Si terranno dal 15 al 17 settembre a Fieramilano (Rho) le importanti fiere internazionali dedicati al mondo calzature e pelletteria e alle collezioni Primavera Estate 2025.
MICAM Milano, MIPEL, TheOne e Milano Fashion & Jewels riducono la durata delle manifestazioni di 1 giorno.
La Stazione Sperimentale per l’industria delle Pelli (SSIP) ha donato all’Istituto tecnologico economico Galileo Galilei di Arzignano importanti attrezzature da laboratorio che consentiranno agli studenti di formarsi con la stessa strumentazione in dotazione nelle aziende conciarie più avanzate. L’inaugurazione dei nuovi macchinari è avvenuta il 13 marzo scorso alla presenza del direttore SSIP Edoardo Imperiale e della dirigente scolastica Lucia Grieco, insieme ai referenti vicentini della Stazione, Marco Nogarole e Francesco De Laurentis. Oltre al nuovo gascromatografo acquistato con i fondi PNRR, sono arrivati dalla SSSIP un moderno spettrometro Infrarosso ATR e un HPLC con rivelatore UV e light scattering che consente anche di determinare i pesi molecolari di polimeri sintetici e biopolimeri come le proteine. Le nuove strumentazioni assieme a quelle recentemente ammodernate, come l’assorbimento atomico per l’analisi dei metalli e lo spettrometro UV, completano la dotazione del laboratorio strumentale che consentirà agli studenti di formarsi con strumenti analitici al passo con le esigenze del mondo del lavoro. Con l’inaugurazione del laboratorio analitico e l’upgrading strumentale presso l’istituto ITTE di Arzignano, si consolida la join venture fra la SSIP ed il sistema della formazione. Non è la prima volta, infatti, che la Stazione sostiene il Galilei. Già cinque anni fa erano stati donati dei bottalini al laboratorio per permettere agli studenti di mettere in pratica quanto imparato durante le sperimentazioni.
Stahl, leader mondiale nei rivestimenti e trattamenti speciali per substrati flessibili, ha firmato un accordo di licenza esclusiva con Barriertec, fornitore di soluzioni a barriera sostenibili ad alte prestazioni per imballaggi in carta e cartone. L’accordo di licenza conferisce a Stahl i diritti esclusivi di vendere i prodotti Barriertec per i rivestimenti a barriera sostenibili nel mercato degli imballaggi con il marchio Stahl. I prodotti porteranno anche il marchio Barriertec e Be Repulpable. La soluzione di Barriertec consente di applicare rivestimenti barriera sostenibili sulla carta, fornendo eccellenti proprietà di barriera per ossigeno, acqua, olio e grasso agli imballaggi e supportando il riciclo e il riutilizzo delle fibre di carta in nuove soluzioni di imballaggio. I rivestimenti a barriera sostenibili offrono vantaggi significativi ai produttori di imballaggi alimentari, in particolare supportando la transizione del settore verso imballaggi a base di carta completamente riciclabili. Paolo Bavaj, Chief Innovation and Development Officer di Stahl, ha dichiarato: “La sostenibilità è un pilastro fondamentale per Stahl, in quanto abbracciamo nuove tecnologie che possono aiutare i nostri clienti ad aumentare la riciclabilità dei loro prodotti e a gestire la loro impronta ambientale. Con il supporto delle nostre capacità interne di ricerca e sviluppo, il nostro obiettivo è quello di scalare questa tecnologia e ampliare la nostra gamma di soluzioni di rivestimento per imballaggi su misura per i clienti. Questa entusiasmante partnership con Barriertec sostiene i nostri obiettivi di sostenibilità e rafforza la posizione di Stahl come leader del mercato dei rivestimenti speciali per substrati flessibili”.
