Cirql®, azienda innovativa con sede in Vietnam e focalizzata sullo sviluppo di componenti per intersuole finite scalabili e meno impattanti e di soluzioni di materiali per i marchi di calzature, annuncia un accordo strategico con Frasson S.p.A., azienda italiana produttrice di suole specializzata nel Supercritical Foam e nello stampaggio a iniezione di componenti per calzature. Questa partnership rafforza la presenza di Cirql in Europa e consente all’azienda di fornire ai marchi calzaturieri europei la propria tecnologia all’avanguardia di polimeri riciclati (rTPU) per intersuole e suole ad alte prestazioni.
Grazie a questa collaborazione, Frasson è ora il partner ufficiale certificato di Cirql nell’UE per lo sviluppo e la produzione di componenti tecnici per calzature. Frasson sarà un fornitore chiave e un partner di sviluppo, un produttore e un OEM approvato nell’UE per le intersuole e le suole Cirql, consentendo soluzioni più sostenibili ai marchi di calzature in tutta Europa.
“Questa partnership è una pietra miliare significativa per Cirql, che si espande nel mercato europeo”, ha dichiarato Matt Thwaites, vicepresidente e direttore generale di Cirql. “L’esperienza di Frasson con il Supercritical Foam e nello stampaggio a iniezione si integra perfettamente con la nostra visione di fornire materiali sostenibili e innovativi ai marchi globali di calzature. Insieme, puntiamo a elevare il settore calzaturiero con soluzioni all’avanguardia ed ecologiche”.
L’approccio innovativo di Cirql ai materiali sostenibili si concentra sulla riduzione degli scarti di produzione, fornendo al contempo una gamma di soluzioni performanti per i componenti tecnici delle calzature. Combinata con le capacità produttive di Frasson, la partnership stabilisce un nuovo standard per la collaborazione eco-consapevole nell’industria calzaturiera e per la minimizzazione dell’impatto ambientale.
“Frasson è un’azienda sempre alla ricerca delle migliori tecnologie al mondo da offrire ai propri clienti. Siamo stati i primi in Italia ad acquistare questo tipo di macchina così da poter studiare questo nuovo materiale. Grazie a Cirql, abbiamo completato il pacchetto di materiali e con la loro tecnologia all’avanguardia del polimero riciclato (rTPU) possiamo ora offrire anche SCF con una parte significativa di materiale riciclato”, ha dichiarato Alberto Frasson, Direttore Generale di Frasson.
Nonostante il clima incerto dei mercati globali, Simac Tanning Tech punta forte sull’internazionalità, sull’innovazione tecnologica e, quest’anno, sull’Africa come continente chiave. Ne parliamo con Agostino Apolito, Direttore Generale di ASSOMAC, l’associazione di categoria italiana organizzatrice della manifestazione.
Quali saranno i punti forti dell’edizione 2025 di Simac Tanning Tech?
«Abbiamo scelto di concentrarci sull’internazionalità e sull’innovazione tecnologica. Quest’anno vogliamo rafforzare ulteriormente il ruolo di STT come piattaforma globale di novità. Prevediamo seminari di approfondimento e percorsi tecnologici mirati, con una speciale attenzione alle prime applicazioni concrete dell’intelligenza artificiale. Le adesioni sono già più che positive, nonostante il clima geopolitico continui a essere complicato».
Come stanno influenzando le tensioni geopolitiche, come quelle tra India e Pakistan o la guerra russo-ucraina, il mercato delle tecnologie per calzature e pelletteria?
«La situazione geopolitica globale rappresenta, purtroppo, una spada di Damocle per tutto il settore. India e Pakistan sono due mercati fondamentali per noi, e le recenti tensioni tra questi due Paesi creano inevitabili incertezze. La guerra fra Ucraina e Russia, inoltre, continua a frenare gli investimenti, con ripercussioni dirette per le nostre imprese, che producono beni strumentali. C’è bisogno di stabilità e visibilità sul futuro per poter investire con tranquillità».
Quali sono le sfide più importanti su cui il settore deve spingere?
«L’Africa è diventata strategica per battere la concorrenza cinese. È una sfida impegnativa, ma l’interesse è molto forte, soprattutto nel settore conciario e delle calzature. Se guardiamo ai numeri, l’equilibrio delle produzioni di Europa e Africa è raggiunto: circa 260 milioni di paia di scarpe per ciascun continente. Per questo motivo come ASSOMAC e STT, stiamo sviluppando progetti significativi non solo con Marocco, Tunisia ed Egitto, ma anche con paesi chiave come Kenya, Senegal e Niger, puntando alla creazione di filiere strutturate e sostenibili, capaci di garantire materie prime di qualità e che, perciò, si affidino alle tecnologie italiane».
Ci sono già attività concrete avviate nel continente?
