazione deve essere combattuto.
Pertanto, sì, è necessario utilizzare argomenti scientifici per contrastare le fake news. Ad esempio, la determinazione del C14. Alcuni membri della IULTCS hanno lavorato su questi test che dimostrano che molti dei materiali erroneamente denominati pelle non sono biobased o derivati da risorse rinnovabili ma dalla petrolchimica. Possiamo anche misurare ed evidenziare l’impatto ambientale sulle discariche se le pelli non fossero lavorate nelle concerie e sostenere che la pelle è un’unità di stoccaggio naturale per il carbonio biogenetico. Ma alla fine, devo insistere sul fatto che la migliore strategia per contrastare le notizie false è quella di promuovere positivamente la pelle e i prodotti in pelle. La IULTCS e i suoi membri dovrebbero essere sempre disponibili a sostenere l’industria”.


Quale ruolo può svolgere la IULTCS nel promuovere pratiche responsabili lungo la catena del valore della pelle?
“In effetti, questo è l’obiettivo finale della IULTCS, perché le innovazioni scientifiche e gli scambi di conoscenze sono impensabili se non comportano, allo stesso tempo, miglioramenti sostanziali nelle pratiche responsabili. I nostri congressi e convegni regionali e nazionali non includono solo concerie e fornitori di prodotti chimici o macchinari. Ogni anello della catena del valore della pelle è invitato a partecipare attivamente a questi eventi. Molti membri delle associazioni della IULTCS partecipano o sono membri di molte organizzazioni come LGW, LN, SLF”.


Il prossimo Congresso IULTCS si terrà a Lione (Francia) nel settembre 2025. E’ già stato stabilito il titolo?
“Innanzitutto, vorrei riconoscere il grande successo dell’ultimo evento, il XXXVII Congresso IULTCS 2023 svoltosi a Chengdu. Il comitato organizzatore ha iniziato a lavorare alla preparazione del nuovo importante appuntamento e a breve comunicherà il tema su cui si concentrerà il congresso. Lione è un luogo magnifico per tenere il XXXVIII Congresso IULTCS del 2025 e vorrei invitare i lettori a collaborare e partecipare. Con il coinvolgimento dell’AFICTIC e del CTC non ho dubbi su un nuovo successo della IULTCS”.

Joan Carles Castell, nuovo presidente di IULTCS
Joan Carles Castell in occasione dell’ultimo Congresso internazionale a Chengdu, Cina

Giovanna Ceolini guiderà Assocalzaturifici fino al 2027

Rimarrà in carica come presidente fino a giugno 2027 Giovanna Ceolini, confermata Presidente di Assocalzaturifici dalla Assemblea degli associati riunitasi il 7 marzo 2024.

“Ci attende un lavoro impegnativo. Dobbiamo rispondere a una congiuntura non semplice, in un quadro geopolitico dominato dall’incertezza, con iniziative e progetti che sostengano le nostre imprese sui mercati internazionali. Oggi più che mai è importante rimettere al centro gli interessi del settore e quindi la nostra Associazione”.

Ad affiancare la Presidente, Giuseppe Baiardo, Vice Presidente per Formazione e Orientamento, Luisa Benigno, Vice Presidente per la Cultura d’Impresa e le Strategie Produttive, Giuseppe Camerlengo Vice Presidente per gli Affari Internazionali e Valentino Fenni Vice Presidente per Russia, Area C.S.I. e Made in Italy.

Ceolini, ha evidenziato gli aspetti più salienti del suo programma, dall’internazionalizzazione, per continuare a promuovere il made in Italy calzaturiero nel mondo, consolidando i mercati maturi e ricercando nuove opportunità in quelli emergenti, alla collaborazione con i principali istituti tecnici e le scuole professionali per favorire il ricambio generazionale.

Tra gli altri obiettivi, la valorizzazione delle aziende terziste, meglio conosciute come CDMO (contract development and manufacturing organization), per difendere l’artigianalità tradizionale delle lavorazioni italiane.

