Arsutoria Studio

Meglio del previsto A+A 2023


Superate le aspettative della vigilia. L’edizione 2023 di A+A, la fiera per la sicurezza e la salute sul lavoro di Düsseldorf che si è svolta dal 24 al 27 ottobre scorsi, si è chiusa dopo quattro giorni di attività intensa con numeri di partecipazione record.
Con il leitmotiv “Ispirazioni per un ambiente di lavoro migliore”, la manifestazione tedesca ha schierato in campo circa 2.200 aziende espositrici provenienti da 58 nazioni che hanno presentato le loro innovazioni in 12 padiglioni su una superficie di oltre 80.300 metri quadrati. Impressionanti anche i numeri relativi all’affluenza: 62.000 visitatori specializzati provenienti da 140 Paesi si sono recati a Düsseldorf per informarsi sulle ultime novità in fatto di sicurezza sul lavoro.
Secondo un sondaggio effettuato dagli organizzatori fra i visitatori, il 96,4% di loro si è dichiarato soddisfatto della vista in fiera. Anche i commenti da noi raccolti a caldo durante la manifestazione, in particolare fra gli espositori di calzature sono di segno positivo per la grande capacità attrattiva dell’evento, giudicata spesso superiore alle aspettative. Qualche critica è invece emersa a seguito dei cambiamenti di posizione imposti dagli organizzatori nella redistribuzione degli spazi ai fini di una miglior segmentazione dell’offerta. In particolare, alcuni fornitori di materiali, stampi e tecnologie per calzature hanno lamentato di essere stati confinati in padiglioni troppo defilati e lontani dagli ingressi principali.
Quanto all’offerta in mostra, questa edizione della fiera ha messo al centro dell’attenzione due dei più importanti megatrend del nostro tempo: la digitalizzazione e la sostenibilità. Le innovazioni nel campo della digitalizzazione dell’ambiente di lavoro che sono state presentate per la prima volta alla fiera, si sono rivelate particolarmente degne di nota. Dispositivi di protezione intelligenti e indossabili, app di ordinazione per la gestione dei materiali pericolosi, health coach basati sull’intelligenza artificiale, nonché applicazioni di realtà virtuale ed esoscheletri sono esempi di tecnologie che guidano il mondo del lavoro verso un’economia digitale e sostenibile.
Sviluppi che non solo supportano la sicurezza sul posto di lavoro, ma contribuiscono anche ad aumentare l’efficienza e a creare ambienti di lavoro più sani.
“L’A+A di quest’anno ha affrontato questioni e sfide attuali, ha fornito spunti di riflessione, ha mostrato approcci alle soluzioni e ha promosso lo scambio personale. Siamo molto soddisfatti del feedback positivo e vorremmo ringraziare tutti per la fiducia che ci hanno accordato”, riassume Lars Wismer, direttore di A+A, e aggiunge: “È stato bello vedere come la fiera sia una piattaforma che ispira, collega e fa progredire il settore”.
Diversi forum ed eventi interessanti come il Corporate Fashion Show hanno completato il variegato programma della fiera. Sulla passerella di A+A rinomati produttori di DPI hanno presentato le ultime tendenze della moda, pensate per una generazione di giovani che, oltre alla funzionalità e alla sostenibilità, vogliono anche avere capi esteticamente accattivanti ed esprimere il loro stile personale.
La fiera ha ospitato anche il 38° Congresso internazionale Basi sulla sicurezza e la salute sul lavoro che ha attirato circa 3.000 delegati, affrontando temi del futuro come l’intelligenza artificiale e le conseguenze del cambiamento climatico. In qualità di evento specialistico leader a livello internazionale, il Congresso ha presentato i progressi politici nazionali e globali e le strategie di prevenzione come “Vision Zero”.

Importante anche la conferenza WearRAcon Europe, l’edizione europea della conferenza WearRAcon negli Stati Uniti, che si è svolta per la prima volta ad A+A 2023, durante la quale esperti del settore ricerca e sviluppo e aziende hanno presentato e discusso le innovazioni e le tendenze nel campo della tecnologia degli esoscheletri.
Già programmata la prossima edizione, ovviamente fra due anni: la A+A 2025 si si terrà a Düsseldorf dal 4 al 7 novembre.