«Certamente. In Kenya, ad esempio, stiamo collaborando con il governo per organizzare la filiera bovina, che potenzialmente potrebbe diventare una delle più importanti al mondo. La regione Kenya-Mozambico, se fosse un’unica nazione, sarebbe seconda solo a pochi paesi per produzione bovina globale. Tuttavia, la qualità della pelle è ancora bassa e necessita di un intervento strutturale importante. È qui che entrano in gioco ASSOMAC, UNPAC e UNIC, attraverso progetti mirati e missioni sul campo».
Ci sono altre novità in vista per Simac Tanning Tech di settembre?
«Di sicuro una, importante e interessante, dedicata al mondo dell’accessorio metallico. Infatti, integreremo in fiera, come progetto pilota, tecnologie per la galvanica, la doratura e bronzatura degli accessori, accompagnate da sistemi innovativi di depurazione. È un passo avanti significativo che risponde a una richiesta crescente del mercato della moda, sempre più attento non solo alla qualità finale del prodotto, ma anche alla sostenibilità ambientale dell’intera filiera. E risponde alla volontà di STT di espandere i propri orizzonti e coinvolgere nell’offerta anche altri comparti produttivi».
Se dovesse individuare il principale obiettivo da raggiungere con questa edizione di Simac Tanning Tech?
«Rafforzare ulteriormente la posizione centrale della fiera nel panorama internazionale e confermare l’Italia come polo d’eccellenza per l’innovazione tecnologica nel settore. Vogliamo offrire ai visitatori una panoramica completa sulle novità, incoraggiando investimenti che possano alimentare una crescita stabile e sostenibile dell’intero comparto produttivo».
Una sfida ambiziosa, dunque, che guarda ben oltre settembre, puntando a creare una connessione sempre più profonda tra innovazione, mercato globale e sviluppo sostenibile.
Innovare non significa solo sviluppare upgrade tecnici: è anche visione. Punti di vista nuovi che talvolta si aprono avvicinandosi a mondi che sembrano lontani. È su questo confine – tra presente e futuro industriale – che si muove oggi ASSOMAC, l’associazione dei costruttori italiani di tecnologie per calzature, pelletteria e conceria.
«Abbiamo costituito un gruppo di lavoro dedito all’esplorazione di nuove frontiere tecnologiche», racconta Massimo Angeleri, vicepresidente di ASSOMAC. «Il nostro compito è presentare agli associati applicazioni emergenti, come l’intelligenza artificiale, per capire cosa davvero può essere integrato nei nostri macchinari».
Un primo passo concreto è stato l’avvio di una collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. «Abbiamo già avuto un paio di incontri», continua Angeleri. «Loro ci hanno illustrato le direttrici principali della loro ricerca. Ci ha colpito molto l’approccio alla robotica evoluta: parliamo di robot capaci di analizzare le situazioni e reagire autonomamente. Non semplice automazione, ma intelligenza contestuale».
È un cambio di paradigma che potrebbe ridisegnare l’intero ciclo produttivo? La domanda è lecita ed è giusto indagare. Ma senza facili entusiasmi. «Ritengo che il livello delle nostre tecnologie sia già molto alto», precisa Angeleri, «ma questo non vuol dire accontentarsi. Dobbiamo capire come queste innovazioni possano aggiungere valore reale alle innovazioni che già offriamo al mercato».
La prossima tappa sarà una visita a luglio all’IIT, per vedere sul campo le possibili applicazioni. In seguito, alcuni ricercatori saranno ospiti a Simac Tanning Tech. «Li abbiamo invitati a girare tra gli stand», conclude Angeleri, «così potranno vedere da vicino le nostre macchine, il modo in cui lavoriamo e le reali esigenze dei produttori».
Solo indagando le frontiere si scoprono nuovi territori ed è proprio il tipo di percorsi che ASSOMAC e Simac Tanning Tech vogliono proporre al settore.
Il mondo della calzatura si prepara a un appuntamento cruciale con l’innovazione. Dal 31 agosto al 3 settembre 2025, Shanghai ospiterà il 22° UITIC International Technical Footwear Congress, organizzato da UITIC e CLIA – China Leather Industry Association, sul tema “Competitiveness and Sustainability in the Era of Artificial Intelligence”.
Un evento che si preannuncia di straordinario interesse, come conferma Sergio Dulio, Presidente UITIC, che abbiamo intervistato per comprendere meglio le novità di questa edizione.
L’intelligenza artificiale guida l’innovazione
“Più della metà dei paper presentati riguarda l’IA, con progetti maturi e stimolanti. È una svolta”, rivela il presidente Dulio.
L’intelligenza artificiale si conferma il tema cardine della prossima edizione del congresso UITIC, con un sorprendente numero di contributi focalizzati su applicazioni concrete e avanzate. “È una sorpresa positiva, che testimonia la crescente curiosità e la voglia di sperimentare anche nel settore calzaturiero.”
