L’Associazione Italiana dei Chimici del Cuoio (AICC) comunica il programma delle attività organizzate nei vari distretti per la seconda parte dell’anno. Ecco il dettaglio degli eventi previsti suddivisi per regione.
AREA CAMPANIA
* Luglio – “Evoluzione dei Sistemi di Concia nei Secoli” – Relatore: Biagio Naviglio
* Settembre – Seminario su Metodi Analitici ed Aggiornamenti Normativi
* 17 Ottobre – Convegno Tecnico Area Campania
AREA TOSCANA
* Luglio – Seminario ACADEMY su Decalcinazione e Macerazione
* Settembre – Seminario su Metodi Analitici ed Aggiornamenti Normativi
* 14 Novembre – Assemblea Soci e Convegno Nazionale
AREA VENETO
* Settembre – Seminario su Metodi Analitici ed Aggiornamenti Normativi
* 23 Ottobre – Seminario ACADEMY su Operazioni di Pretintura
AREA PIEMONTE
* 3 Ottobre – Incontro di Area
La partecipazione agli eventi di AICC normalmente è riservata ai Soci.
La manifestazione, che si svolge in concomitanza con IFLE – Fiera Internazionale della Calzatura e dei Prodotti in Cuoio, rappresenta uno degli eventi più importanti e di spicco per l’industria della calzatura e del cuoio nelle regioni dell’ASEAN.
Nel 2024, la fiera ha registrato 502 espositori provenienti da 24 paesi e regioni e 9578 visitatori professionali provenienti da 39 paesi. La Shoes & Leather – Vietnam 2025 prevede oltre 800 espositori e oltre 15000 visitatori professionali. Saranno presenti macchinari avanzati per la produzione di calzature, soluzioni di taglio, pelle, pelle sintetica, materiali, tecnologia di cucitura, automazione, prodotti chimici, abbigliamento, stampa 3D, componenti e molto altro ancora.
Fra le tante aziende anche le italiane, alcune delle quali parte della collettiva organizzata da ASSOMAC. Un’ottima occasione per presidiare uno dei mercati più interessanti degli ultimi anni.
Certe partnership non invecchiano: evolvono. Quella tra DESMA e ABB, nata negli anni Ottanta, è una di queste. Iniziata con l’introduzione dei primi robot ABB adattati per la produzione di calzature, ha portato nel tempo a risultati concreti, anche grazie a collaborazioni di peso come quella con adidas.
Oggi, dopo 40 anni, i frutti di questa alleanza parlano chiaro: automazione efficiente, qualità costante, minore impiego di materiali e salvaguardia della salute degli operatori. I robot sono protagonisti in fasi chiave della produzione – dalla scarnitura alla spruzzatura dei distaccanti, fino all’applicazione degli adesivi – svolgendo ogni compito con precisione chirurgica.
L’obiettivo? Offrire ai calzaturifici di tutto il mondo soluzioni affidabili e convenienti, in grado di rafforzare la competitività industriale.
Il settore delle pelli corre su un tapis roulant fermo: si muove, ma non avanza. L’avvio del 2025 ha confermato quanto temuto: la pelletteria italiana fatica a riprendersi. I dati parlano chiaro. Nei primi tre mesi dell’anno, le esportazioni si sono ridotte dell’8,5% rispetto allo stesso periodo del 2024, con un crollo verticale del 17,5% verso i mercati del Far East. La domanda interna? In caduta del 4,4%. Il fatturato? Giù del 7,7%. E la produzione industriale? Addirittura -16,4%.
In altre parole: il settore non è fermo, ma si sta consumando a forza di rimanere in movimento senza fare passi avanti.
Questo ciò che emerge dalla nota congiunturale elaborata dal Centro Studi di Confindustria Accessori Moda e che prende in considerazione l’andamento della pelletteria italiana nel primo trimestre del 2025.
Da sempre traino dell’intera filiera, l’export di pelletteria italiana ha venduto all’estero beni per 2,44 miliardi di euro nel primo trimestre, in calo di 228 milioni rispetto all’anno precedente. Il prezzo medio è sceso del 5,3% a 145,58 €/kg, in una tendenza deflattiva che ha preso piede già nel 2023 dopo i picchi del biennio 2021-22.