Fra i progetti in cantiere la riorganizzazione dei padiglioni di MICAM, il potenziamento dell’area MICAMX, con un’attenzione particolare ai contenuti dei seminari, alla sezione dedicata al retail del futuro, alla comunicazione e agli eventi.

Ad Arzignano si parla di Decalcinazione e Macerazione

Sabato 23 Marzo 2024, presso l’ITTE Galilei di Arzignano, si terrà il quarto incontro della serie AICC Leather Academy, dal titolo “Decalcinazione e Macerazione”.

Relatori:
Parte Teorica – Franca Nuti, Responsabile Sostenibilità FGL International SpA.
Parte Pratica – Luca Munari, Responsabile Beamhouse R.M.G.

PROGRAMMA
08:30 Registrazione dei partecipanti
09:00 Prima parte: aspetti teorici
10:30 Coffee Break
11:00 Seconda parte aspetti pratici

La registrazione dovrà essere effettuata sul sito www.aicc.it entro il 21/03/2024.

Un’altra pianta nel bosco Silvateam per una concia al naturale

Thomas Lamparter, Head of Sales Olivenleder®, Antonio Battaglia, Direttore della Business Unit Leather di Silvateam, Alessandra Taccon, Ecotan Project Director.

Si può definire una partnership visionaria. Silvateam S.p.A., leader mondiale nella produzione di tannini vegetali, è il nuovo proprietario di maggioranza di wet-green GmbH, pioniere della tecnologia brevettata wet-green® di Olivenleder®, dopo l’acquisizione dell’azienda da MB-Holding GmbH. Un’alleanza strategica che diventa il riferimento per le innovazioni sostenibili nell’industria conciaria.

Silvateam, con oltre 170 anni di esperienza nella produzione di tannini e all’avanguardia nell’innovazione con il marchio Ecotan®, e wet-green, un’azienda rivoluzionaria nelle soluzioni di concia ecosostenibili, avviano così una nuova era nella manifattura della pelle. Questa partnership manda infatti un segnale chiaro ed inequivocabile all’industria: il futuro si costruisce con soluzioni da fonti rinnovabili e di origine vegetale.

Le competenze di Silvateam nella gestione della supply chain e nell’estrazione di tannini vegetali consentiranno di ottimizzare la produzione degli agenti concianti a marchio Olivenleder®, garantendo la scalabilità del sistema a livello industriale.

Olivenleder®, noto per il suo agente conciante 100% bio-based wet-green® OBE, certificato Cradle 2 Cradle GOLD e approvato Dermatest EXCELLENT, rappresenta l’apice della tecnologia di concia sostenibile e si integra perfettamente con la gamma Ecotan® biocircolare di Silvateam. Olivenleder® è considerata un cambiamento radicale nel mondo wet-green®, grazie al suo prodotto pre-conciante a base di estratto d’olivo che, per la prima volta nella storia dell’industria conciaria, permette di realizzare un pellame simil-nappa al vegetale, morbido e veloce da produrre. Questa svolta è il risultato di esperienze collaudate nel tempo e di costante innovazione, che premia gli sforzi delle due aziende per un’azione eco-consapevole a tutela dell’ambiente.

“La terza via per il mondo della concia, sulla quale Silvateam ha investito da tempo, si rafforza ulteriormente grazie all’acquisizione di Olivenleder® che ci consente di proporre al mercato la più ampia gamma di formulazioni concianti, tra cui la nuova linea Ecotan® Advanced a base di olivo – racconta Alessandra Taccon, Ecotan® Project Director. La forza dell’esperienza di Silvateam e della sua catena di fornitura globale permetterà di ottimizzare la produzione dell’estratto di olivo direttamente all’origine, in Italia, così da renderlo ancora più accessibile ai brand, dal fashion all’automotive. Le ricette che da oggi possiamo proporre al mercato ci consentono di ottenere pellami dalla mano molto morbida che soddisfano le richieste dei clienti più esigenti”.