Sneaknit, il comfort imbattibile della maglia

Sneaknit utilizza tecnologie di maglieria avanzate garantendo un approccio eco-compatibile. Una componente chiave del modello commerciale di Sneaknit è infatti l’uso di filati riciclati dalla plastica, che eliminano dall’ambiente da 5 a 15 bottiglie di plastica per ogni paio di scarpe prodotto. Grande attenzione all’ambiente, dunque, ma senza mai dimenticare la sicurezza e il comfort degli utilizzatori.
“Le tomaie Sneaknit sono progettate per soddisfare i più rigorosi standard di sicurezza per ogni categoria di prodotto” spiegano dall’azienda marchigiana nata nel 2019 e subito diventata un importante punto di riferimento per il settore.  La peculiarità di questi prodotti deriva proprio dalla loro costruzione con la tecnologia Knit. “La maglia offre un comfort imbattibile, avvolgendo il piede come una calza e adattandosi perfettamente ai movimenti naturali, oltre alla leggerezza e la traspirabilità che la contraddistingue. Grazie a questo tipo di lavorazione non solo si riduce l’affaticamento del piede durante lunghi turni lavorativi, ma si contribuisce anche a migliorare la produttività e il benessere complessivo dei lavoratori”.
I vantaggi della tecnologia knit sono così interessanti che la ricerca non conosce sosta. “Recentemente – riferiscono da Sneaknit – abbiamo sviluppato nuovi progetti per calzature safety S1, che includono scarpe antistatiche con una resistenza alla scivolosità su superfici ceramiche e di acciaio. Ma anche per la categoria S2, che va oltre, aggiungendo la resistenza all’assorbimento dell’acqua. Queste caratteristiche fanno delle nostre tomaie una scelta ideale per assicurare protezione in una vasta gamma di ambienti di lavoro, garantendo la sicurezza e il comfort in ogni situazione”.
La sostenibilità è da sempre al centro della filosofia di Sneaknit. Ricordiamo infatti che le tomaie sono realizzate utilizzando filati riciclati certificati Global Recycle Standard (GRS). Questo non solo riduce l’impatto ambientale, ma contribuisce anche a ridurre la dipendenza da risorse vergini. L’utilizzo di materiali riciclati rappresenta un passo significativo verso un’industria delle calzature più sostenibile e responsabile.
“Noi di Sneaknit siamo sempre a lavoro per sviluppare progetti per migliorare la sicurezza delle calzature da lavoro. L’obiettivo è quello di combinare tecnologie all’avanguardia, materiali innovativi e design ergonomico per offrire soluzioni sempre più efficaci alle esigenze dei lavoratori di tutto il mondo” concludono dall’azienda.

Nelle immagini, due modelli recenti realizzati con tomaie Sneaknit

L’impegno di Bernardini Srl per un futuro sostenibile

La Bernardini Srl ha ottenuto la certificazione Level 3 di ZDHC secondo la specifica tecnica ICEC TS 420. “Siamo orgogliosi di questo risultato che oggi ci permette di presidiare il mercato con ancora più trasparenza, offrendo a rivenditori e concerie un’ulteriore garanzia di sicurezza e qualità dei nostri prodotti” spiega Ivano Bernardini, titolare dell’azienda di Arzignano specializzata nella produzione di ausiliari chimici per la fase umida della concia.


Ad oggi sono già 200 i prodotti chimici Bernardini registrati sulla piattaforma Chemical Gateway di ZDHC che ne garantisce la conformità al programma Roadmap to Zero di ZDHC (Zero Discharge of Hazardous Chemicals) che mira a limitare ed eliminare le sostanze chimiche più pericolose, secondo la MRSL versione 3.1 al fine di promuovere una chimica più sicura nel rispetto e nella protezione dell’ambiente.
Un percorso impegnativo, quello necessario ad ottenere la conformità al Livello 3 (il più alto), che certifica l’assenza di sostanze pericolose nei prodotti, ma anche il loro essere all’avanguardia da tutti i punti di vista.