Utility Diadora presenta la sua ultima innovazione nel mondo del workwear: la linea Evolution. Progettata con tessuti all’avanguardia, questa collezione rappresenta una svolta nell’abbigliamento da lavoro, unendo praticità, prestazione elevata e design ricercato. La linea Evolution è il risultato di un processo importante di ricerca tecnologica, un concentrato di competenze e innovazione che hanno permesso di creare capi altamente performanti e funzionali. Ogni articolo è stato progettato nei minimi dettagli, selezionando tessuti specifici e resistenti per dare vita a dei total look ergonomici e piacevoli da indossare. La particolare costruzione multimateriale della nuova collezione, combinata allo studio di trame ricercate, garantisce al lavoratore libertà di movimento e favorisce al tempo stesso un miglior rendimento durante la prestazione professionale. Inoltre, grazie al design sportivo, il lavoratore potrà sentirsi comodo e a proprio agio anche nei momenti della giornata non dedicati all’attività lavorativa. L’intera collezione è attualmente disponibile nei migliori negozi e sul sito web: https://www.diadorautility.com/it/it/
Le iscrizioni a Simac Tanning Tech apriranno lunedì 18 marzo. La fiera si terrà a Milano dal 17 al 19 settembre 2024 con oltre 300 espositori che presenteranno le ultime novità in materia di tecnologie per le industrie della calzatura, pelletteria e conceria. In occasione dell’apertura delle domande di iscrizione a Simac Tanning Tech, la fiera leader mondiale dedicata alle tecnologie per l’industria calzaturiera, pellettiera e conciaria, è stato presentato il nuovo logo ufficiale per celebrare il 50esimo anniversario della manifestazione.
Un design moderno e accattivante Il design moderno e accattivante conserva gli elementi iconici del logo originale. Il numero “50” campeggia in primo piano, evidenziando l’importanza di questo traguardo storico per la fiera.
Un’edizione speciale ricca di novità La nuova edizione di Simac Tanning Tech è pronta per celebrare i 50 anni con un’edizione speciale della fiera leader mondiale per le tecnologie e macchinari per l’industria delle calzature, concia e pelletteria.
Questa speciale occasione conterrà una serie di importanti novità * Valorizzazione delle innovazioni tecnologiche presentate in fiera. * Iniziative di networking rafforzate e festeggiamenti dei 50 anni di SIMAC TANNING TECH. * Allestimento di una mostra sulla tecnologia che ripercorrerà la storia del settore: un viaggio affascinante sull’evoluzione della filiera e del suo futuro. * Nuove opportunità di personalizzazione degli stand.
È possibile accedere allo Showroom Virtuale di Studio Auriga tramite computer o telefono cellulare. Tramite la sezione “Virtual Showroom” presente nel menu superiore del sito, o cliccando qui, è infatti possibile esplorare tutti gli spazi dell’headquarters Studio Auriga, e in particolare passeggiare virtualmente nello showroom, allestito con i macchinari da ricamo monotesta e multitesta Tajima, i sistemi per il taglio laser e l’incisione GMI, i prestigiosi filati di Cotone Makò Aurifil. Avvicinandosi a ciascuno di essi, è possibile vederne i dettagli e accedere ad altri materiali informativi, come video, immagini e schede tecniche.
Sono virtualmente visitabili anche i dipartimenti AurigaAcademy, per la formazione sul ricamo industriale e il dipartimento Tajima Software.
Per noi di Studio Auriga essere sempre un passo avanti è una missione esistenziale. L’eccellenza tecnica, racchiusa nel nostro payoff, non si costruisce ‘solo’ proponendo i macchinari più performanti sul mercato, ma anche fornendo servizi all’avanguardia e allineati alle necessità del nostro tempo. Per noi è un orgoglio poter beneficiare delle tecnologie più inclusive, come la virtual reality, per rendere quanto più accessibile il mondo del ricamo.
Il Virtual Showroom non si sostituisce certamente all’esperienza fisica, consolidata in tanti anni di lavoro. Per usare dal vivo tutte le strumentazioni, eseguire prove e sperimentazioni, nella riservatezza più totale e supportati da un team dedicato, resta infatti sempre possibile, su prenotazione, l’accesso fisico allo showroom a Solaro (Milano).
Inaugurata un paio d’anni fa, la nuova sede Dermacolor a Castelfranco di sotto (Pisa) è un connubio perfetto di estetica e funzionalità. I circa cinquemila metri quadri coperti che sono stati aggiunti allo stabilimento preesistente sono stati utilizzati per offrire nuovi eleganti spazi di accoglienza, potenziare i reparti produttivi, allargare il magazzino ed ampliare tutti i laboratori di ricerca interni. Non si è trattato di un semplice ampliamento, bensì di una riorganizzazione completa degli spazi che sono stati rivisti in funzione di un rilancio dell’attività a tutto tondo.
