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ECHA si scusa per le affermazioni fuorvianti sulla pelle

News brevi

Maggio 2024

ECHA si scusa per le affermazioni fuorvianti sulla pelle

COTANCE e CEC sollecitano ulteriori azioni per la trasparenza

In seguito alla denuncia delle organizzazioni europee della pelle (COTANCE) e della calzatura (CEC), l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) si è formalmente scusata per aver erroneamente trasmesso, attraverso i propri canali di comunicazione, l’impressione che gli articoli in pelle o le calzature abbiano possibili proprietà cancerogene a causa del Cr VI.
La comunicazione ingannevole dell’ECHA è stata segnalata lo scorso 15 marzo in una lettera congiunta di COTANCE e CEC. Le due organizzazioni che rappresentano i settori pelle e calzature in Europa hanno denunciato un’infografica sulla pagina web dell’ECHA della sua campagna “Preventing Cancer” e il corrispondente post su LinkedIn perché imprecisi e fuorvianti, ricordando all’Agenzia: “che il cromo VI non viene utilizzato per la concia del cuoio e che la concia al cromo non è l’unico metodo di concia del settore. Tuttavia, l’infografica dà l’impressione che la pelle contenga automaticamente Cromo VI e che questa presenza possa causare il cancro. Questo crea preoccupazioni ingiustificate nei consumatori, che potrebbero prendere le distanze dagli articoli in pelle”.
La lettera chiarisce inoltre che l’effettiva restrizione dell’UE sul cromo VI nel cuoio riguarda le sue potenziali proprietà sensibilizzanti per la pelle, non la sua cancerogenicità.
La risposta formale dell’ECHA è arrivata il 9 aprile e afferma che: “Ci scusiamo per questo errore e abbiamo corretto l’infografica, non appena ci è stato fatto notare, per riflettere la situazione reale. Abbiamo anche rimosso il post su LinkedIn a cui si fa riferimento nella vostra lettera”.

Anche se COTANCE e CEC apprezzano la rapida azione dell’ECHA per cancellare le informazioni imprecise e fuorvianti trasmesse dai suoi canali al pubblico, i settori pelle e calzature esprimono la loro profonda delusione per la mancata assunzione di responsabilità da parte dell’Agenzia per il danno inflitto a questi settori. La decisione di cancellare un post, che a quel punto era già diventato virale, non serve a riparare la reputazione delle nostre industrie, ingiustamente maltrattate, né ad aiutare i cittadini dell’UE a capire cosa è stato sbagliato.
“È positivo che l’ECHA abbia rettificato, ma ci dispiace che non abbia colto appieno la nostra preoccupazione; ha gestito la questione come un semplice ‘errore editoriale’. Riteniamo che il danno arrecato alla reputazione e all’attrattiva della catena del valore della pelle richieda qualcosa di più”, afferma Carmen Arias, Segretario generale della CEC.


COTANCE e CEC ritengono che l’ECHA dovrebbe intraprendere ulteriori azioni, come ad esempio un corrigendum formale per riparare alle conseguenze indesiderate delle sue azioni.
“Questo dimostrerebbe molto di più il preteso impegno dell’ECHA per l’accuratezza, la trasparenza e la responsabilità” aggiunge Gustavo González-Quijano, Segretario generale di COTANCE.

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