Questa collaborazione strategica porta un vantaggio significativo sul mercato: l’uso integrato di Ecotan® e Olivenleder® consentirà ai brand di rafforzare la propria impronta ambientale adottando entrambi i labels e assicurando così il più alto standard esistente nel segmento delle pelli sostenibili. Questa integrazione di tecnologie e certificazioni sottolinea l’impegno dei partner nello stabilire i nuovi punti di riferimento per la responsabilità ambientale e le best practices nell’industria conciaria.

Essere sostenibili non significa rinunciare a essere in tendenza, come dimostrato dall’area show-room allestita nello stand Silvateam a Lineapelle in cui le concerie hanno esposto le loro ultime novità, conciate Ecotan®, in linea con i trend attuali.

Antonio Battaglia, Direttore della Business Unit Leather di Silvateam, dichiara: “Si aggiunge un’altra pianta al nostro bosco. Questa partnership rappresenta un punto di svolta per l’intera industria. Stiamo stabilendo nuovi standard e dimostrando che le tecnologie di concia sostenibili sono realizzabili, e soprattutto l’unica via da seguire. Olivenleder®, insieme alla gamma completa di prodotti wet-end di Silvateam, permette di ottenere una capacità di innovazione senza precedenti nella tecnologia della pelle green. Completa il nostro range di prodotti, ci permette di servire sempre meglio i mondi moda, accessori, automotive e arredamento”.

Ecotan®, noto per la sua ridotta impronta ambientale e l’eccellenza qualitativa, offre una gamma di sistemi di concia ecocompatibili, che include una concia a base di tannini dalle alte prestazioni tecniche, senza cromo e glutaraldeide. Ecotan® è la prima tecnologia di concia biocircolare, 100% metal free, che permette di realizzare una pelle riciclabile, in armonia con l’uomo e ispirata alla natura. wet-green® OBE, soddisfacendo i requisiti per una pelle bio-circolare, integra perfettamente la tecnologia Ecotan®.

Thomas Lamparter, Partner e Amministratore Delegato di wet-green GmbH, spiega come nasce il successo dell’agente pre-conciante 100% bio-based wet-green® OBE ottenuto da sottoprodotti della coltivazione delle olive quali foglie, potature, sansa e acque reflue dei frantoi: “I primi riconoscimenti sono stati ottenuti nel mondo dell’automotive, lavorando con alcuni tra più importanti brand del settore, quali BMW, Porsche, Volkswagen e Skoda, per poi arrivare a servire le grandi firme della moda, come Hermès, Hugo Boss, Armani e Patagonia. Inoltre, Vitra e Carl Hansen & Son offrono ai propri clienti Olivenleder® per l’arredamento.”

“Grazie alla sinergia con Silvateam vogliamo offrire la possibilità a sempre più brand di lavorare con sistemi di concia che rispettano al massimo l’ambiente. Si pensi che riciclando tutti i sottoprodotti della coltivazione delle olive presenti nell’area del Mediterraneo (dove si genera il 90% dell’olio presente sul mercato internazionale) si potrebbe coprire il 100% della concia a livello globale”.

Con questa partnership, Silvateam S.p.A. e wet-green GmbH fissano un nuovo benchmark di innovazione verso un futuro più responsabile nella produzione della pelle.

Ecotan® Advanced

Innovative formulazioni di concia 100% bio che adottano gli stessi concetti di bio-circolarità applicati dall’ormai noto sistema Ecotan®.

Ai tanti tannini già presenti nelle soluzioni Ecotan®, oggi si aggiunge l’estratto di olivo.

I brand e le concerie hanno ora la possibilità di utilizzare la migliore e più consona soluzione sostenibile per la concia dei propri pellami.