Se nella parte aperta ai visitatori, spiccano il grande showroom che ospita l’ultima collezione di pellami per la P/E 25, posto accanto alla modernissima sala riunioni con le sue immense vetrate, nei reparti interni a colpire è l’ampia superficie dedicata ai laboratori applicativi e di analisi che rappresentano il vero cuore dell’azienda.
“Abbiamo ampliato notevolmente lo spazio destinato ai laboratori” spiegano Valentina e Viola Palagini con Andrea e Marco Meucci, i quattro giovani manager che oggi guidano l’azienda nata nel 1981 su iniziativa dei rispettivi genitori. In particolare, è stato ampliato il laboratorio di analisi e addirittura triplicato lo spazio per il laboratorio dedicato ai prodotti di rifinizione. Quest’ultimo è anche il simbolo del nuovo corso aziendale che punta ad offrire alla clientela il pacchetto di assistenza chimica completo, dalla fase umida alla rifinizione. “In questi ultimissimi anni ci siamo dedicati moltissimo alla rifinizione, investendo in un impianto produttivo dedicato e creando una bella squadra di lavoro, fatta di tecnici e ricercatori, che collabora quotidianamente con il gruppo che si occupa della fase umida allo sviluppo di un’articolistica sempre nuova” spiegano i responsabili aziendali. Sviluppo e ricerca, del resto, sono da sempre i carburanti dell’azienda: Dermacolor è diventata un punto di riferimento fondamentale nel distretto conciario toscano e non solo. Negli ultimi anni, a dispetto della situazione di incertezza che domina nel settore e dell’aumento dei costi delle materie prime e dei trasporti che riduce i margini e desta grande preoccupazione, l’azienda toscana è riuscita a crescere, anche all’estero, raccogliendo i frutti di un’attività svolta sempre con il massimo impegno e grandissima professionalità.
Su cosa punta oggi la ricerca in casa Dermacolor? “I nostri reparti R&S sono sempre al lavoro per trovare soluzioni innovative che possano soddisfare le richieste del mercato, a partire dall’abbassamento dei tenori di bisfenolo in tutti i nostri tannini sintetici. In linea generale, sia a livello di prodotti di botte che per la rifinizione, stiamo puntando molto sullo sviluppo di prodotti green ad elevata percentuale di componenti bio-based in grado di offrire ottime performance tecniche, in particolare riguardo alla resistenza alla luce e al pvc. E poi cerchiamo sempre di anticipare i problemi, eliminando tutte quelle sostanze che oggi non sono vietate ma che potrebbero esserlo nel futuro, studiando e sperimentando alternative più sicure”.
Da sinistra: Marco Meucci, Viola Palagini, Valentina Palagini, Andrea Meucci
Riguardo alla fase umida della lavorazione delle pelli, quali sono i vostri ultimi successi? “Senza entrare nel merito dei singoli prodotti, possiamo citare le nuove conce bianche esenti da glutaraldeide che offrono risultati molto interessanti. Molto importante è anche il calcinaio enzimatico con il recupero del pelo che abbatte notevolmente il carico inquinante del processo di depilazione delle pelli. Questa è una vera innovazione che inizia a prendere piede nel settore, anche se comporta un cambiamento delle procedure di lavorazione e quindi richiede tempo per essere accettata e implementata dalle concerie”.
Quali sono invece le ultime sfide nell’ambito della rifinizione? “In questo ambito la parola chiave è sempre l’upgrade del pellame, un fattore cruciale per il mercato alle prese con una materia prima che non sempre soddisfa le richieste. Qui la ricerca è continua e oggi disponiamo di sistemi mascheranti dei difetti assolutamente trasparenti che lasciano il pellame estremamente morbido”.
Parliamo di certificazioni. A che punto siete? “In Dermacolor abbiamo a cuore l’impiego di prodotti il più possibile sicuri e ci siamo sempre impegnati a dimostrarlo, adeguandoci prima alle Certificazioni 9001 e 14001, poi al Regolamento Reach e infine ai requisiti di ZDHC. Oggi abbiamo circa 300 prodotti certificati al livello 3 (il più alto) di ZDHC cui ne seguiranno presto altri.