Il calo ha colpito soprattutto i mercati extra-UE (-12,4% in valore), che valgono ben il 64,3% del totale dell’export in valore, mentre l’UE ha tenuto (-0,6%). Tra i mercati extra-europei più in difficoltà spiccano Cina (-31,5%), Corea del Sud (-12,8%), Hong Kong (-15,4%) e Canada (-12,4%).
La Svizzera, ex hub delle griffe del lusso, ha segnato un tracollo del 47,7% e scivola all’11° posto tra i mercati di destinazione.
In controtendenza, invece, gli Emirati Arabi Uniti (+19,5%), la Turchia (+27,6%) e il Qatar (+18,8%), a conferma di una crescita costante negli ultimi cinque anni.
IL NODO USA: DOVE VA IL MERCATO STORICO?
Gli Stati Uniti, che nel 2024 hanno assorbito pelletteria italiana per oltre 1,2 miliardi di euro, sembrano resistere: +0,7% in valore nel primo trimestre. Ma le ombre si allungano. I nuovi dazi imposti dalla presidenza Trump alimentano incertezza. Il 69% degli esportatori italiani prevede impatti significativi, e il 47% sta già esplorando mercati alternativi.
Europa, Asia e Medio Oriente sono le destinazioni più gettonate, mentre il Mercosur resta – almeno per ora – fuori dai radar.
DOMANDA INTERNA: DEBOLE E INCERTA
Il mercato italiano non offre grandi consolazioni. Le vendite al dettaglio di pelletteria e calzature sono scese del 4,4% nel primo trimestre rispetto al 2024, e restano del 5,8% sotto i livelli pre-Covid del 2019.
L’unica nota positiva viene dal turismo: i visitatori stranieri hanno speso il 6,4% in più, secondo la Banca d’Italia. Ma non basta a compensare una domanda domestica stagnante.
PRODUZIONE E OCCUPAZIONE IN DIFFICOLTÀ
L’indice ISTAT sulla produzione industriale per la filiera della pelle ha registrato un -16,4% nei primi quattro mesi dell’anno. Un dato allarmante, solo in parte mitigato da un rallentamento della flessione ad aprile (-4,6%).
Anche la cassa integrazione torna protagonista: +66,1% rispetto al primo trimestre 2024, con quasi 13 milioni di ore autorizzate. La Toscana guida la classifica, con oltre 5 milioni di ore (+200%), seguita da Campania e Marche.
Il numero di imprese attive cala dell’1% (-46 unità), mentre gli addetti scendono a 48.184 (-530 rispetto a dicembre). Il 52% delle aziende ha visto calare il fatturato, e solo il 7% ha registrato aumenti superiori al 10%. Le prospettive per il secondo trimestre? Ancora negative: si prevede un ulteriore -6% del fatturato.
LE BORSE RESTANO REGINE, MA…
Le borse si confermano il prodotto più venduto (1,68 miliardi di euro, pari al 69,1% dell’export), ma perdono terreno (-10,6%).
In flessione anche valigie (-12,8%) e piccola pelletteria (-4,5%). In controtendenza le cinture: +5,9% in valore e +25,3% in quantità, pur restando lontane dai livelli pre-2019.
A livello di materiali, i prodotti in pelle reggono meglio (-4,6%) rispetto a quelli in succedanei (-16,8%), ma il calo è generalizzato.
LE MINACCE PERCEPITE DAL SETTORE
Un sondaggio tra gli Associati ad Assopellettieri conferma le preoccupazioni diffuse. Le principali minacce individuate sono:
·la debolezza della domanda (77%);
·il conflitto Russia-Ucraina (62%);
·i nuovi dazi USA (42%);
·le tensioni in Medio Oriente (27%);
·la frenata delle griffe internazionali del lusso (25%).
A ciò si aggiungono l’aumento dei costi delle materie prime (23%), la recessione tedesca (23%) e la carenza di manodopera qualificata (20%).
CONCLUSIONI: IL SETTORE È IN TRINCEA
La pelletteria italiana sta attraversando una fase di resistenza più che di rilancio. I fondamentali restano solidi – la qualità del prodotto, la reputazione internazionale, la capacità di presidiare mercati – ma il contesto è tra i più difficili degli ultimi dieci anni.
Come nota il report, il saldo commerciale resta positivo (+1,52 miliardi di euro nel trimestre), ma in calo del 15%. È un segnale importante, ma non sufficiente.