Tutti i prodotti proposti da Ecotan® Advanced sono selezionati e lavorati in Italia, a San Michele Mondovì, da Silvateam che, grazie alla sua filiera estremamente specializzata, ottimizza al massimo i processi produttivi rendendo ancor più rinnovabile il sistema.

 

Sneark®, la sneaker made in Italy sostenibile grazie a Ecotan®

Con una passione particolare per le scarpe, tanto da dedicare addirittura una tesi di laurea al settore calzaturiero, l’architetto Lello Romano ha creato il brand emergente, Sneark®.

In collaborazione con il rinomato distretto calzaturiero toscano, simbolo dell’eccellenza del Made in Italy e con diverse concerie Ecotan®, il brand ha realizzato un’innovativa linea di sneakers utilizzando materiali naturali, biodegradabili ed ecosostenibili.

www.sneark.it


OEKO-TEX®: costruire la fiducia attraverso la trasparenza

Per raggiungere il suo obiettivo, OEKO-TEX® adotta misure volte a favorire l’approfondimento scientifico e l’innovazione all’interno dell’industria della pelle e del tessile e i 17 Istituti di ricerca e analisi dell’associazione internazionale lavorano in stretta collaborazione con i produttori per lo sviluppo di prodotti in pelle di alta qualità in tutte le fasi della catena del valore.

La visione globale dell’industria di OEKO-TEX® rappresenta, quindi, un grande valore aggiunto per marchi, produttori, rivenditori e consumatori. L’associazione si concentra, in particolare, sulla trasparenza e sulla tracciabilità, che si riflette nel tasso di crescita nel 2023 dell’etichetta di prodotto OEKO-TEX® MADE IN GREEN: rispetto al periodo prescritto, le etichette rilasciate sono infatti aumentate del 52%. MADE IN GREEN è un’etichetta di prodotto tracciabile per tutti i tipi di prodotti tessili e in pelle fabbricati in strutture responsabili, in condizioni di lavoro sicure e socialmente responsabili. L’etichetta garantisce inoltre ai consumatori che il prodotto è stato testato per verificare l’assenza di sostanze nocive.

Un prerequisito per il MADE IN GREEN è che il prodotto sia certificato secondo l’OEKO-TEX® LEATHER STANDARD, un sistema di test e certificazione standardizzato a livello internazionale per la pelle e gli articoli in pelle a tutti i livelli di produzione. La certificazione supporta le aziende lungo tutta la catena di fornitura nell’implementazione di un’elevata sicurezza dei prodotti dal punto di vista umano-ecologico. Il catalogo dei criteri OEKO-TEX® viene aggiornato annualmente per conformarsi alle normative internazionali come il REACH.

Vibram Strat-X, per rivoluzionare la costruzione delle tomaie

Vibram introduce la tecnologia Vibram Strat-X, un’innovazione concepita dall’azienda per trasformare radicalmente l’approccio convenzionale alla costruzione e alla personalizzazione di tomaie per calzature. Vibram Strat-X è un materiale innovativo, una sottile lastra che tramite un avanzato processo di stampaggio consente la creazione della tomaia e/o di coperture tecniche o di moda in un singolo passaggio mantenendo l’alta qualità della gomma Vibram. I fogli di gomma, con diverse finiture e spessori, consentono la realizzazione di una vasta gamma di elementi: resistenza, leggerezza, robustezza, elasticità, impermeabilità e versatilità emergono come caratteristiche fondamentali di questo nuovo concetto, adattabile a svariate applicazioni. I due prodotti finiti LB214 e Luxury Rubber Boot, presentati a Pitti in versione black il primo e in blue il secondo, sono due esempi di applicazione differenti di questo processo che genera due tipologie di costruzione distinte. Con LB214 la tecnologia Strat-X funge da guscio protettivo offrendo impermeabilità e protezione. Lo stivaletto Luxury Rubber, invece, combina qualità e comfort, dando vita a un look unico e originale per tutte le occasioni. La tecnologia Strat-X utilizzata per la tomaia, si caratterizza come materiale leggero e confortevole, morbido come la pelle, ma che mantiene lo standard di alta qualità delle prestazioni della gomma Vibram.