“Paradossalmente questa è stata la parte più facile perché da sempre siamo impegnati a produrre ausiliari chimici performanti utilizzando il più possibile materie prime di origine naturale e rinnovabili come recita anche il motto ‘Ecological Leather Chemicals’ abbinato alla nostra ragione sociale”

spiega Bernardini, coadiuvato nell’attività dai figli Dimitri e Patrick, che rappresentano la terza generazione familiare alla guida di quest’azienda veneta che il prossimo anno festeggerà il cinquantesimo.


Un traguardo importante, dunque, che giunge alla fine di un percorso avviato molti anni fa. Bernardini ha infatti sempre creduto nell’importanza delle certificazioni, ottenendo la ISO 9001 per la qualità nel 2005 e la ISO 14001 per l’ambiente nel 2008. “La certificazione ambientale ottenuta allora ci ha molto aiutato nel percorso fatto ora con ZDHC perché all’epoca attrezzammo il nuovo stabilimento di 5mila metri quadri, dove siamo ancora oggi, per garantire il massimo rispetto ambientale e l’assoluta sicurezza dei lavoratori” conclude l’imprenditore veneto.

Vesta Corporation si racconta attraverso il primo Bilancio di Sostenibilità

Attiva dal 1966 a Ponte a Egola, Vesta Corporation è un punto di riferimento per la lavorazione di pellami pesanti e di vitelli di spessore più leggero. L’azienda collabora sia con il mondo della calzatura femminile elegante e i brand della pelletteria di lusso, sia con il mercato tecnico e sportivo premium, offrendo pelli conciate al cromo e metal free.


A fine anno la conceria toscana ha pubblicato il suo primo Bilancio di Sostenibilità “scelta non dovuta ma voluta, da chi negli ultimi anni ha indirizzato i propri investimenti e le proprie risorse verso lo sviluppo di un modello di produzione e gestione aziendale sempre più responsabile” come si legge nel comunicato stampa.
Le informazioni contenutevi si riferiscono all’anno 2022 e, laddove possibile, vengono riportati i dati relativi all’anno precedente, al fine di permettere la comparabilità dei dati nel tempo e valutare l’andamento delle attività di Vesta. La sostenibilità è un percorso ad obiettivi, per questo il confronto permette di misurare concretamente la crescita dell’azienda, che si impegna a proseguire di anno in anno questa rendicontazione. Le azioni migliorative già attuate da Vesta coinvolgono la responsabilità aziendale dal punto di vista ambientale, sociale e di governance. Si traducono, ad esempio, nell’innovazione dell’impianto di riscaldamento e della lavorazione (con la realizzazione di un nuovo reparto bottali con tecnologia 4.0), che garantiscono significativi risparmi energetici, idrici ed economici. Alle numerose certificazioni aziendali si sono poi aggiunte quella di Tracciabilità Materie Prime con punteggio ECCELLENTE e le analisi di Carbon e Water footprint.

A dimostrazione dell’impegno profuso nel migliorare le performance aziendali, a valutazione del Leather Working Group (che misura le prestazioni ambientali dei produttori di pelle per una produzione ecologica e una gestione sistemica della qualità, dell’ambiente, della sicurezza e dell’etica) è passata da BRONZE (2020) a GOLD nel 2023. In questa ottica rientra anche il codice etico adottato da Vesta, che guida quotidianamente l’operato dell’azienda e dei suoi dipendenti, tracciando la rotta degli obiettivi futuri. Il raggiungimento dell’indipendenza energetica è uno dei passi più importanti che si profila all’orizzonte, attraverso l’installazione di un impianto fotovoltaico. A questo si affianca la realizzazione di un progetto di compensazione totale delle proprie emissioni CO2 per l’anno rendicontato e certificato. Tale neutralità verrà raggiunta attraverso l’acquisizione di crediti derivanti da progetti certificati dalle Nazioni Unite, come la costruzione di un importante impianto idroelettrico, a cui Vesta sta contribuendo.