L’esterno della sede DermacolorUno dei laboratori di analisiUn laboratorio applicativo
Si è iniziato a parlare di LCA dei prodotti chimici, un’altra richiesta che presto arriverà ai produttori di ausiliari chimici da parte delle concerie. Cosa ne pensate? “E’ un tema complesso. Ovviamente la sostenibilità ha bisogno di dati scientifici per provare la sua concretezza ed evitare le accuse di greenwashing. Da questo punto di vista, lo studio del ciclo di vita dei prodotti chimici (LCA) è uno degli strumenti necessari per calcolare l’impatto ambientale dei pellami. Per questo con UNPAC stiamo partecipando ad un progetto finalizzato a sviluppare un sistema di calcolo della LCA dei prodotti chimici insieme agli esperti di Spin 360. L’idea è di sviluppare uno strumento che ci permetta di fornire questo calcolo senza spendere una fortuna, perché tutte queste richieste finiscono per rappresentare costi aggiuntivi sempre più onerosi per il nostro comparto”.
BOX Accordo di distribuzione con ICAP Leatherchem
Dermacolor ha appena firmato un accordo di distribuzione con ICAP Leatherchem, azienda di Lainate (Milano) produttrice di una gamma completa di prodotti di qualità quali resine acriliche, poliuretaniche, copolimeri uretano-acrilici, lacche, etc. “Si tratta di un accordo vantaggioso per entrambe le aziende perché noi conosciamo il mercato locale e loro ci permettono di ampliare l’offerta con prodotti che noi non abbiamo, come le resine acriliche e poliuretaniche” spiegano da Dermacolor.
Uno scorcio del laboratorio di rifinizioneLa sala riunioni
A dispetto di un contesto di mercato difficile, questo inizio 2024 vede l’azienda toscana AS Green Technology lavorare a pieno ritmo. Specializzata nella produzione di un’ampia gamma di sistemi di essiccazione e condizionamento della pelle, nonché di trasportatori aerei, caricatori automatici e altro, l’azienda di Montopoli in Val d’Arno (Pisa) raccoglie i frutti di un’attività iniziata ufficialmente soltanto quattro anni fa, ma forte di un’esperienza che viene da molto più lontano. Nell’agosto 2020, costretto dagli eventi, il giovane imprenditore Filippo Sani decide di creare una nuova società dove riesce a trasferire – e poi ad accrescere – il know how acquisito lavorando diversi anni a fianco del padre, prematuramente scomparso, portandosi dietro un piccolo gruppo di ex colleghi di grande esperienza che credono in lui. In pochi anni questo giovane imprenditore si è guadagnato la fiducia della clientela grazie a determinazione e lungimiranza.
In pochi anni AS Green Technology si è ritagliata una fetta di mercato importante. Possiamo fare un piccolo bilancio? “Siamo molto soddisfatti della strada percorsa fin qui. Abbiamo lavorato duramente e oggi possiamo tranquillamente affermare che tra i nostri clienti figurano diverse concerie prestigiose che lavorano sia in ambito moda che nell’automotive. Aziende italiane e straniere che hanno evidentemente trovato in noi un partner tecnologico adeguato. Inoltre, con le nostre linee di movimentazione e trasporto automatiche abbiamo anche dei clienti extra settore”.
Cosa apprezzano di più i clienti? “Il mercato sembra apprezzare la competenza e la flessibilità, che in sintesi significa saper ascoltare le richieste, analizzarle e sviluppare proposte in linea con il fabbisogno della conceria. E poi la qualità dell’offerta tecnologica, all’avanguardia da tutti i punti di vista e sempre progettata su misura della specifica realtà cui è destinata. Siamo come dei sarti: il livello di customizzazione degli impianti è il nostro tratto distintivo. Un’altra nostra arma vincente è rappresentata dal fatto di lavorare in sinergia con alcuni fornitori specializzati, abbiamo costruito una rete che ci consente di efficientare il processo produttivo appoggiandoci ad altri produttori per alcune parti degli impianti, risparmiando così tempi e costi”.