Il congresso esplora scenari inediti in cui l’IA si impone come uno strumento creativo, in particolare in fase di design del prodotto. “Sta emergendo una tendenza diffusa a considerare l’intelligenza artificiale come leva per ripensare i processi di concezione del prodotto”, aggiunge Dulio.
Sostenibilità: da vincolo normativo a leva strategica
Anche il tema della sostenibilità assume una nuova centralità, evolvendosi da semplice obbligo normativo a fattore competitivo decisivo. “Oggi le aziende riconoscono nella sostenibilità un elemento strategico per la competitività”, osserva Dulio. “Non è più soltanto un adempimento imposto dall’esterno, ma un valore ormai entrato nel lessico comune e percepito come necessario alla prosperità dell’impresa.”
Un programma ricco e di alto profilo
Il congresso si articola in quattro grandi sessioni tematiche: Prodotto e materiali innovativi; La sostenibilità come strumento di competitività; Manifattura innovativa e potenziata dall’IA; Casi aziendali di successo.
Tra i momenti più attesi, il keynote speech di Nicoline van Enter sull’intelligenza artificiale applicata allo sviluppo calzaturiero. A lei si affiancherà un secondo keynote speaker scelto fra i top manager di Anta. Il panel conclusivo sarà dedicato al futuro dell’IA nel mondo calzaturiero.
“La qualità degli interventi è molto alta”, sottolinea con soddisfazione Dulio. “Non abbiamo avuto difficoltà a completare il programma con relatori autorevoli per ciascuna delle quattro sessioni.”
Cina protagonista di questa edizione del Congresso
Una delle novità più rilevanti è rappresentata dalla forte crescita del contributo cinese. “C’è stata una partecipazione importante delle aziende cinesi al Call for Abstract con proposte e memorie di qualità elevata”, rivela Dulio.
Innovare per superare la crisi
In un momento delicato per l’intero settore calzaturiero, il congresso assume un valore strategico. “Investire in innovazione è oggi più che mai cruciale”, ribadisce il presidente. “Le tecnologie emergenti, a partire dall’intelligenza artificiale, possono rappresentare una chiave per riconquistare competitività, soprattutto per le realtà produttive che non possono più competere sui volumi.”
Un’opportunità per tutta la filiera
L’evento si rivolge a tutta la catena del valore della calzatura: “È un momento di aggiornamento fondamentale non solo per chi realizza il prodotto finito, ma anche per chi sviluppa e fornisce le tecnologie”, sottolinea Dulio. La filiera è chiamata a dialogare, confrontarsi e ripensarsi in ottica futura.
L’evoluzione di UITIC
Il congresso non è solo un punto di arrivo, ma anche un punto di partenza. “Ci stiamo interrogando su quale sarà l’evoluzione futura della nostra associazione”, anticipa Dulio. “È possibile che tra due anni UITIC non sia più esattamente come la conosciamo oggi.” Un’apertura che lascia presagire importanti novità per le prossime edizioni.
Il 22° UITIC International Technical Footwear Congress di Shanghai si configura come un appuntamento imperdibile per tutti gli operatori del settore che vogliono comprendere e anticipare le trasformazioni in atto. Un’occasione unica per esplorare come intelligenza artificiale e sostenibilità possano diventare i pilastri della competitività futura nel mondo della calzatura.
Il programma definitivo sarà pubblicato intorno al 10 giugno sul sito della conferenza (uitic2025.com).
Portare tecnologia italiana all’estero significa tornare in qualche modo esploratori: richiede equilibrio e strategia, ma i risultati possono essere straordinari. ‘Assomac Around the World 2025’ ha visto e vede l’associazione impegnata in missioni mirate per espandere la presenza delle tecnologie italiane per i settori conciario, della pelletteria e delle calzature nei mercati mondiali più promettenti.
PRIMA TAPPA: India International Leather Fair di Chennai
La prima tappa di questo ambizioso viaggio è stata la India International Leather Fair (IILF) tenutasi a Chennai dal 1 al 3 febbraio. L’evento ha rappresentato una piattaforma strategica per le aziende italiane, pronte a presentare innovazioni e tecnologie all’avanguardia in un mercato, quello indiano, che sta vivendo una rapida espansione. Nel 2025 il PIL indiano è previsto in crescita del 6,5%, con un’industria della pelletteria che punta a raggiungere i 45 miliardi di euro entro il 2030.
L’India, non solo secondo produttore mondiale di calzature e articoli in pelle e quinto esportatore di articoli in pelle, ma anche terzo esportatore di articoli di selleria, rappresenta un mercato cruciale per l’export italiano. Nel periodo gennaio-ottobre 2024, l’Italia si è infatti consolidata come secondo fornitore di macchinari per la lavorazione della pelle, subito dopo la Cina, con esportazioni pari a 14,62 milioni di euro (+42,15% rispetto all’anno precedente).
