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Portogallo: quando l’industria calzaturiera diventa fabbrica del futuro. Il progetto FAIST

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Dicembre 2025

Portogallo: quando l’industria calzaturiera diventa fabbrica del futuro. Il progetto FAIST

Un investimento da 50 milioni di euro in automazione, robotica e digitalizzazione sta trasformando il distretto portoghese delle calzature in un modello di innovazione per l'intera Europa. Con il progetto FAIST, il paese punta a diventare il riferimento mondiale per la produzione sostenibile e tecnologicamente avanzata.

C’è un paradosso che attraversa il mondo della calzatura globale, e i portoghesi lo hanno capito meglio di chiunque altro: in un’epoca in cui si producono quasi 24 miliardi di paia di scarpe ogni anno, di cui l’88% concentrate in Asia, il futuro potrebbe essere scritto da chi produce meno, ma produce meglio. È questa la scommessa che il Portogallo sta lanciando sul tavolo dell’industria mondiale, armato di tecnologia, tradizione e una visione strategica che pochi altri paesi europei possono vantare.

«Non riteniamo che questa situazione sia sostenibile; al contrario, crediamo che ci sia spazio nel mercato per player come il Portogallo» – ha dichiarato Luís Onofre, presidente di APICCAPS, l’associazione dei produttori portoghesi di calzature, componenti e pelletteria. Una frase che suona come un manifesto programmatico, non come una semplice dichiarazione d’intenti.


I numeri parlano chiaro: nel 2024 il cluster calzaturiero portoghese ha raggiunto esportazioni per 2,1 miliardi di euro, con 68 milioni di paia vendute in 170 paesi diversi. L’export rappresenta il 90% della produzione nazionale, con Germania, Francia e Paesi Bassi come mercati di riferimento europei. Ma è negli Stati Uniti che il Portogallo ha registrato la performance più impressionante: una crescita del 109% nell’ultimo decennio, con oltre 90 milioni di euro di calzature esportate nel solo 2024.

Dietro questi risultati c’è una strategia industriale che unisce eccellenza artigianale e avanguardia tecnologica. E il cuore pulsante di questa trasformazione si chiama FAIST: Fábrica Ágil, Inteligente, Sustentável e Tecnológica.

 

LA RIVOLUZIONE FAIST: ANATOMIA DI UN PROGETTO DA 50 MILIONI

Quando si parla di innovazione industriale, troppo spesso ci si perde in slogan vuoti e promesse mai mantenute. Il progetto FAIST rappresenta invece qualcosa di diverso: un investimento concreto di 50 milioni di euro, parte del Piano di Ripresa e Resilienza portoghese (PRR), che coinvolge 45 co-promotori tra aziende calzaturiere, produttori di componenti, sviluppatori software e istituzioni del sistema scientifico e tecnologico.

Coordinato dal Centro Tecnologico del Calçado Portoghese (CTCP) e guidato da Carité come capofila del consorzio, FAIST si propone obiettivi ambiziosi ma misurabili. «L’obiettivo è che l’industria calzaturiera portoghese rimanga all’avanguardia e si consolidi come la più moderna al mondo» – afferma con convinzione Luís Onofre. Non è retorica: è la traduzione di numeri in visione.

Il progetto nasce per rispondere a esigenze concrete del settore: preparare l’industria alle sfide future investendo in tecnologie digitali, sostenibilità dei processi e dei prodotti, con l’obiettivo di ottenere maggiore efficienza e redditività, risposta rapida al mercato, migliori condizioni di lavoro e differenziazione del prodotto.

Florbela Silva, coordinatrice del progetto FAIST e direttrice dell’Unità Innovazione e Manifattura Digitale del CTCP, sottolinea che il 75% del progetto è già stato completato. «Il mercato evolve e dobbiamo restare al passo con questo cambiamento, sia nel modo in cui produciamo sia nei prodotti che offriamo» – spiega Silva. Un’affermazione che racchiude l’essenza di un settore che non si accontenta di sopravvivere, ma vuole guidare il cambiamento.