L’impianto di essiccazione AS 400Un interno della camera di condizionamento dei pellami
In cosa si differenziano le vostre tecnologie? “L’aggettivo ‘green’ della nostra ragione sociale comunica un concetto fondamentale, ovvero che i nostri impianti sono progettati per lavorare con cicli attenti all’ambiente riducendo i consumi energetici, i tempi di lavorazione e le emissioni, pur mantenendo elevati livelli di qualità. I nostri impianti possono essere completamente indipendenti da qualsiasi linea di approvvigionamento classica, quale vapore, gas, acqua calda. Ove possibile, utilizziamo energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti fotovoltaici e, grazie a sistemi di conversione, riusciamo a garantire temperature di processo adeguate al tipo di articolistica”.
Siete stati tra i primi a proporre la realtà virtuale. Come va? “E’ uno strumento molto apprezzato. La realtà virtuale offre un’esperienza immersiva straordinaria, che consente di vivere a 360° l’intero processo di lavorazione. Noi la utilizziamo sia in fase commerciale, perché aiuta il cliente a capire meglio le tecnologie, che per l’assistenza post vendita dove si è rivelata utilissima, soprattutto all’estero, per aiutare a diagnosticare guasti e malfunzionamenti”.
Come si prospetta il 2024? “Il settore conciario sta soffrendo in questo momento e quindi c’è un po’ di incertezza. Per quanto ci riguarda, guardando agli ordini già in casa, tendo ad essere fiducioso che l’azienda possa eguagliare e addirittura superare i risultati di un 2023 decisamente positivo”.
Progetti per il futuro? “Siamo capofila di un importante progetto di ricerca sull’essiccazione e condizionamento del pellame che coinvolge diversi attori ma di cui è ancora presto fornire i dettagli. Ne parleremo più avanti”.
Mancano ancora sei mesi ma si comincia già a parlare di Simac Tanning Tech 2024. La fiera internazionale delle tecnologie per la calzatura, pelletteria e concia festeggerà i suoi 50 anni con un’edizione speciale che si terrà a Rho Fiera Milano dal 17 al 19 settembre 2024. L’evento, che riunirà oltre 300 espositori da tutto il mondo, sarà un’occasione per celebrare il passato e guardare al futuro di un settore in continua evoluzione. Come sempre organizzata da Assomac, la fiera sarà caratterizzata da una serie di eventi e mostre che approfondiranno le ultime tendenze della filiera pelle, le innovazioni tecnologiche e le sfide ambientali. Tra gli eventi principali, in fase di definizione, si segnalano: una mostra sulla tecnologia della pelle che ripercorrerà la storia del settore; iniziative di networking e workshop come opportunità per gli operatori del settore di incontrarsi e scambiare idee, concentrarsi su temi specifici come la sostenibilità, la creatività e la tecnologia ed infine la valorizzazione delle migliori innovazioni tecnologiche. La fiera sarà anche un’occasione per favorire il networking tra operatori del settore. Saranno organizzati incontri, conferenze e seminari per discutere delle ultime novità e condividere esperienze. “Siamo orgogliosi di celebrare i 50 anni di Simac Tanning Tech”, ha dichiarato Maria Vittoria Brustia, Presidente di Assomac e Simac Tanning Tech. “Questa fiera è un punto di riferimento per il settore delle tecnologie per la calzatura, pelletteria e concia e siamo convinti che questa edizione speciale sarà un’occasione unica per il confronto e la condivisione”. Gli organizzatori prevedono di occupare interamente i due padiglioni 14 e 18 di Fiera Milano Rho, superando i 300 espositori. Molte sono le manifestazioni di interesse ricevute in questi mesi da parte di aziende che non hanno mai partecipato alla fiera. Inoltre, si prevedono, numerosi visitatori e delegazioni di buyer internazionali grazie al sostegno di ICE-Agenzia. A breve si apriranno ufficialmente le registrazioni per le aziende espositrici per partecipare alla cinquantesima edizione di Simac Tanning Tech. Per maggiori informazioni, visitare il sito web: www.simactanningtech.