Serve visione. Serve strategia. Serve – soprattutto – una domanda che torni a respirare.
La nomina segue l’uscita di Danny D’Alessandro, che ha lasciato l’incarico per nuove opportunità professionali dopo un lungo percorso alla guida dell’associazione.
La doppia nomina
Nel nuovo ruolo, Bevilacqua guida le strategie di crescita e consolidamento di Assopellettieri e di Aimpes Servizi. Il suo obiettivo è rafforzare il ruolo di entrambe le realtà come punto di riferimento per le imprese del settore, lavorando in sinergia con istituzioni, associazioni e stakeholder sia a livello nazionale sia internazionale.
Il percorso professionale di Federica Bevilacqua
Federica Bevilacqua porta con sé oltre 16 anni di esperienza in contesti internazionali e nel settore moda, con competenze specifiche anche nell’organizzazione di eventi fieristici. Prima della nomina, ha ricoperto il ruolo di vice direttore generale di Assopellettieri e responsabile marketing, comunicazione e progetti speciali. Ha contribuito allo sviluppo di MIPEL e alla creazione dell’evento ‘Gli Stati Generali della Pelletteria Italiana’, coordinando numerosi progetti per promuovere la pelletteria italiana nel mondo.
Cambio al vertice in casa ABI Tape Belgium: Mauro Castignani è stato nominato nuovo Direttore Generale, subentrando a Mathias Goossens, che lascia l’azienda per intraprendere nuove sfide professionali.
Castignani porta con sé quasi trent’anni di esperienza all’interno del gruppo American Biltrite. Dopo una prima esperienza in Belgio, con la moglie Lara ha fondato ABItalia a Civitanova, nelle Marche, nel 1998, consolidando la presenza del gruppo nel settore dei rinforzi per calzature e articoli in pelle.
Nel suo nuovo ruolo, Castignani guiderà lo sviluppo delle vendite, la relazione con i clienti, la qualità, la sicurezza, le performance finanziarie e la crescita del team nella sede di Ronse, in Belgio, per l’intera regione EMEA.
Riporterà direttamente a Michel J. Merkx, Vicepresidente Corporate e Direttore Generale di ABI/Ideal Tape. Una nuova sfida, dunque, per un manager che conosce profondamente mercati, prodotti e persone del settore.
La storia della Soldini non è solo quella di un’impresa: è il racconto di una famiglia, di un territorio, di un’Italia che cammina con stile e determinazione da ottant’anni. Fondata nel 1945 nel cuore del Casentino da Gustavo Soldini, la piccola bottega artigiana si è trasformata, generazione dopo generazione, in una manifattura solida, rispettata e capace di portare la qualità delle sue calzature in tutto il mondo.
Il 7 luglio 2025, Capolona – il borgo toscano dove tutto ebbe inizio – si è trasformato in un grande teatro all’aperto per ospitare la celebrazione di questo traguardo. Oltre 500 invitati tra dipendenti (alcuni assunti nel 1945!), fornitori, collaboratori, rappresentanti delle istituzioni e big del sistema industriale italiano. Una vera “famiglia allargata”, come l’hanno definita i fratelli Rossano e Marco Soldini, oggi alla guida dell’azienda insieme ai figli.
L’evento è stato anche l’occasione per premiare settanta operai storici, ricordare le tappe fondamentali dell’azienda – incluso l’incendio che distrusse lo stabilimento di Anghiari nel 1994 – e accogliere con orgoglio la cittadinanza onoraria conferita dal Comune di Capolona ai due fratelli imprenditori.
In primo piano Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy
Tra gli ospiti, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha voluto essere presente per sottolineare il valore simbolico e strategico di aziende come Soldini. Non solo parole di circostanza, ma una visione concreta del futuro industriale italiano:
“Il piano nazionale moda che corrisponde alle esigenze del mercato globale vorrà favorire l’aggregazione e il consolidamento della filiera, tanto più in questa fase di passaggio generazionale così delicata utilizzando strumenti innovativi che consentiranno di aggregare aziende sia in senso verticale (mi riferisco soprattutto ai grandi brand che hanno interesse a rafforzare e consolidare i propri fornitori) che trasversale (alcune imprese della filiera potrebbero fare squadra per rafforzare la loro presenza sul mercato). Il tutto con l’aiuto e il sostegno delle risorse pubbliche e delle nostre agenzie, con l’obiettivo di vincere le sfide della globalizzazione, come già i nostri imprenditori e lavoratori hanno saputo fare in passato.”
