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4S PLANET contro il cambiamento climatico

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Dicembre 2024

4S PLANET contro il cambiamento climatico

Cinquanta aziende italiane della filiera moda hanno intrapreso un percorso concreto per ridurre le proprie emissioni di CO2, aderendo al programma che monitora l'impatto su materie prime, energia e logistica.

Dal ritorno della produzione in Italia alla scelta del trasporto navale invece che aereo, dall’installazione di pannelli solari all’elettrificazione dei processi: le iniziative messe in campo da cinquanta aziende italiane della filiera moda che hanno aderito al programma 4S PLANET dimostrano come il settore stia passando dalle parole ai fatti nella lotta al cambiamento climatico. “I progetti di decarbonizzazione sono al centro delle strategie virtuose di molti brand e, di conseguenza, delle aziende di produzione che fanno parte della loro filiera”, spiega Francesca Rulli, ideatrice di 4sustainability® e amministratrice di YHub. “Il primo passo è misurare i consumi totali della fabbrica, dettagliandoli per processo fino alla singola fase o macchinario. Così facendo, è possibile individuare il potenziale di riduzione. Non si tratta solo di installare pannelli fotovoltaici o passare all’energia verde: la vera sfida è ripensare i processi produttivi”.

Il settore della moda è responsabile di una quota significativa delle emissioni globali, stimata tra il 2% e l’8% del totale. “Oggi i brand richiedono informazioni molto dettagliate sugli aspetti ambientali, ma sono pochissimi quelli che valorizzano – anche in termini di prezzo – i materiali prodotti con un minore impatto sul clima”, conclude Francesca Rulli. “Ci sono comunque segnali positivi. Alcuni brand hanno iniziato a misurare il contributo delle loro filiere alla riduzione delle emissioni, per stringere partnership più importanti con le imprese virtuose. Si parla tanto di giustizia climatica, cioè il concetto per cui ciascuno è tenuto a contribuire all’azione per il clima sulla base delle proprie responsabilità, evitando che siano gli attori più vulnerabili a pagarne il prezzo. Ecco, nel settore della moda, questo è un esempio di giustizia climatica”.

Le 50 aziende che hanno aderito a 4S PLANET stanno implementando azioni in quattro aree strategiche:

1. Ripensare l’approvvigionamento: “Alcune zone possono garantire costi più bassi nel breve termine, ma essere più vulnerabili all’impatto della crisi climatica, a causa di scarsità d’acqua, eventi meteo estremi, temperature estreme che rendono più difficile la produzione ecc. L’azienda è chiamata a valutare questi trend negli anni a venire, salvaguardando la propria business continuity”, sottolinea Francesca Rulli.

2. Innovare macchinari e impianti: Qui la capacità di innovazione, investimento e gestione manageriale fa la differenza. La sostenibilità talvolta viene ancora descritta come un costo ma in realtà è un investimento, anche perché porta a ottimizzare le risorse generando quindi un vantaggio competitivo”, continua Rulli.

3. Convertire le fonti energetiche: “Da un lato bisogna agire sull’elettrificazione, sostituendo ove possibile il gas metano, dall’altro assicurarsi che questa energia arrivi da fonti rinnovabili, attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici e la scelta di fornitori di energia verde”.

4. Trasformare la logistica: “Il reshoring delle produzioni in Italia è positivo perché l’UE vanta normative evolute in termini ambientali e sociali. Per il trasporto merci, la nave è preferibile all’aereo, mentre per la mobilità aziendale si punta su modelli elettrici e ibridi”.

 

 

Francesca Rulli

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