Negli ultimi anni alcuni stakeholder dell’industria del Fashion e Automotive stanno mettendo in discussione il paradigma di circolarità alla base del settore conciario, ovvero che le concerie sono trasformatori di un sottoprodotto dell’industria alimentare con conseguenti benefici di natura ambientale. Studi quali “Circumfauna” su iniziativa di Collective Fashion Justice, concludono, infatti, che dal punto di vista della sostenibilità risulta più conveniente non lavorare le pelli, ma inviarle in discarica e sostituirle con materiali alternativi (es. sintetici) [1]. Come è noto, dalle pelli grezze derivanti dalla macellazione, solo una parte viene destinata alla lavorazione del cuoio; gli strati non nobilitabili attraverso le lavorazioni conciarie sono utilizzati in altri settori industriali per la produzione, ad esempio, di gelatine, prodotti destinati alla cosmetica o all’agricoltura (fertilizzanti). Come riportato nel “Business case” pubblicato dal Markets Institute (World Wildlife Fund – WWF) [3], se le pelli grezze non fossero recuperate per la produzione di cuoio, il loro smaltimento in discarica comporterebbe il rilascio di gas serra [3] quali l’anidride carbonica e il metano, con conseguente impatto sull’ambiente. Il mancato riuso delle pelli grezze, di converso, comporterebbe la produzione di materiali da rivestimento alternativi. Tali materiali sono spesso identificati come “pelli” vegane, prodotte in molti casi da plastica, ovvero da materie prime derivanti da combustibili fossili [3]. La domanda a cui si vuole rispondere è: la produzione di cuoio è effettivamente un processo con bilancio positivo dal punto di vista ambientale? Oppure è più conveniente sostituirla con materiali alternativi e smaltire in discarica le pelli grezze dopo la macellazione? A tale quesito è già stata data risposta nell’articolo del “Would it really be better to let hides rot than turn them into leather? No…“ di Leather Trade House pubblicato sul proprio sito leatheruk.org [2]. Nell’articolo viene ripreso il calcolo sulle emissioni di anidride carbonica eseguiti da Circumfauna [1], correggendo alcuni valori di CO2 emessa considerando il reale peso delle pelli grezze ed effettuando considerazioni sulla formazione di metano nei processi di degradazione della pelle in discarica. In termini di bilancio di CO2 emessa la mancata valorizzazione conciaria di parte delle pelli grezze comporterebbe la sostituzione del cuoio con un materiale alternativo e lo smaltimento delle pelli, ovvero dovremmo confrontare la CO2 emessa per la produzione conciaria con la somma della CO2 derivante dalla produzione del materiale alternativo con quella legata allo smaltimento. Entrando nel dettaglio dei valori (escludendo per semplicità le emissioni derivanti dall’allevamento che sarebbero sempre presenti) e considerando come valido il bilancio che tiene conto esclusivamente della porzione di pelle grezza utilizzata nelle lavorazioni conciarie, i valori di CO2 [2] emessi per lo smaltimento in discarica, di produzione di pelli sintetiche [1] e di cuoio sono i seguenti:
* Emissioni da smaltimento in discarica della pelle: 4,08 – 8,78 kg CO2e/m2 [2] * Emissioni per la produzione di pelle sintetica: 15,8 kg CO2e/m2 [1] * Emissioni per la produzione di cuoio: 7,0 – 17,0 kg CO2e/m2
Nei dati riportati per le emissioni per smaltimento in discarica il valore massimo di 8,78 kg di CO2e tiene conto dell’impatto derivante dalla produzione di metano nel processo di degradazione della pelle in discarica. Inoltre, il valore riportato nello studio Circumfauna sulle emissioni di CO2 è superiore a quanto calcolato dalla SSIP in alcuni studi effettuati su concerie tipo per la produzione di pelli automotive metal free e pelli al cromo per calzatura, per le quali sono state rilevate emissioni reali comprese tra 7,0 e 11 kg CO2e/m2. In tabella 1 è schematizzato il confronto tra la produzione di pelle con l’alternativa proposta di smaltimento in discarica e sostituzione con altro materiale da rivestimento, includendo valori minimi e massimi per quanto riguarda i dati di smaltimento e di produzione del cuoio.
Si evince ancora una volta che la lavorazione conciaria risulta effettivamente un processo con benefici dal punto di vista ambientale. A ciò si aggiunga, come affermato nel Business Case del Markets Institute [3], che dal punto di vista della circolarità la pelle può essere riciclata e riutilizzata e presenta durabilità superiore in confronto a molte alternative sintetiche.
a cura di Ing. Rosario Mascolo, Coordinatore Tecnico-Scientifico Dipartimento Sviluppo Prodotto SSIP Hanno collaborato Dott. Gianluigi Calvanese, Dott. Marco Nogarole