La filosofia alla base di FAIST è: se le aziende portoghesi sono già riconosciute per la capacità di innovare e produrre piccoli ordini in modo efficiente, ora è il momento di ottimizzare i processi e migliorare l’efficienza per garantire ulteriori guadagni di competitività. In particolare, il settore acquisirà le competenze per produrre su scala più ampia, innovando nell’intera catena produttiva, dalla fabbricazione dei componenti alla creazione di unità di assemblaggio modulari.

 

I RISULTATI IN CIFRE: DAL LABORATORIO ALLA FABBRICA

Un progetto di questa portata si misura sui risultati concreti. E FAIST può già vantare numeri impressionanti.

Sul fronte delle soluzioni tecnologiche, il consorzio si è impegnato a sviluppare oltre 30 macchinari e attrezzature innovative, più di 20 soluzioni software, 5 linee di produzione integrate e oltre 15 prodotti innovativi tra calzature e componenti. A questi si aggiungono 3 unità pilota per la sperimentazione e la dimostrazione delle nuove tecnologie, che serviranno come siti di test e formazione per le risorse umane del settore.

Ma FAIST non è solo tecnologia: è anche capitale umano. Secondo Florbela Silva, il progetto genererà 300 nuovi posti di lavoro, di cui 100 altamente qualificati. Un dato che ribalta il luogo comune dell’automazione come distruttrice di occupazione, mostrando invece come l’innovazione possa creare lavoro di qualità.

Il progetto punta anche sulla condivisione della conoscenza: sono previsti oltre 130 azioni di comunicazione, più di 10 webinar, 30 podcast, 10 video e oltre 80 azioni di formazione. Un ecosistema di apprendimento che coinvolge università, politecnici, centri tecnologici e aziende, creando quella sinergia tra ricerca e produzione che è il vero motore dell’innovazione.

Sul fronte della sostenibilità, gli obiettivi sono altrettanto ambiziosi: una riduzione del 50% delle emissioni di gas serra e un incremento del 100% nell’utilizzo di energie rinnovabili.

Kyaia factory

 

DALL’AUTOMAZIONE ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: LE INNOVAZIONI CHE CAMBIANO IL SETTORE

Se i numeri raccontano la dimensione del progetto, sono le singole innovazioni a rivelare la sua portata rivoluzionaria. FAIST ha dato vita a un ecosistema di soluzioni che coprono l’intera catena del valore calzaturiero, dalla progettazione alla logistica, dalla produzione alla formazione. Di seguito solo alcuni esempi.

 

Piattaforme digitali per la gestione integrata

Una delle innovazioni più significative è eCODICEC, un ecosistema digitale della business community calzaturiera. Si tratta di una piattaforma cloud privata specificamente progettata per il settore, che punta a sistematizzare e integrare documenti, processi e comunicazioni all’interno delle organizzazioni. L’obiettivo è creare una cultura della collaborazione digitale basata su tre pilastri: comunicazione interna fluida, processi digitali agili e cybersecurity.

Accanto a eCODICEC, il sistema SADIC (Sistema di Valutazione delle Performance dell’Industria Calzaturiera) rappresenta un altro tassello fondamentale. Integrando la valutazione delle performance all’interno della gestione dei processi, garantisce coerenza, trasparenza ed efficienza amministrativa, trasformando quella che era una procedura HR basata su moduli cartacei in un vero strumento di gestione strategica.

 

Gestione intelligente della produzione

Il modulo di pianificazione di Visualgest rappresenta lo stato dell’arte nella gestione della produzione strategica e anticipatoria. Sfruttando dati in tempo reale e intelligenza artificiale, alloca efficientemente le risorse in fabbrica, prevede le necessità e regola dinamicamente i processi. Il sistema centralizza le informazioni e integra i flussi di lavoro, semplificando decisioni complesse in azioni concrete e garantendo un flusso produttivo ininterrotto.

