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Automazione e calzatura: quanto costerebbe non investire?

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Dicembre 2025

Automazione e calzatura: quanto costerebbe non investire?

La robotica non è un'opzione ma una necessità per restare competitivi, attrarre giovani e rispondere alla carenza di manodopera. Ma il vero investimento è nella riorganizzazione.

«Creare robot per le auto è un gioco da ragazzi rispetto a crearli per le calzature». Non è provocazione, ma la sintesi più efficace di una sfida che il settore calzaturiero europeo sta affrontando con urgenza crescente. Durante la conferenza “From Automation to Robotics” promossa da APICCAPS all’interno dell’evento “Welcome to the industry of the future”, il dibattito ha messo a nudo una verità scomoda: chi non investe in tecnologia rischia di non produrre più in Europa. A partecipare alla tavola rotonda Vítor Almeida – Tropimática, Albano Fernandes – AMF, Ricardo Costa – Rodiro, Ventura Correia – Carité.

 

ROBOT SU MISURA, NON SOLUZIONI PRECONFEZIONATE

La robotica utile nel mondo calzature è robotica avanzata: deve adattarsi continuamente a prodotti che presentano grande variabilità e a collezioni che cambiano almeno due volte l’anno. I robot devono essere adattati alla realtà della fabbrica, e servono tecnici interni capaci di riprogrammarli costantemente. Un pellame non è mai uguale a quello del giorno prima.

 

PERSONE, NON SOSTITUZIONI

Paradosso apparente: nonostante l’automazione, il bisogno di lavoratori cresce. La chiave sta nel bilanciamento. I robot devono essere un complemento, liberando le persone per le fasi a maggior valore aggiunto. Le aziende portoghesi che già hanno adottato un buon livello di automazione hanno riscontrato che con la robotizzazione si ha bisogno di più persone, più efficienti e meno logorate. Ma attenzione: serve investire in professionalità preparate alla sfida del cambio dei processi.

 

IL VERO COSTO? LA TRANSIZIONE

Il costo maggiore dell’automazione non è quello delle macchine, ma quello della riorganizzazione per farle funzionare. Trent’anni fa la tecnologia era costosa e complessa; oggi non più. Ma ogni fabbrica ha esigenze diverse, e l’inserimento di processi automatizzati richiede una pianificazione attenta. Bisogna essere preparati anche al fallimento, perché qualcosa andrà storto e bisognerà modificare il percorso.

 

UNA QUESTIONE DI SOPRAVVIVENZA

Un giovane qualificato non è più disponibile a pennellare colla otto ore al giorno. È questa la realtà. Se le fabbriche non diventano più tecnologiche per attrarre talenti giovani, non avranno successo. Il Portogallo, e l’Europa, potranno continuare ad avere successo quando riusciranno a conciliare automazione e saper fare. Nuove professioni devono nascere: programmazione, CAD, CAM. Chi pensa che un robot significhi automaticamente più qualità, più quantità e meno persone, si sbaglia.

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