SECONDA TAPPA: Lineapelle Milano e APLF Hong Kong
A febbraio, il viaggio è proseguito in Italia con Lineapelle Milano, evento imperdibile per le aziende desiderose di mostrare innovazioni tecnologiche e competenze artigianali al mercato globale. La manifestazione milanese è stata immediatamente seguita dalla fiera APLF di Hong Kong dal 12 al 14 marzo, consolidando così il posizionamento italiano in un punto strategico che collega Oriente e Occidente.
TERZA TAPPA: Mega Leather Show, Pakistan
Il tour internazionale è, quindi, approdato in Pakistan con la partecipazione al Mega Leather Show, tenutosi dall’11 al 13 aprile. Il Pakistan, con esportazioni annuali nel settore della pelle di 874 milioni di dollari, rappresenta il secondo settore di esportazione nazionale dopo il tessile. Il paese possiede una filiera ben sviluppata nei settori degli indumenti, scarpe e guanti in pelle.
Con circa 800 imprese del mondo cuoio e 213 membri aziendali della Associazione Conciaria della Pelle, l’industria della pelle rappresenta il 4% del PIL nazionale. La partecipazione di Assomac a questa fiera ha offerto opportunità strategiche per le aziende italiane, aprendo nuove possibilità di collaborazione e contribuendo alla crescita di un settore fondamentale per l’economia pakistana.
INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ: OBIETTIVI CENTRALI
Queste prime tappe del 2025 confermano l’efficacia del programma ‘Assomac Around the World’ nell’aprire nuove rotte commerciali e rafforzare le relazioni internazionali del comparto italiano della pelle. La strategia punta decisamente su innovazione reale, collaborazione concreta e competitività globale, dimostrando che per il Made in Italy non ci sono confini invalicabili, solo opportunità da cogliere.
Con queste premesse, il secondo semestre si prospetta altrettanto dinamico e sfidante. Perché, come insegna Assomac, il successo internazionale non si improvvisa: si costruisce passo dopo passo, viaggio dopo viaggio.
A cominciare dalle tappe in Vietnam e a Shanghai. Assomac Around the World, infatti, continuerà a supportare le aziende associate nell’espansione internazionale anche nel secondo semestre del 2025. Il programma prevede due importanti tappe fieristiche: dal 9 all’11 luglio le imprese saranno in Vietnam, a Ho Chi Minh City, per partecipare alla Shoes and Leather. Successivamente, dal 3 al 5 settembre, l’iniziativa si sposterà a Shanghai per la fiera ACLE.
Confindustria Accessori Moda, la Federazione che rappresenta circa 10.000 imprese dei settori calzaturiero, pelletteria, concia, pellicceria e abbigliamento in pelle, presenta i risultati della 1ª Indagine Congiunturale, che fotografa l’andamento del comparto nel primo bimestre dell’anno. I dati confermano il perdurare delle criticità che hanno caratterizzato tutto il 2024, anno chiuso con un fatturato complessivo di filiera pari a circa 30 miliardi di euro. Il trend negativo si estende anche all’inizio del 2025, con una flessione del -6,4% del fatturato nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a conferma di un rallentamento trasversale in tutti i comparti produttivi. A preoccupare ulteriormente è l’indice della produzione industriale, che – secondo i dati Istat riferiti ai primi quattro mesi del 2025 – segna un calo marcato delle attività: -16,4% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Occupazione: aumento del ricorso alla CIG
Le difficoltà produttive si riflettono anche sull’occupazione: nei primi tre mesi dell’anno sono state autorizzate quasi 13 milioni di ore di CIG nel comparto, in crescita del 66% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Export e Import
L’export nei primi due mesi del 2025 arretra del -6,5% su base annua, attestandosi a 4,2 miliardi di euro. Il dato, di per sé negativo, va però valutato in rapporto all’export (totale anno) del 2024 sul 2019, anno pre-covid: in questo caso si evidenzia una crescita del 3% (25,1 mld € nel 2024, 24,3 mld € nel 2019) che conferma l’apprezzamento che i consumatori di tutto il mondo hanno per il Made in Italy. Resistere è quindi un must.
I flussi in ingresso, trainati dall’import dal Far East, hanno ripreso a crescere (+7,5%). Per effetto di tali dinamiche, il saldo commerciale del comparto – sebbene in attivo per 2,2 miliardi di euro – ha registrato una flessione a doppia cifra (-16,7%) rispetto al 2024: questo induce a una riflessione legata al prezzo dei prodotti Made in Italy sul mercato, troppo costosi per il potere d’acquisto attuale delle famiglie italiane.