A livello produttivo, la ricerca aziendale si sta concentrando sullo sviluppo di soluzioni che riducano i consumi idrici ed energetici, nonché l’implementazione di dinamiche circolari attraverso l’adozione di sempre più prodotti considerati bio-based, che garantiscano un fine vita del prodotto e dello scarto più sostenibile. I 40 dipendenti di Vesta e il territorio in cui opera sono e saranno sempre più centrali nella visione dell’azienda che si impegna a un miglioramento costante del loro benessere e del loro sviluppo.

S.C. Costruzioni Meccaniche presenta la linea HOTMIX

S.C. Costruzioni Meccaniche progetta, costruisce ed installa impianti ed attrezzature ausiliarie per diversi settori industriali, in particolar modo macchine per conceria e impianti di depurazione. Tra gli impianti di punta si distingue la linea Hotmix: impianti concepiti per ottimizzare la miscelazione (e pure il dosaggio) di numerose sostanze chimiche quali fluidi più o meno viscosi, polveri di varia granulometria da diluire nei liquidi, paste variamente consistenti. Sono costituiti da un serbatoio all’interno del quale vengono immessi gli ingredienti, che poi opportunamente agitati e riscaldati si omogeneizzano e generano la miscela voluta.
Sono possibili numerose configurazioni a partire da un semplice contenitore a caricamento manuale fino ad un impianto completamente automatizzato gestibile tramite PLC.

Queste le caratteristiche principali degli impianti Hotmix:
– La gamma dimensionale va da un volume minimo di 500 litri fino al più grande con volume di 12000 litri.

– Si può avere il serbatoio a terra oppure appoggiato su soppalco calpestabile; questa seconda soluzione facilita le operazioni di scarico della miscela ottenuta, senza l’ausilio di pompe di sollevamento.

– Il serbatoio può essere appoggiato su celle di carico, per il controllo dei pesi in tempo reale.

– Per velocizzare e facilitare la miscelazione, il serbatoio di contenimento può essere riscaldato sia tramite energia elettrica, sia con fluidi caldi a seconda dell’esigenza del cliente.

– È possibile dotare l’impianto di bocche di aspirazione per le esalazioni/fumi prodotti e di un apposito abbattitore esterno secondo la normativa vigente.

– All’interno del serbatoio, il dispositivo rotante detto “agitatore” può essere a pale variamente sagomate, oppure ad “ancora” con raschiatori sul fondo e sulla parete laterale.

– L’adduzione degli ingredienti può essere manuale oppure tramite tubazioni con valvole di intercettazione servocomandate elettricamente o pneumaticamente. A monte sono installate pompe elettriche e/o pneumatiche che prelevano le sostanze dai sili di deposito e le spingono all’impianto di miscelazione.

– La configurazione più evoluta con celle di carico, adduzione ingredienti tramite tubazioni, con valvole di intercettazione e pompe di alimentazione rendono possibile l’automazione completa di tutto il processo, liberando completamente gli operatori dai rischi derivanti dalla manipolazione di sostanze chimiche.

– Allestimento dell’impianto anche in ambienti soggetti a normativa ATEX.

– S.C. Costruzioni Meccaniche costruisce anche sili in acciaio inox AISI 304 o AISI 316 per lo stoccaggio di prodotti chimici, nelle forme e dimensioni richieste dal cliente.

– S.C. può fornire e installare presso il cliente l’impianto completo di tubazioni, le apparecchiature elettriche e il software necessario per la gestione di tutto il ciclo di miscelazione.

Impianti di miscelazione riscaldati Hotmix

JBS investe 9 milioni per la tracciabilità in Pará

In occasione della COP 28 di Dubai, lo scorso dicembre, JBS ha annunciato un investimento di 9 milioni di dollari per sostenere la tracciabilità della catena di approvvigionamento del bestiame in Pará, uno stato nel Nord del Brasile che comprende una grande fetta della fitta e rigogliosa Foresta Amazzonica. L’impegno del colosso brasiliano della carne si concentra sul miglioramento dei mezzi di sussistenza degli agricoltori e delle comunità locali e sull’eliminazione delle cause economiche della deforestazione.