Per la gestione del magazzino, il WMS (Warehouse Management System) sviluppato da JPM offre una piattaforma modulare web-based per operazioni automatizzate. Costruito con un’architettura moderna, supporta il tracciamento a livello di progetto e articolo, l’allocazione intelligente dello stock, l’etichettatura con QR e DataMatrix, e perfino la visualizzazione 3D del magazzino. Il sistema gestisce sia i materiali “visibili” che quelli “invisibili”, migliorando l’utilizzo dello stock e riducendo acquisti non necessari.

 

Formazione personalizzata con intelligenza artificiale

TUTORIC rappresenta una rivoluzione nel campo della formazione professionale. Si tratta di una piattaforma e-learning che utilizza contenuti digitali avanzati (video, simulazioni, animazioni e quiz interattivi) per colmare le lacune di competenze dei dipendenti delle aziende calzaturiere. La piattaforma sfrutta l’intelligenza artificiale per definire percorsi formativi personalizzati per ogni dipendente, permettendo di formare molti lavoratori simultaneamente senza necessità di spazi fisici, rispettando i turni di fabbrica e garantendo uniformità nei contenuti formativi.

 

Product Lifecycle Management evoluto

La soluzione PLM (Product Life Management) di Mind rappresenta l’evoluzione dei sistemi PDM, progettata per centralizzare i dati del ciclo di vita del prodotto attraverso design, produzione e supply chain. Introduce workflow modulari per approvazioni, versioning dei documenti, gestione delle modifiche e scambio sicuro di dati tra sistemi. Costruita con un backend scalabile, la piattaforma supporta sia applicazioni legacy che nuove, con minime interruzioni operative.

 

UN MODELLO PER L’EUROPA: TRA REINDUSTRIALIZZAZIONE E SOSTENIBILITÀ

«Il settore calzaturiero si è sempre posto l’obiettivo di diventare un riferimento internazionale di primo piano» – ricorda Luís Onofre. «Ora è il momento di prepararsi per un nuovo decennio di crescita, rafforzando le competenze, accelerando l’integrazione di nuovi lavoratori qualificati nelle aziende e aumentando gli investimenti in R&D per presentare prodotti altamente differenziati».

Il Piano Strategico del Cluster Calzaturiero Portoghese 2030 fissa obiettivi ambiziosi: diventare il riferimento internazionale per l’industria calzaturiera, rafforzare le esportazioni portoghesi combinando virtuosamente sofisticatezza e creatività con efficienza produttiva, basata sullo sviluppo tecnologico e sulla gestione della catena del valore internazionale, garantendo così il futuro di una base produttiva nazionale sostenibile e altamente competitiva.

Per raggiungere questi obiettivi, il settore prevede di investire 600 milioni di euro entro il 2030. Oltre ai 50 milioni di FAIST, sono già in corso altri importanti investimenti: 60 milioni di euro nel progetto BioShoes4All, focalizzato sullo sviluppo di materiali, prodotti e processi più sostenibili, e 80 milioni nella bioeconomia.


 

UNO SGUARDO AL FUTURO

Siamo partiti dalla domanda che attraversa tutta la riflessione sull’industria calzaturiera globale: è ragionevole che quasi il 90% della produzione mondiale sia concentrata in Asia? È sostenibile questo modello?

Il Portogallo ha scelto di rispondere con i fatti, non con le parole. Ha scelto di differenziarsi in una delle industrie più competitive al mondo, non attraverso la geografia o le materie prime, ma attraverso conoscenza, tradizione, artigianalità e qualità.

«Abbiamo creato in Portogallo un intero ecosistema che favorisce l’innovazione produttiva e rafforza il legame tra università e aziende» – afferma Florbela Silva. Per la coordinatrice del progetto FAIST, l’industria calzaturiera portoghese è già una delle più avanzate al mondo, ma l’ambizione rimane invariata: continuare a crescere, a innovare, a stabilire nuovi standard.

Il resto dell’Europa osserva con attenzione. In un’epoca di tensioni geopolitiche, frammentazione delle catene di approvvigionamento e crescente attenzione alla sostenibilità, il modello portoghese potrebbe rappresentare la risposta che l’industria manifatturiera europea stava cercando.