A livello geografico, l’export verso l’Unione Europea resta stabile (-0,3%). Resiste al momento anche il mercato statunitense (-1,2%), pur segnalando difficoltà legate all’introduzione dei nuovi dazi della seconda amministrazione Trump. Più netta la frenata in Cina (-30,5%) e Hong Kong (-20,4%); segnali positivi arrivano invece da Emirati Arabi (+11,4%), Turchia (+23,5%), Kazakistan (+10,4%) e Ucraina (+0,5%).
Previsioni per l’anno in corso, stabili ma insoddisfacenti
L’analisi previsionale sul secondo trimestre del 2025 non lascia intravedere segnali di ripresa. Il sentiment delle imprese resta improntato alla cautela:
Il 52% degli intervistati prevede condizioni stabili ma insoddisfacenti, mentre un’impresa su due teme un’ulteriore riduzione dei ricavi;
Sul fronte occupazionale, 7 aziende su 10 stimano una tenuta dell’organico, il 28% prevede una contrazione, mentre solo il 10% ipotizza un incremento;
Il 39% delle imprese prevede di ricorrere alla CIG anche nel secondo trimestre.
Alla base del perdurare delle difficoltà vi è, in primo luogo, la debolezza generalizzata della domanda interna ed estera, indicata da 8 imprese su 10. Seguono gli effetti dei conflitti geopolitici: Russia-Ucraina e Medio Oriente, citati complessivamente dal 28% delle aziende. Non meno rilevante la preoccupazione legata alla crisi dei grandi marchi del lusso e ai nuovi dazi USA, indicata dal 40% del campione.
Giovanna Ceolini, Presidente di Confindustria Accessori Moda, ha commentato: «Il quadro che emerge è indubbiamente complesso, ma le imprese della filiera stanno dimostrando una grande capacità di resilienza e volontà di adattamento. Accanto alle difficoltà legate al calo della domanda, alle tensioni geopolitiche e al rallentamento dell’export, le aziende devono confrontarsi anche con sfide strategiche di lungo periodo, a partire dalla sostenibilità. I consumatori sono sempre più attenti a questo aspetto nelle loro scelte d’acquisto e, se per il 56% delle imprese del settore la sostenibilità rappresenta una priorità assoluta, il 38% prevede che l’attenzione su questi temi crescerà ulteriormente nei prossimi mesi. Tuttavia, per trasformare questo impegno in azioni concrete servono investimenti significativi, risorse che oggi molte PMI faticano a reperire. La situazione è difficile: si rischia il collasso di un intero comparto, composto da migliaia di piccole e medie imprese, artigiani, professionisti e centinaia di migliaia di lavoratori”. E aggiunge: “Pur apprezzando l’attenzione dimostrata dall’attuale Governo nei mesi scorsi, chiediamo l’apertura urgente di un Tavolo congiunto tra aziende produttive e Brand, per costruire insieme un futuro sostenibile per la filiera produttiva del Made in Italy, visto che sono le nostre aziende che in molti casi producono gli accessori apprezzati dai consumatori di tutto il mondo e firmati da Marchi internazionali. È fondamentale agire con tempestività e adottare misure concrete, quali il credito d’imposta per i campionari 2015–2019, il sostegno all’internazionalizzazione e all’accesso al credito, la proroga degli strumenti anticrisi, inclusa la CIG, e l’implementazione di una nuova politica industriale capace di accompagnare le imprese verso innovazione e sostenibilità. Il tempo è una variabile decisiva: ogni mese che passa senza risposte rappresenta un passo indietro per l’intero sistema moda italiano».
Il progetto LIFE I’M TAN volge alla conclusione. Avviato a settembre 2021 e finanziato dalla UE tramite il programma Life (LIFE20 ENV/IT/000759), questa iniziativa è nata con l’obiettivo di migliorare i metodi tradizionali di concia e riconcia al vegetale attraverso lo sviluppo di una nuova generazione di tannini naturali altamente performanti, sottoposti a innovativi processi di purificazione e modifica chimico-fisica. La produzione di questi tannini modificati è attualmente in fase pilota, con ulteriori analisi di mercato, fattibilità e costi in corso, finalizzate alla successiva scalabilità verso capacità industriali.
Il progetto ha coinvolto cinque aziende partner italiane, direttamente o indirettamente collegate all’industria conciaria, e coordinato da Silvateam. Queste aziende sono Crossing, il Centro Ricerca per la Chimica Fine (CRCF), la Conceria Incas e il Consorzio Aquarno.
OBIETTIVI E CONCEPT DEL PROGETTO
L’obiettivo principale di LIFE I’M TAN è stato quello di creare e validare tannini naturali innovativi, purificati e chimicamente modificati che mirano non solo a migliorare i processi di concia esistenti, ma anche a creare soluzioni completamente nuove, sempre con un forte impegno verso la sostenibilità ambientale, economica e sociale e in ottica dei nuovi regolamenti Europei del Digital Product Passport e Deforestation Free Products.