“La Soldini cosa può rappresentare in questo mercato, visto che siamo a festeggiare i suoi 80 anni?” è stato chiesto al Ministro. La risposta è chiara: “È un esempio e un modello”.
Parole che si intrecciano con quelle dei tanti imprenditori presenti – da Montezemolo a Ferragamo, da Auricchio a Zegna – che hanno riconosciuto nella famiglia Soldini un raro esempio di imprenditoria seria, appassionata, capace di innovare e resistere senza piegarsi alla retorica del marketing.
“Vedo un’impresa italiana che fortunatamente non ha a che fare con la politica, ma vive di mercato con imprenditori seri che innovano, rischiano, esportano, hanno un meraviglioso rapporto con i collaboratori”, ha dichiarato Luca Cordero di Montezemolo.
Molti anche i colleghi del mondo calzature che hanno lasciato le loro fabbriche per partecipare ai festeggiamenti, da Baldinini a Nero Giardini a Primigi. O le istituzioni del settore, fra cui Valentino Fenni, Vicepresidente Assocalzaturifici e Presidente della sezione Calzature di Confindustria Fermo.
Lo spirito di squadra e il legame con il territorio restano i pilastri su cui Soldini ha costruito il suo successo. “Il nostro percorso ha attraversato successi e difficoltà, ma non abbiamo mai perso lo spirito di famiglia e la passione per il nostro lavoro”, ha detto Rossano Soldini. “Il futuro non sarà facile, ma faremo il massimo degli sforzi per affrontarlo”.
Il sindaco di Capolona, Mario Francesconi, ha riassunto il sentimento collettivo in una frase: “La Soldini non è solo un’azienda, è parte della nostra identità collettiva”.
Ecco perché oggi, più che mai, ogni scarpa Soldini non è soltanto un prodotto di qualità artigianale, ma un pezzo vivo di storia italiana. Una storia che ha saputo adattarsi, innovare e rimanere fedele a se stessa. Una storia che – dopo 80 anni – continua a camminare con passo sicuro verso il futuro.
Valentino Fenni consegna un riconoscimento da parte di Confindustria Fermo a Rossano Soldini
Una relazione incentrata sulla necessità di presidiare il lavoro dei legislatori di Bruxelles quella del presidente UNIC, Fabrizio Nuti, ieri a Milano in occasione dell’Assemblea annuale dell’associazione delle concerie italiane. “Negli ultimi 4 anni – ha detto Nuti – le mie energie sono state praticamente assorbite dal contrastare il provvedimento n. 1115/2023, cioè il Regolamento anti-deforestazione, nella consapevolezza che, così com’è scritto, avrà effetti devastanti sul nostro settore”. Un impegno che si è concretizzato in lettere, incontri, sollecitazioni varie a europarlamentari, tecnici, lobbisti, ma anche nell’organizzazione di seminari e webinar culminati il 3 giugno al Parlamento Europeo, dove è stato presentato lo studio della Scuola Superiore Sant’Anna che dimostra come la pelle non sia un driver di deforestazione. Un lavoro enorme che finora ha apparentemente prodotto scarsi risultati ad esclusione di una lettera alla presidente UE Ursula Van der Leyen da parte del vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani che, dopo aver incontrato il presidente Unic, si è attivato “con solerzia e sembra aver compreso a pieno la gravità della situazione”.