Oggi compiamo un passo importante collaborando con fondi privati per lanciare questa iniziativa, con l’obiettivo di avere il 100% del bestiame dello Stato etichettato per la tracciabilità individuale dalla nascita alla macellazione entro il 2026. Ciò garantisce, da un lato, l’integrità e la trasparenza della catena produttiva della regione. Inoltre, è necessario sostenere i produttori, consentendo loro di accedere ai benefici che la tracciabilità offre, aprendo i mercati

Helder Barbalho, governatore del Pará

Ha dichiarato a Dubai il governatore del Pará, Helder Barbalho, in occasione della COP 28.

Per accelerare l’adozione del Piano Pará, JBS investirà 9 milioni di dollari nei prossimi tre anni per aiutare i piccoli proprietari a compensare il costo delle etichette di identificazione degli animali e fornire assistenza tecnica per aiutare i produttori a guadagnarsi da vivere in Amazzonia senza disboscare altre foreste.

L’annuncio del governo del Pará rappresenta una svolta nella lotta alla deforestazione. JBS offre il suo pieno e inequivocabile sostegno a questo sforzo, poiché riteniamo che la piena tracciabilità con il sostegno del governo sia fondamentale per eliminare la deforestazione. Riconoscendo che uno dei maggiori fattori di deforestazione è la mancanza di opportunità economiche per i produttori locali, JBS ha già iniziato a fornire assistenza finanziaria e competenze tecniche ai produttori per etichettare e tracciare il bestiame a Marabá, assicurando che i servizi di estensione siano disponibili per i produttori in tutto lo stato attraverso quattro uffici verdi JBS

Gilberto Tomazoni, amministratore delegato di JBS Global

Lo scorso novembre JBS ha avviato con successo un progetto pilota di identificazione individuale degli animali, primo nel suo genere, in collaborazione con Allflex e partner ONG presso la struttura Friboi di Marabá, nello Stato del Pará. L’obiettivo è estendere il progetto pilota a tutti gli allevamenti che riforniscono direttamente la struttura di Marabá. L’azienda sosterrà altri partner del progetto e il governo statale nell’avvio di prove negli allevamenti di vacche da latte, per consentire la completa tracciabilità dei bovini fin dalla nascita.

Silvateam S.p.A. e wet-green GmbH si uniscono per diventare il benchmark nelle tecnologie di concia al naturale

Lo scorso 16 febbraio Silvateam S.p.A., leader mondiale nella produzione di tannini vegetali, ha annunciato di essere il nuovo proprietario di maggioranza di wet-Green GmbH, pioniere della tecnologia brevettata wet-green® per Olivenleder®, dopo l’acquisizione dell’azienda da MB-Holding GmbH. Questa alleanza strategica sarà la “Stella Polare” per le innovazioni sostenibili nell’industria conciaria.


Silvateam S.p.A., con oltre 170 anni di esperienza nella produzione di tannini e all’avanguardia nell’innovazione con il marchio Ecotan®, e wet-green GmbH, un’azienda rivoluzionaria nelle soluzioni di concia ecocompatibili, stabiliscono così un nuovo standard nella manifattura della pelle.