I quattro anni di ricerca applicata hanno portato allo sviluppo di nuovi tannini naturali estratti da fonti botaniche quali il legno di castagno e quebracho. Tali agenti concianti si presentano come soluzioni eco-sostenibili che favoriscono una minore dipendenza da sostanze chimiche pericolose, una diminuzione del consumo di acqua e una migliore qualità delle acque reflue. Inoltre, il progetto ha studiato la fattibilità di valorizzare sia i sottoprodotti della produzione di questi nuovi tannini sia i rifili e ritagli della lavorazione dei pellami in soluzioni ad alto valore aggiunto, promuovendo un esempio concreto di economia circolare scalabile a livello industriale.
L’intero percorso di ricerca e sviluppo è stato condotto adottando una metodologia analitica rigorosa definita da specifici Key Performance Indicators (KPI), quali l’analisi del Life Cycle Assessment (LCA) dei pellami, e su valutazioni tecniche in linea con gli standard del settore conciario e con quelli più stringenti dell’industria automotive e della moda.
Aquarno: il respirometro per i test sulla biodegradabilitàCrossing: preparazione del reattoreCrossing: il reattore
EVOLUZIONE DEL PROGETTO E RISULTATI CHIAVE
Le principali fasi del progetto hanno previsto le seguenti attività:
– Benchmarking e analisi ambientale: sono state condotte valutazioni complete delle tecnologie di concia tradizionali presenti sul mercato, stabilendo gli impatti ambientali di riferimento. Questo benchmarking ha permesso di valutare i miglioramenti ottenuti tramite l’utilizzo dei nuovi tannini modificati.
– Sviluppo dei nuovi tannini purificati: il team di ricerca dedicato alle attività di green chemistry, composto da Silvateam, Crossing e CRCF, ha messo a punto i processi di purificazione e modifica chimica all’avanguardia che hanno permesso di sviluppare i nuovi tannini naturali. Questi estratti hanno da subito dimostrato proprietà chimico-fisiche migliorative rispetto agli standard di riferimento. Alcuni di essi non solo offrono prestazioni superiori ma anche, grazie alla loro maggiore concentrazione di sostanze attive, permettono di ridurre il dosaggio rispetto ai tannini tradizionali, a parità di applicazione. Altri, caratterizzati da un colore molto più chiaro rispetto ai tannini standard, presentano caratteristiche chimiche ideali per stabilizzare le pelli in pickel, contribuendo così a ridurre l’utilizzo di composti di derivazione fossile durante la fase di preconcia.
– Applicazione nella produzione di pellami: i nuovi tannini sono stati sottoposti a rigorosi test applicativi sia in ambito sperimentale che industriale. La Conceria Incas ha prodotto lotti di pellami su scala industriale per la produzione di articoli per calzatura e pelletteria, confermando l’applicabilità e i benefici in termini di performance di concia. Tali pellami, trattati con i nuovi estratti LIFE I’M TAN, permettono di ottenere una vasta gamma di colori, rendendoli ideali anche per lo sviluppo di articoli con tonalità pastello. Questo è un notevole passo in avanti rispetto all’impiego dei tannini tradizionali. Un altro aspetto particolarmente promettente, che merita ulteriori approfondimenti, riguarda l’applicabilità di questi nuovi estratti in formulazioni destinate a produrre pellami waterproof.
– Impronta ambientale del nuovo processo di concia: la comparazione con i benchmark si è estesa anche a diversi parametri di impatto ambientale. Il Consorzio Aquarno ha analizzato tali parametri chimico-fisici, collaborando con la conceria Incas e CRCF per ottimizzare i processi di trattamento delle acque reflue, ottenendo dei significativi vantaggi: — Riduzione del consumo idrico nelle fasi di concia che varia dal 5 al 25% a seconda degli articoli sviluppati. Una ottimizzazione che sfrutta le ottime performance e la modulabilità delle caratteristiche dei nuovi tannini modificati per l’ottenimento di diversi articoli comparabili con i benchmark. — L’analisi dei bagni di concia ha evidenziato una riduzione fino al 40% di sostanza organica nelle acque di scarico, domanda chimica di ossigeno (COD), rispetto ai benchmark di riferimento. — Anche le sostanze potenzialmente inquinanti, tra cui fenolo, bisfenoli e formaldeide, sono state ridotte fino a oltre l’80%, risultato direttamente attribuibile a una significativa diminuzione nell’uso di agenti concianti di origine sintetica. — Sono in corso test sulla biodegradabilità delle acque di scarico per verificare se, oltre alla riduzione del carico inquinante, si registri anche un incremento della biodegradabilità. Tuttavia, queste valutazioni saranno condotte solo al termine del progetto.
Tali dati sono parte integrante dell’analisi del ciclo di vita dei prodotti finiti (LCA) e del relativo costo (Life Cycle Costing – LCC).