Ancora debole l’industria calzaturiera italiana nel 2023

Commenta così Giovanna Ceolini, Presidente di Assocalzaturifici, la fatica dell’industria calzaturiera italiana riscontrata nel 2023: “L’anno da poco concluso ha avuto per il calzaturiero italiano un andamento ondivago. Alle performance brillanti del primo trimestre, con aumenti a doppia cifra per export e fatturato, è seguito un progressivo rallentamento. Il 2024 sta manifestando in avvio segnali preoccupanti e prevediamo un’ulteriore frenata almeno nel primo semestre. Una congiuntura determinata dal difficile scenario internazionale, dominato da eventi e rischi geopolitici, e dalle condizioni finanziarie restrittive per famiglie e imprese”.

Tra i mercati esteri si conferma al primo posto la Francia (+17,3% in valore e +1,1% in quantità su gennaio-ottobre 2022), le cui cifre comprendono anche i flussi di rientro delle produzioni effettuate in Italia dalle multinazionali francesi del lusso. Prosegue il processo di selezione tra le imprese (con un pesante -5,3% tra industria e artigianato), malgrado la tenuta nel numero degli addetti (che segna un +1,8%, benché ancora al di sotto dei livelli 2019 pre-Covid e in calo nell’ultimo trimestre).

Il comparto calzaturiero italiano, grazie ai risultati favorevoli della prima parte dell’anno, chiude il 2023 con il fatturato a 14,6 miliardi di euro, in debole crescita sul 2022 (+0,9%) sostenuto dall’export, che si attesta a 12,8 miliardi (+1,1% a valore). Bene il saldo commerciale (5,8 miliardi, +7,3%), ma stentano la spesa delle famiglie italiane (-1,5%) e soprattutto i volumi prodotti (che hanno annullato il recupero del 2022 tornando a 148 milioni di paia, -8,6%) e quelli esportati (-10,6%), in sensibile contrazione.

MICS, 15 milioni a favore della ricerca delle imprese

E’ stato presentato lo scorso 26 febbraio presso l’Unione Industriali di Napoli il primo bando a cascata di ‘MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile’ destinato a finanziare progetti di ricerca del valore di 15 milioni di euro a favore di micro, piccole, medie e grandi imprese.
MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile (www.mics.tech) è un Partenariato Esteso finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca grazie ai fondi messi a disposizione dall’Unione Europea nell’ambito del programma NextGenerationEU. In prima fila la Stazione Sperimentale Pelli, socio partner di MICS, in rappresentanza della filiera pelle cuoio.
In MICS lavorano insieme pubblico e privato, Università, Centri di Ricerca e Imprese, con l’obiettivo di rendere prodotti e processi del Made in Italy più sostenibili e circolari. Nel progetto sono coinvolti 350 ricercatori tra 11 importanti Università italiane, CNR e 13 imprese leader del Made in Italy nei settori della moda (abbigliamento, articoli tessili e cuoio), dell’arredamento e dell’automazione, meccanica e sfide tecnologiche 4.0.
MICS ha ricevuto l’ammontare più alto mai erogato per progetti di ricerca di base in ambito economia circolare e sostenibile, 114 milioni da fondi PNRR (di cui il 40% destinati al Mezzogiorno) e 11 milioni da privati. MICS ha ora pubblicato i bandi a cascata per sostenere con questi fondi progetti volti a rendere il Made in Italy più circolare, autosufficiente, auto-rigenerativo, affidabile, sicuro e sostenibile.
Purtroppo, i tempi di presentazione dei progetti sono stretti: la scadenza è il prossimo 11 marzo. https://www.mics.tech/bandi/bando-01-2024-made-in-italy-circolare-e-sostenibile-imprese/


Micam e Mipel con le altre fiere della moda tracciano un bilancio positivo

I dati di chiusura delle quattro manifestazioni dedicate alla moda e all’accessorio, che si sono presentate in contemporanea a Fieramilano (Rho), grazie all’incoming internazionale, hanno evidenziato un buon andamento, segno tangibile di stabilità in un momento difficile per la congiuntura economica.