Questa partnership manda un segnale chiaro all’industria: il futuro risiede nelle soluzioni sostenibili e di origine vegetale. Le competenze di Silvateam nella gestione della supply chain e nell’estrazione di tannini vegetali consentiranno di ottimizzare la produzione degli agenti concianti a marchio Olivenleder®, garantendo la scalabilità del sistema a livello industriale. Olivenleder®, nota per il suo agente conciante 100% bio-based wet-green® OBE, rappresenta l’apice della tecnologia di concia sostenibile e si integra perfettamente con la gamma Ecotan® biocircolare di Silvateam.
La pelle Olivenleder® è considerata un cambiamento radicale nel mondo wet-green, grazie al suo prodotto pre-conciante a base di estratto d’ulivo che, per la prima volta nella storia dell’industria conciaria, permette di produrre un pellame simil-nappa al vegetale, morbido e veloce da produrre. Questa svolta è il risultato di esperienze collaudate nel tempo e di costante innovazione, che premia gli sforzi delle due aziende per un’azione eco-consapevole a tutela dell’ambiente.
Questa collaborazione strategica porta un vantaggio significativo sul mercato: l’uso integrato di Ecotan® e Olivenleder® consentirà ai brand di rafforzare la propria impronta ambientale utilizzando entrambi i labels, assicurando così il più alto standard esistente nel segmento delle pelli sostenibili. Questa integrazione di tecnologie e certificazioni sottolinea l’impegno dei partner nello stabilire i nuovi punti di riferimento per la responsabilità ambientale e le best practices nell’industria conciaria.
Antonio Battaglia, Direttore della Business Unit Leather di Silvateam, dichiara: “Questa partnership rappresenta un punto di svolta per l’intera industria. Stiamo stabilendo nuovi standard e dimostrando che le tecnologie di concia sostenibili sono realizzabili, e soprattutto l’unica via da seguire. Olivenleder®, insieme alla gamma completa di prodotti wet-end di Silvateam, permette di ottenere una capacità di innovazione senza precedenti nella tecnologia della pelle green”.

Ecotan®, noto per la sua ridotta impronta ambientale e l’eccellenza qualitativa, offre una gamma di sistemi di concia ecocompatibili, che include una concia vegetale dalle alte prestazioni tecniche e una concia wet-white senza cromo e glutaraldeide. Ecotan® è la prima tecnologia di concia biocircolare, 100% metal free, che permette di realizzare una pelle riciclabile, in armonia con l’uomo e ispirata alla natura. wet-green® OBE, soddisfacendo i requisiti per una pelle biocircolare, integra perfettamente la tecnologia Ecotan®, stabilendo insieme un nuovo orizzonte per l’industria della pelle.
Con questa partnership, Silvateam S.p.A. e wet-green GmbH fissano un nuovo benchmark che combina la sostenibilità con l’innovazione. Rappresenta un chiaro impegno verso un futuro più ecosostenibile e responsabile nella produzione della pelle.

GEA GOMMA: i ‘maestri’ della ‘sole crepe’

Quella di GEA GOMMA SRL è una storia di famiglia, ma anche una storia di impegno nel ricercare la qualità attingendo dal patrimonio naturale. L’azienda nasce, infatti, a Vigevano nel 1952, per intuizione di Giuseppe Bonomi, che comprende le potenzialità della gomma naturale per la produzione calzaturiera. È così che ben presto GEA GOMMA diventa leader a livello europeo nel settore della produzione di para naturale per calzature., attività che viene oggi portata avanti con impegno e successo dai figli del fondatore: Daniela Bonomi, affiancata dai tre figli, William, Paola e Stefano Grivel.

Il complesso produttivo che vediamo oggi è il risultato dell’ampliamento avvenuto nel 1969, con il trasferimento dell’attività a Castello d’Agogna. Nei capannoni industriali, che occupano un’area di circa 14mila metri quadri, si svolge l’intero processo di lavorazione della gomma naturale, conosciuta internazionalmente con il nome “sole crepe”. Il processo di fabbricazione delle lastre in gomma per suole rispetta un disciplinare rigoroso e preciso, che punta a garantire la massima qualità del prodotto e il totale rispetto dell’ambiente.

La particolare lavorazione a cui viene sottoposta la gomma naturale per calzature è tecnologicamente innovativa, il che rende GEA GOMMA uno dei marchi di spicco nel settore accessori per calzature.

