Dove ci sono più piedi, ci saranno più scarpe: la geografia mutevole dell’industria calzaturiera globale
News brevi
Dicembre 2025
La presentazione di Vasco Rodrigues all’evento “Welcome to the Factory of the Future!” ha tracciato un quadro dell’evoluzione dell’industria mondiale delle calzature. Tra demografia, tecnologia ed economie frammentate, il futuro promette sfide complesse ma anche grandi opportunità.
Certe rivoluzioni non fanno rumore: scorrono silenziose come una linea rossa su un grafico, e quando ce ne accorgiamo hanno già cambiato il mondo. È il caso dell’ingresso della Cina nella OMC nel 2001: un evento che, come ricorda Vasco Rodrigues, professore dell’Università Cattolica, “ha determinato un cambiamento significativo nel commercio calzaturiero a livello mondiale”. Da quel momento, le esportazioni cinesi sono più che raddoppiate nei primi cinque anni, arrivando a ridisegnare catene di fornitura e strategie dei grandi produttori internazionali.
L’effetto domino è stato rapido: con la certezza di poter esportare facilmente dalla Cina verso qualsiasi mercato, le aziende hanno trasferito la produzione in Asia. Oggi, il continente asiatico produce il 90% dei 24 miliardi di paia di scarpe realizzati ogni anno. Ogni grande paese produttore — Cina, India, Vietnam, Indonesia, Pakistan — fabbrica da solo più di quanto faccia l’intera Europa, che pesa appena il 2,3% della produzione globale .
Anche i consumi raccontano una geografia sbilanciata: l’Asia è di nuovo in testa, mentre la popolazione europea acquista quattro paia l’anno, il Nord America cinque, l’Africa solo uno. Ed è proprio il continente africano, ancora quasi inesplorato commercialmente, a rappresentare la frontiera più dinamica: la sua popolazione crescerà del 60% entro il 2050, mentre l’Europa sarà l’unica area in declino demografico.
Accanto ai fattori strutturali, Rodrigues ha evidenziato tre forze che stanno modificando la domanda: il comfort, la sensibilità ambientale e il grado di fiducia del consumatore verso il prodotto. La tecnologia, inoltre, si impone come leva decisiva per ridisegnare processi, servizi e modelli di business.
Lo scenario economico, però, non è privo di turbolenze: frammentazione dei blocchi geopolitici, near-shoring, crescita diseguale tra regioni, rischio di crisi in Cina, e forte volatilità nelle previsioni geopolitiche. In Europa si attende una crescita lenta, mentre restano incerti i futuri orientamenti degli Stati Uniti.
Dove ci sono più piedi, ci saranno più scarpe. Ma la vera sfida sarà capire quali scarpe, dove produrle e come venderle. L’industria delle calzature entra in una fase in cui nulla è garantito e tutto è possibile.
Il panel finale della conferenza "Welcome to the Factory of the Future!" ha messo a confronto voci autorevoli del settore calzaturiero e tessile europeo sul tema della reindustrializzazione. Tra opportunità concrete e ostacoli normativi, il dibattito ha evidenziato una verità scomoda: le regole del gioco non sono uguali per tutti.
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