MICAM Milano, MIPEL, The One Milano e Milano Fashion&Jewels hanno accolto un totale di 40.821 visitatori professionali di cui il 45% proveniente dall’estero. In particolare, dall’Unione Europea Francia, Germania, Spagna e Grecia hanno registrato le performance migliori; dai mercati extra europei risultati positivi da Giappone, Cina, Kazakistan e Regno Unito. 

Ancora una volta ha vinto la volontà di fare sistema e di presentarsi al mercato insieme.

Nonostante la positività trasmessa dai numeri, l’atmosfera fra le corsie e negli stand non si è rivelata delle migliori. Le prospettive del semestre si confermano difficili soprattutto a causa di magazzini ancora ben forniti di prodotti delle passate stagioni e per la grande indecisione e i budget stringenti dei compratori.

A inaugurare le manifestazioni anche il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, una presenza che ha ulteriormente sottolineato l’importanza delle fiere come strumento di promozione e internazionalizzazione delle imprese italiane.

Durante questi giorni nei padiglioni non si è respirato solo business, ma anche voglia di innovare: in tutti i settori rappresentati, infatti, si sta operando con forza per un rinnovamento dei processi produttivi con l’introduzione della digitalizzazione e delle tecnologie più all’avanguardia. Ma questa spinta in avanti non annulla, anzi rafforza, una tradizione che affonda le radici nell’artigianalità, ancora viva in tutti i settori rappresentati dalle manifestazioni.

Altro grande momento di condivisione di intenti è quello della formazione: in tutte le manifestazioni si sono organizzati workshop e momenti didattici e informativi, coinvolgendo in molti casi i giovani, che rappresentano il futuro, e le scuole, ponte indispensabile verso il mondo del lavoro per le nuove generazioni.

Chiusa questa edizione già si guarda al prossimo settembre sempre in un’ottica di filiera e di sistema: l’appuntamento è dal 15 al 18 settembre 2024.


A White per scoprire i nuovi talenti e la ricercatezza

Grazie a White gli spazi del Tortona Fashion District hanno accolto una schiera di buyer, fashion editor e professionisti del settore moda, provenienti da tutto il mondo. Un’edizione ricca di eventi, collaborazioni e novità.

WHITE si conferma un evento in grado di attirare l’attenzione del panorama moda, una vetrina per i nuovi talenti e una piattaforma stimolante per i brand già consolidati. Circa 300 marchi (40% internazionali, 60% italiani) che hanno presentato in anteprima le collezioni prêt-à-porter dedicate alla stagione FW24-25.

L’evento è sempre un’ottima occasione per scoprire brand originali e ricercati, così come incontrarne qualcuno emergente o ancora sconosciuto al grande pubblico.

Citiamo la visione grafica differente di House of Florence con le sue iconiche borse con l’applicazione in metallo a forma di labbra, ormai tratto distintivo del brand. Puro glamour per Radica Studio, borse di tendenza proposte in colorazioni intense e con design decisi. Çaplait punta alle sue origini pakistane per realizzare calzature luxury e no season che richiamano i colori e le fantasie mediorientali. Per la moda invernale ha parlato UNCOMMON lab con una linea di pellicce realizzate con particolari accostamenti di materiali, stampe e tecniche. Un’area speciale è stata dedicata a MiniMe Paris. Questo brand produce accessori, scarpe e borse 100% upcycling, utilizzando rimanenze di tessuto di importanti brand del lusso.

L’edizione Resort di White si terrà dal 15 al 17 giugno 2024.