Il processo di fabbricazione della para naturale è ecologico e non inquinante, consistendo nella lavorazione della gomma greggia naturale ottenuta dal lattice della pianta Hevea Brasiliensis. Il lattice viene acquistato dalle piantagioni del Sud-Est Asiatico, produttrici della miglior qualità di caucciù, e mediante mulini, mescolatori e calandre, il greggio viene trasformato in lastre di diverso spessore e colore. Da questo procedimento, oltre ad ottenere suole per scarpe di ottima qualità, deriva una gomma non trattata chimicamente e capace di mantenere inalterate le proprie caratteristiche. Questo procedimento, inoltre, ha l’ulteriore valore aggiunto di non produrre fumi, vapori, polveri, e scorie inquinanti per l’ambiente. Ogni residuo di lavorazione, inoltre, può essere riutilizzato nel ciclo produttivo.


FLYTECH SOLES: creare il futuro delle calzature tra tradizione e innovazione

Fondata nel 1998 con il nome di FLYTECH SOLES P&T, ma con radici lontane nell’industria calzaturiera che risalgono al 1927, oggi FLYTECH SOLES è rinomata per la produzione di suole per calzature in TR (gomma termoplastica), EVA (etilene-acetato di vinile), TPU (poliuretano termoplastico), PU (poliuretano) e per una serie di soluzioni artigianali, che fondono l’arte delle suole tradizionali con le moderne conquiste tecnologiche.

Ricordiamo infatti che FLYTECH SOLES è stata la prima azienda in Polonia a iniziare la produzione di suole in EVA: un’iniziativa pionieristica che ha sottolineato la leadership dell’azienda nell’adozione di pratiche e tecnologie all’avanguardia nel settore.

Situata in posizione strategica nell’Europa centrale, FLYTECH SOLES ha fatto tesoro della sua posizione geografica per soddisfare efficacemente le esigenze dei mercati dell’Europa orientale e centrale. Una posizione privilegiata, che migliora la distribuzione e la logistica, consentendo di soddisfare in modo efficiente le diverse esigenze della sua vasta clientela. Inoltre, con un focus strategico sull’Europa occidentale, FLYTECH SOLES è determinata a espandere la propria influenza e presenza in questi mercati chiave.

Dagli inizi come azienda calzaturiera a conduzione familiare all’evoluzione in produttore leader di suole per calzature, FLYTECH ha già al suo attivo molti milioni di paia di suole e la collaborazione con marchi europei leader del settore calzaturiero, con una costante dedizione all’eccellenza.

Con radici profondamente radicate nell’industria calzaturiera e un occhio costantemente rivolto all’orizzonte delle tendenze tecnologiche e di mercato, FLYTECH SOLES non si limita a tenere il passo con l’industria, ma plasma attivamente il futuro delle calzature, rafforzando la propria leadership.

MGT Ecoline: una tecnologia esclusiva per il riciclaggio del PU

Nell’ottica di una produzione sempre più sostenibile e attenta all’ambiente, in occasione della A+A 2023, l’italiana Main Group ha presentato al mercato MGT Ecoline, una nuova tecnologia che permette di recuperare e reintrodurre nel ciclo produttivodella calzatura gli scarti di poliuretano.

“Fino a pochi anni fa non era possibile riciclare questo materiale – ci spiega Davide Silvestrin, responsabile tecnico dell’azienda tecnologica veneta – Main Group ha trovato il modo di trattarlo per poterlo reimmettere nel circuito produttivo ottenendo un beneficio ambientale ed economico”.

Con un nuovo sistema periferico, che va ad aggiungersi alle macchine Main Group, è ora possibile recuperare gli scarti di produzione del poliuretano che fino ad oggi non potevano essere reintrodotti nel processo e dovevano essere gettati via: uno spreco di materiale che impatta sia dal punto di vista ambientale che da quello economico. Quanto alla qualità, le suole realizzate in poliuretano riciclato non hanno nulla di diverso da quelle realizzate con materiale vergine dal punto di vista delle caratteristiche fisico-meccaniche e quindi delle performance tecniche.

Grazie alle nuove tecnologie, negli ultimi anni Main Group ha reso possibile il recupero e il riutilizzo di tanti materiali utilizzati per la produzione delle suole per calzature come il Pvc, l’Eva e la gomma, cui ora si aggiunge il poliuretano, aggiungendo un asset strategico all’interno del mercato dedicato ai macchinari per le calzature.