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Tutto fermo per pelle, tessuti, sintetici e accessori. I numeri di una crisi che non vuole finire.

News brevi

Ottobre 2024

Tutto fermo per pelle, tessuti, sintetici e accessori. I numeri di una crisi che non vuole finire.

Lineapelle ha diffuso i dati del settore che mostrano una situazione di mercato ancora in calo.

ITALIA

Le attuali stime (parziali) sull’andamento dell’industria conciaria italiana nel primo semestre 2024 mostrano complessivamente un calo del 3,1% in termini di fatturato e del 2,7% nei volumi di produzione rispetto al corrispettivo periodo dell’anno scorso.

Dopo aver chiuso il 2023 con una perdita del 6,5% in valore e del 9,5% in volume, anche l’anno in corso non ha registrato grandi cambiamenti nella tendenza di mercato negativa per il settore e per l’intera filiera pelli nazionale. La persistente sofferenza generalizzata degli acquisti da parte del consumatore, particolarmente rilevante per i beni di consumo moda e arredo (rispetto a servizi e prodotti di tecnologia, per esempio), ha avuto origine dall’ondata inflazionistica scaturita nel 2022 a causa del recupero post-Covid e dell’inizio del conflitto russo-ucraino, ma si è amplificata durante l’anno passato e nei primi mesi di quello in corso, anche a causa delle tensioni mediorientali e delle incerte previsioni politiche in UE (nuovo Parlamento e nuova Commissione UE, elezioni in alcuni importanti Paesi membri) e in USA (elezioni presidenziali a novembre). Il diffuso clima di incertezza sta frenando anche le vendite dei brand dell’alto di gamma, che avevano rappresentato un volano importante per la conceria italiana negli ultimi anni, ma che ora soffrono (quasi) come le altre gamme di prodotto.

I flussi italiani di export di pelli evidenziano anch’essi un calo complessivo, con un ribasso dell’1,6% in valore nel periodo gennaio-maggio 2024, a confronto con il medesimo periodo dell’anno scorso. Nonostante il segno negativo delle esportazioni totali, l’analisi delle singole spedizioni per principale Paese di destinazione mostra andamenti differenziati, anche di notevole intensità. Tra i nostri primi 20 Paesi di export, crescono Spagna (+16%), Cina (+17%, inclusa Hong Kong), Vietnam (+39%), Germania (+6%), Serbia (+6%), Messico (+11%), Corea del Sud (+3%) e India (+1%), mentre calano Romania (-12%), USA (-4%), Tunisia (-13%), Portogallo (-18%), Polonia (-8%), Albania (-8%), Regno Unito (-3%), Slovacchia (-17%), Repubblica Ceca (-10%) e Turchia (addirittura -42%). Stabile la Francia, prima meta estera delle pelli italiane.

Dall’analisi dell’andamento dei singoli segmenti e distretti produttivi della conceria italiana, non emergono purtroppo eccezioni al quadro negativo sopracitato. In termini di produzione per origine animale, le pelli bovine mostrano, in media, variazioni lievemente meno negative rispetto alle ovicaprine, mentre, in termini di settore di destinazione d’uso, le difficoltà appaiono diffuse a tutti i tipi di clientela. In calo i fatturati di tutti i principali comprensori conciari nazionali.

 

ALTRI PAESI

A livello globale, il monitoraggio della produzione di pelli bovine medio-grandi nella prima parte del 2024 offre un quadro diffusamente calante, sia per quanto riguarda il resto d’Europa (con cali importanti in Germania, Portogallo, Austria, Regno Unito, e più lievi in Francia e Spagna) che le altre aree mondiali (anche in questo caso, forti ribassi dappertutto, tranne Cina, che si mostra in recupero, e Brasile, che registra decrementi contenuti). Nel segmento dei vitelli, segno medio negativo in Francia e positivo in Spagna, mentre per le pelli ovicaprine il panorama è più differenziato (Cina, Spagna e Francia in crescita, in calo invece gli altri principali produttori del comparto).

 

TESSUTI, SINTETICI E SUCCEDANEI DELLA PELLE

Il primo semestre del 2024 ha mostrato un rallentamento generale del comparto a livello UE, che chiude in stallo sull’anno precedente, in virtù della debolezza dei produttori tedeschi e dei ribassi degli italiani, e nonostante la buona tenuta dei francesi. Pesanti ribassi per il rigenerato di fibre di cuoio, male anche i tessuti di fibre sintetiche. Generalmente fiacca pure la dinamica del sintetico.

 

ACCESSORI E COMPONENTI

Performance negativa nel parziale dell’anno, con tutti i maggiori produttori UE in ribasso (eccetto i romeni). A livello di segmento, cali pesanti, a due cifre, interessano le altre parti di calzature, con perdite significative, ma più moderate, per le minuterie metalliche e gli altri accessori.


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