Una casa comune a Bruxelles
Preso atto della difficoltà di modificare leggi già approvate, come appunto il Regolamento Anti-deforestazione (EUDR), i conciatori hanno recentemente trasferito gli uffici di Cotance (che rappresenta la concia europea) in una nuova grande sede a Bruxelles “che mi piacerebbe diventasse un punto di riferimento di tutte le associazioni della filiera pelle e non solo”. Ubicata vicino al Parlamento europeo, “potrebbe diventare la casa di tutti i materiali naturali come la lana, la seta, il cashmere, etc. che condividono con noi le problematiche e gli attacchi quotidiani”. L’unione fa la forza – ha spiegato Nuti – ed avere una voce comune vale l’investimento. Occorre fare attività di lobby, trasparente ma necessaria, anche per evitare che passino leggi pericolose proprio come è successo con l’EUDR. L’idea di collaborare con le altre filiere nasce dalla constatazione che tutti i materiali naturali hanno, proprio come la pelle, un indice di impatto ambientale molto elevato rispetto a materiali di origine petrolchimica come il Pvc, nylon e il poliestere. Una situazione paradossale dovuta a premesse erronee (nel caso della pelle, l’inclusione dell’allevamento che andrebbe scorporato essendo la pelle un sottoprodotto) che va cambiata portando avanti studi di LCA realizzati con dati scientifici precisi ed aggiornati, come ha avuto modo di spiegare nel successivo intervento anche lo specialista Federico Brugnoli, AD di SPIN360, grazie al cui lavoro è stato possibile abbassare lo score della pelle del 70% nel famigerato indice Higg relativo alla sostenibilità dei materiali.
I nuovi progetti
Il presidente Nuti ha quindi ripercorso le molteplici attività svolte dall’associazione nell’ultimo anno. Tra le più importanti, la collaborazione con il Ministero del made in Italy per la stesura di un disegno di legge volto a creare un sistema di certificazione univoco nell’ambito della filiera della moda, ad opera di certificatori di terza parte, per difendersi dalla proliferazione degli audit dei clienti sui requisiti più disparati. Degno di nota è poi il nuovo progetto dedicato alla sostenibilità chiamato “Leather Leaders” sul quale UNIC sta lavorando insieme a SPIN360 ed altri partner e che si basa su tre pilastri fondamentali: collaborazione di filiera, scienza e dati, alleanze con settori affini (lana, seta, etc.). Si punta alla creazione di un gruppo ristretto di brand e aziende fornitrici per redigere un protocollo per il raggiungimento di obiettivi green e realizzare una piattaforma condivisa di innovazione e conoscenze che possa trainare tutto il settore.
I risultati 2024
Quanto ai risultati economici, il 2024 – ha ricordato il presidente UNIC – è stato un altro anno difficile, in cui hanno prevalso i segni negativi (produzione -4,5%, export -3,6%), frutto di una persistente sofferenza delle filiere moda, arredo e automotive. La conseguenza è che “si stanno moltiplicando i fenomeni di riorganizzazione industriale e commerciale. Le imprese si aggregano, le filiere si integrano, gli approvvigionamenti e gli investimenti finanziari si diversificano. E anche se probabilmente non saremo tutti d’accordo a riguardo, questo, secondo me, è un segno di salute per il settore, un indicatore del dinamismo che continua a pervadere il nostro mondo. Un brand del lusso non investe nel capitale sociale di una conceria se non crede nel materiale pelle. Così come un fondo finanziario non lo farebbe se reputasse che il business conciario non sia interessante nella marginalità di profitto”.
Gli ospiti
Dopo la relazione del presidente, il microfono è passato a Dario Fabbri, analista geopolitico e direttore della rivista Domino, che ha svolto una relazione incentrata sugli attacchi alla globalizzazione spiegando il senso della politica trumpiana sui dazi. Secondo l’esperto, il presidente USA non punta ad abbattere la globalizzazione, ma a ridefinirne gli equilibri a scapito di UE e Cina.
Numerosi gli interventi degli ospiti, tra cui Giovanna Ceolini (presidente Confindustria Accessori Moda), Agostino Apolito (direttore generale Assomac), Maurizio Maggioni (segretario nazionale UNPAC), Michele Matteoli (presidente Consorzio Conciatori Ponte a Egola), Riccardo Bandini (presidente Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno), Roberto Giannoni (sindaco di Santa Croce sull’Arno), Mirko Balsemin (presidente della sezione Concia di Confindustria Vicenza) e Sonia Tosoni (segreteria di FILCTEM CGIL).
L’Assemblea UNIC si è svolta a Milano il 1° luglioL’analista geopolitico Dario Fabbri è intervenuto all’Assemblea UNIC
Stahl, leader mondiale nei rivestimenti speciali per materiali flessibili, ha appena inaugurato la nuova sede del suo Centro di Eccellenza per la Finitura della Pelle e i Rivestimenti ad alte prestazioni di León, in Messico. La struttura ospita uffici, laboratori applicativi e capacità di test all’avanguardia, a testimonianza dell’impegno di Stahl nel fornire prodotti avanzati e a basso impatto più vicini ai clienti dell’America Latina.