 

IN VISITA ALLE FABBRICHE DEL FUTURO

Il progetto FAIST non è solo teoria: si tocca con mano visitando le aziende che stanno implementando le nuove tecnologie. Durante l’evento “Welcome to the Industry of the Future”, tenutosi al Palácio da Bolsa di Porto il 18 e 19 novembre 2025, i giornalisti internazionali hanno avuto l’opportunità di assistere alle conferenze, ma anche di visitare alcune delle realtà più innovative del distretto produttivo portoghese. Visite che hanno permesso di osservare dal vivo le linee di produzione automatizzate, i sistemi di tracciamento RFID, le postazioni di lavoro innovative e le soluzioni software sviluppate nell’ambito di FAIST.

 

AMF Safety Shoes – Fondata nel 1999, l’azienda ha iniziato fornendo servizi in outsourcing alle fabbriche locali, per poi diventare un produttore leader mondiale di calzature di sicurezza. Attraverso il marchio TOWORKFOR e progetti private label per importanti brand europei, AMF rappresenta oggi un esempio di come tradizione e innovazione possano convivere.

 

Bolflex – Dal 1991 l’azienda si dedica alla costruzione di partnership durature, specializzandosi nella produzione e lavorazione di componenti per calzature, principalmente suole in gomma.

 

Carité – Capofila del progetto FAIST, punta su prodotti di alta qualità e un approccio commerciale aggressivo sui mercati internazionali. Dal 1995 esporta virtualmente tutta la sua produzione a una clientela composta dai principali brand internazionali, che acquistano le calzature con il proprio marchio.

 

Kyaia – Fondata nel 1984 da Fortunato Frederico, guida un gruppo con oltre 600 dipendenti e un fatturato di 55 milioni di euro. Il suo modello di business si estende oltre la produzione calzaturiera, includendo distribuzione, retail, immobiliare e tecnologie dell’informazione.

 

Vapesol – Specializzata nella produzione di suole per l’industria calzaturiera, Vapesol nasce nel 1998 dalla passione per le suole e dalla volontà di innovare. Oggi è leader nel settore, con un’attenzione costante alla qualità dei prodotti e alla soddisfazione dei clienti.

  

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APICCAPS COMPIE 50 ANNI – MEZZO SECOLO DI STORIA E INNOVAZIONE

Il 2025 segna un traguardo storico per APICCAPS, l’Associazione Portoghese dei Produttori di Calzature, Componenti e Pelletteria: cinquant’anni dalla fondazione, avvenuta a Porto nel 1975.

Nata in un periodo di trasformazioni profonde per il Portogallo – a pochi mesi dalla Rivoluzione dei Garofani del 1974 – APICCAPS ha accompagnato l’industria calzaturiera portoghese in un percorso straordinario: dalla produzione labour-intensive degli anni Settanta al posizionamento premium degli anni Duemila, fino alla leadership tecnologica e sostenibile di oggi.

Oggi l’associazione rappresenta circa 500 aziende, responsabili dell’80% della produzione portoghese. I settori coperti includono l’industria calzaturiera, la componentistica, la pelletteria (borse, portafogli, guanti, cinture) e i macchinari per i settori menzionati.

Le aree di azione principali comprendono internazionalizzazione, studi e consulenza, supporto tecnico, formazione professionale, tecnologia e innovazione. La campagna promozionale “The Sexiest Industry in Europe” ha contribuito a riposizionare l’offerta portoghese a livello mondiale, mentre il World Footwear Yearbook è diventato un riferimento per l’analisi del settore a livello globale.

Sotto la presidenza di Luís Onofre, stilista di fama internazionale, APICCAPS ha guidato il più grande ciclo di investimenti nella storia del settore calzaturiero portoghese: 120 milioni di euro negli ultimi tre anni in automazione, robotica e sostenibilità.

«È il momento di riscrivere la storia» – è il motto della campagna internazionale lanciata dall’associazione. Dopo mezzo secolo, APICCAPS continua a guardare avanti, convinta che il futuro della calzatura si costruisca oggi, un passo alla volta.

Luís Onofre – Presidente APICCAPS

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