Commenta così Giovanna Ceolini, Presidente di Assocalzaturifici, la fatica dell’industria calzaturiera italiana riscontrata nel 2023: “L’anno da poco concluso ha avuto per il calzaturiero italiano un andamento ondivago. Alle performance brillanti del primo trimestre, con aumenti a doppia cifra per export e fatturato, è seguito un progressivo rallentamento. Il 2024 sta manifestando in avvio segnali preoccupanti e prevediamo un’ulteriore frenata almeno nel primo semestre. Una congiuntura determinata dal difficile scenario internazionale, dominato da eventi e rischi geopolitici, e dalle condizioni finanziarie restrittive per famiglie e imprese”.
Tra i mercati esteri si conferma al primo posto la Francia (+17,3% in valore e +1,1% in quantità su gennaio-ottobre 2022), le cui cifre comprendono anche i flussi di rientro delle produzioni effettuate in Italia dalle multinazionali francesi del lusso. Prosegue il processo di selezione tra le imprese (con un pesante -5,3% tra industria e artigianato), malgrado la tenuta nel numero degli addetti (che segna un +1,8%, benché ancora al di sotto dei livelli 2019 pre-Covid e in calo nell’ultimo trimestre).
Il comparto calzaturiero italiano, grazie ai risultati favorevoli della prima parte dell’anno, chiude il 2023 con il fatturato a 14,6 miliardi di euro, in debole crescita sul 2022 (+0,9%) sostenuto dall’export, che si attesta a 12,8 miliardi (+1,1% a valore). Bene il saldo commerciale (5,8 miliardi, +7,3%), ma stentano la spesa delle famiglie italiane (-1,5%) e soprattutto i volumi prodotti (che hanno annullato il recupero del 2022 tornando a 148 milioni di paia, -8,6%) e quelli esportati (-10,6%), in sensibile contrazione.