Questo investimento strategico segue una serie di recenti espansioni, tra cui il raddoppio della capacità produttiva in Cina, un nuovo impianto di produzione a Ranipet, in India, un centro di eccellenza ad Apex, negli Stati Uniti, un nuovo laboratorio in Giappone e un nuovo impianto PUD a Singapore. Con un’impronta significativamente più grande rispetto alla precedente struttura di León, il centro aggiornato offre un’esperienza più completa ai clienti, dal supporto alla progettazione di multisubstrati e allo sviluppo di applicazioni, fino ai test e alla formazione.
“Il Messico è un mercato importante per Stahl, con una forte base di clienti del settore automobilistico, della moda e delle calzature”, ha dichiarato Maarten Heijbroek, CEO di Stahl. “Investendo in questa struttura potenziata, restiamo vicini ai nostri clienti e diamo loro accesso alle migliori tecnologie, persone e competenze. Questo è un chiaro esempio di come stiamo crescendo con uno scopo, per servire meglio i nostri partner di oggi e di domani”.
Il sito di León fa parte della rete globale di Stahl, composta da oltre 30 laboratori applicativi, 10 centri di eccellenza e 15 stabilimenti di produzione. Supporta lo sviluppo di rivestimenti e finiture ad alte prestazioni per settori quali le calzature, l’abbigliamento, l’industria automobilistica e gli interni delle abitazioni.
Saul Rios, amministratore delegato di Stahl LATAM, ha aggiunto: “Questa nuova capacità regionale rafforza il nostro modello di business incentrato sul cliente. Qui possiamo collaborare direttamente con i nostri clienti e marchi, accelerare le innovazioni dei nostri clienti e fornire prodotti in base alle esigenze regionali. Il nostro obiettivo rimane quello di co-creare prodotti che toccano la vita, contribuendo sempre a un mondo migliore”.
Gli ospiti dell’inaugurazione hanno partecipato a una visita guidata delle postazioni principali del nuovo stabilimento, tra cui gli showroom per la calzatura e la pelletteria, gli interni automobilistici e i rivestimenti ad alte prestazioni, il laboratorio per la finitura della pelle, un laboratorio di prova dedicato e l’aula dello Stahl Campus® in loco. L’evento si è concluso con un ricevimento di networking ospitato nei nuovi laboratori.
L’International Union of Leather Technologists and Chemists Societies (IULTCS), l’organizzazione internazionale che riunisce le associazioni chimico conciarie di molti paesi, ha ufficialmente eletto il nuovo vicepresidente per il biennio 2026/2027 destinato a diventare presidente nel biennio successivo 2028/2029. La nomina riguarda il Dott. Giancarlo Lovato, candidato presentato dall’Associazione Italiana dei Chimici del Cuoio (AICC). Un risultato importante soprattutto se si considera che l’ultimo presidente italiano di IULTCS è stato il Dr. Cuccodoro nel 1983. Dopo ben 45 anni, nel 2028 l’Italia (AICC) esprimerà finalmente un suo presidente.
Giancarlo Lovato lavora attualmente come Direttore della Ricerca presso Corichem, primaria azienda chimica italiana; in questo ruolo è responsabile dello sviluppo di nuovi prodotti chimici per la pelle e delle relative tecnologie. Il dott. Lovato è stato Segretario dell’AICC dal 2019 al 2022 e Presidente del Comitato Organizzatore del III IULTCS EuroCongress Vicenza 2022. In IULTCS è attualmente responsabile del Comitato ISO.
IULTCS ha anche comunicato il vincitore del prestigioso Merit Award di quest’anno. I membri dell’organizzazione hanno scelto all’unanimità la Dott.ssa Patricia Casey dall’Argentina per la sua dedizione e l’impegno per il progresso del settore. In passato la Casey è stata Presidente dell’IULTCS e ha ricoperto per molti anni una posizione apicale presso l’associazione argentina AAQTIC. Il premio verrà consegnato alla dottoressa Casey durante la cena di gala nell’ambito del Congresso IULTCS di Lione il prossimo 10 settembre.
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