– Upcycling dei vari sottoprodotti LIFE I’M TAN: un ulteriore vantaggio significativo dell’utilizzo dei nuovi tannini naturali è la riduzione degli scarti di produzione, sia a livello chimico che conciario. La purificazione dei nuovi tannini modificati ha permesso di valorizzare alcuni sottoprodotti di processo, tramite l’utilizzo come ingredienti preziosi in altri settori quali la zootecnia e la produzione di resine a basso impatto ambientale.
Al contempo, i rifili e ritagli della produzione dei pellami possono essere riciclati, tramite un processo di idrolisi, in fertilizzanti destinati all’agricoltura biologica, contribuendo così a chiudere efficacemente il ciclo virtuoso della valorizzazione della pelle.
Silvateam: l’impianto pilotaSilvateam: il primo lotto di tannini modificati
SOSTENIBILITÀ E PROSPETTIVE FUTURE
I risultati ottenuti fino ad oggi, seppur ancora in attesa di una validazione su una base dati più ampia e a livello industriale, indicano che i nuovi tannini naturali modificati rappresentano una soluzione promettente per lo sviluppo di una tecnologia di concia innovativa, eco-sostenibile, performante e di grande interesse per il mercato.
Da un punto di vista di sostenibilità economica, un processo di concia e riconcia al vegetale basato su questi nuovi tannini modificati permette di minimizzare l’impiego di agenti concianti (e quindi di materia prima), nonché di ottenere pellami altamente performanti, morbidi e con un’ampia gamma di colori, tramite l’implementazione di ricette semplici ad alto contenuto bio-based.
Con la conclusione del progetto LIFE I’M TAN, l’attenzione si sposta sulla diffusione di queste innovazioni all’interno dell’industria conciaria. I risultati del progetto forniscono un modello scalabile per pratiche di concia sostenibile, con il potenziale di essere replicato nelle concerie di tutta Italia e dell’UE. Integrando i nuovi tannini naturali modificati, il settore della pelle può raggiungere una maggiore sostenibilità, migliorare la qualità del prodotto e allinearsi maggiormente alle normative ambientali, sempre più stringenti. Al tempo stesso, alcuni di questi nuovi tannini naturali possono essere apprezzati e trasferiti in altri settori quali la zootecnia e la produzione di resine e polimeri.
LIFE I’M TAN ha dimostrato con successo che, attraverso l’innovazione collaborativa e un impegno verso la sostenibilità, è possibile modernizzare l’industria, ottenendo benefici che vanno oltre l’impatto ambientale, includendo anche dimensioni economiche e sociali.
Incas: pellami conciati con Life I’m TanIncas: pellami conciati con Life I’m Tan
Anche il trattamento delle acque reflue può giovarsi dell’intelligenza artificiale. Il 18 giugno scorso è stato presentato il progetto curato da Consorzio Aquarno, in collaborazione con Data Brain Services, che mira a prevenire gli infortuni sul lavoro e ad evitare la dispersione di sostanze inquinanti nell’ambiente attraverso l’impiego di sistemi predittivi basati sull’AI.
Il progetto avviato dal Consorzio Aquarno di Santa Croce sull’Arno (Pisa), nel cuore del distretto conciario, mira anche a ridurre i consumi elettrici (fino al 25%) e l’impatto ambientale grazie ad un maggiore controllo del processo biologico di depurazione e degli eventi estremi come le alluvioni.
L’intero sistema, primo nel suo genere, dovrebbe diventare pienamente operativo entro luglio 2025. L’impianto gestito da Aquarno tratta acque reflue urbane e industriali per oltre due milioni di abitanti provenienti da quattro comuni e da centinaia di imprese conciarie: riceve reflui con alta concentrazione di solfuri, sali e sostanze recalcitranti. Il sistema adottato integra le letture di oltre 60 sensori (portata, pH, salinità, ossigeno disciolto, temperatura, carico organico), unitamente ad oltre 250 parametri analitici che quotidianamente vengono analizzati presso il laboratorio, e li elabora con modelli di machine learning in grado di prevedere scenari, segnalare anomalie, supportare le decisioni degli operatori in scelte che vanno dall’uso dei compressori per l’ossigenazione alla regolazione dei reagenti chimici, fino alla gestione delle acque meteoriche.
Royal Smit & Zoon, leader riconosciuto nel settore della sostenibilità, ha appena presentato “Drops of Difference”, la sua nuova strategia di sostenibilità per il 2030. Con l’obiettivo di garantire trasparenza, responsabilità e un impatto significativo, la strategia di sostenibilità per il 2030 definisce un piano chiaro e strutturato per guidare l’azienda nell’adempimento della sua missione di “creare una catena del valore sostenibile per la pelle, insieme”.
Guidare gli sforzi ESG verso il 2030
“Drops of Difference” si basa sulle solide fondamenta della Roadmap ESG 2025 dell’azienda, rafforzando l’impegno di Royal Smit & Zoon nel porre la sostenibilità al centro della propria attività. Strutturata intorno a quattro pilastri chiave, ovvero Società, Soluzioni, Operazioni e Persone, la strategia delinea punto per punto il programma dell’azienda per accelerare la trasformazione positiva dell’industria della pelle.
La strategia è stata sviluppata sulla base di un approfondito coinvolgimento degli stakeholder ed è allineata agli standard internazionali. Inoltre, contribuisce a cornici normative globali come gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. Con 14 obiettivi chiaramente definiti per il 2030, il programma si concentra sulla trasformazione del settore, sulla fornitura di soluzioni sostenibili e sulla valorizzazione del ruolo di Royal Smit & Zoon come produttore di livello mondiale, partner commerciale responsabile e datore di lavoro di prima scelta.
“Questa strategia – spiega il CEO Marc Smit – non si limita a raggiungere gli obiettivi, ma si propone di tradurre la nostra eredità di responsabilità e lungimiranza in un’azione di trasformazione dell’intero settore della pelle. Drops of Difference fornisce un piano mirato e attuabile, che ci aiuta a realizzare la nostra missione di creare una catena del valore della pelle sostenibile, insieme. La nostra Strategia di Sostenibilità 2030 risponde all’urgenza di sfide globali come il cambiamento climatico, concentra i nostri sforzi dove possiamo avere il maggiore impatto e trasforma le ambizioni in progressi significativi”.
Marc Smit (CEO) and Aukje Berden (Global ESG Director)
«Il Kilometro Rosso non è semplicemente un luogo, è una metafora di innovazione». Cristiano Paccagnella, vicepresidente di Assomac, apre così la riflessione sul futuro della manifattura italiana nel settore delle tecnologie per calzature, pelletteria e concerie. L’assemblea generale di Assomac, in programma per il 20 giugno 2025(guarda il programma) dal titolo “Crescita, collaborazione e innovazione per l’industria europea della moda”, si terrà in una location altamente simbolica per parlare di crescita, collaborazione e innovazione.
In uno scenario internazionale complesso e competitivo, la capacità di anticipare i cambiamenti e di interpretare le dinamiche di mercato diventa fondamentale. «Noi produttori di tecnologia siamo da sempre partecipi dell’innovazione», afferma Paccagnella, sottolineando come il Kilometro Rosso rappresenti simbolicamente questa vocazione alla ricerca e al progresso tecnologico.
La manifattura italiana, riconosciuta globalmente per la sua capacità di innovare, oggi deve però affrontare nuove sfide: il contesto economico internazionale richiede più che mai una strategia condivisa e strutturata. Internazionalizzazione, innovazione e alleanze strategiche diventano parole chiave imprescindibili. «È il momento di guardare oltre gli interessi personali delle singole aziende. Serve una rete forte e integrata tra imprese», sostiene ancora Paccagnella, evidenziando come la collaborazione non sia solo auspicabile, ma necessaria.
La dimensione media delle imprese italiane, pur eccellenti nella produzione e nell’innovazione, rimane piccola a livello globale. Questa condizione, spiega il Vicepresidente, «non ci permette di affrontare tutte le sfide che ci si pongono davanti in maniera efficace». Da qui l’importanza della collaborazione e della co-innovazione, temi centrali dell’assemblea Assomac.
L’aggregazione tra imprese consente, infatti, l’accesso a nuove competenze, tecnologie avanzate e mercati emergenti. È d’obbligo ribadire l’urgenza di creare gruppi strutturati: «Oltre ai prodotti innovativi e di qualità, oggi i nostri clienti si aspettano servizi più tempestivi, più precisi e capaci di cogliere i nuovi trend, dalla intelligenza artificiale ai big data». Tutto questo, aggiunge Paccagnella, «è realizzabile solo con una vera collaborazione, una rete di impresa tra associati».
Assomac, che rappresenta più di 130 aziende operanti in oltre 130 Paesi, si fa portavoce attiva di queste istanze, impegnandosi a promuovere e valorizzare l’eccellenza tecnologica Made in Italy sui tavoli decisionali europei. «Il nostro ruolo», conclude Paccagnella, «è quello di portare avanti il concetto di aggregazione e innovazione come leve strategiche per garantire resilienza e crescita sostenibile».
L’assemblea del 20 giugno rappresenta dunque un momento atteso e cruciale per definire nuove strategie e rafforzare il dialogo tra imprese, istituzioni, stakeholder e mondo accademico. Al centro della discussione, la volontà chiara e determinata di affrontare le sfide globali con una voce unita e autorevole, garantendo così il futuro della manifattura italiana nel panorama competitivo mondiale.