Arsutoria Magazine

Soldini: 80 anni di passi sicuri. Urso: “Un esempio e un modello del Made in Italy”

Rossano Soldini

La storia della Soldini non è solo quella di un’impresa: è il racconto di una famiglia, di un territorio, di un’Italia che cammina con stile e determinazione da ottant’anni. Fondata nel 1945 nel cuore del Casentino da Gustavo Soldini, la piccola bottega artigiana si è trasformata, generazione dopo generazione, in una manifattura solida, rispettata e capace di portare la qualità delle sue calzature in tutto il mondo.

Il 7 luglio 2025, Capolona – il borgo toscano dove tutto ebbe inizio – si è trasformato in un grande teatro all’aperto per ospitare la celebrazione di questo traguardo. Oltre 500 invitati tra dipendenti (alcuni assunti nel 1945!), fornitori, collaboratori, rappresentanti delle istituzioni e big del sistema industriale italiano. Una vera “famiglia allargata”, come l’hanno definita i fratelli Rossano e Marco Soldini, oggi alla guida dell’azienda insieme ai figli.

L’evento è stato anche l’occasione per premiare settanta operai storici, ricordare le tappe fondamentali dell’azienda – incluso l’incendio che distrusse lo stabilimento di Anghiari nel 1994 – e accogliere con orgoglio la cittadinanza onoraria conferita dal Comune di Capolona ai due fratelli imprenditori.

In primo piano Adolfo Urso,  Ministro delle Imprese e del Made in Italy

Tra gli ospiti, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha voluto essere presente per sottolineare il valore simbolico e strategico di aziende come Soldini. Non solo parole di circostanza, ma una visione concreta del futuro industriale italiano:

“Il piano nazionale moda che corrisponde alle esigenze del mercato globale vorrà favorire l’aggregazione e il consolidamento della filiera, tanto più in questa fase di passaggio generazionale così delicata utilizzando strumenti innovativi che consentiranno di aggregare aziende sia in senso verticale (mi riferisco soprattutto ai grandi brand che hanno interesse a rafforzare e consolidare i propri fornitori) che trasversale (alcune imprese della filiera potrebbero fare squadra per rafforzare la loro presenza sul mercato). Il tutto con l’aiuto e il sostegno delle risorse pubbliche e delle nostre agenzie, con l’obiettivo di vincere le sfide della globalizzazione, come già i nostri imprenditori e lavoratori hanno saputo fare in passato.”

“La Soldini cosa può rappresentare in questo mercato, visto che siamo a festeggiare i suoi 80 anni?” è stato chiesto al Ministro. La risposta è chiara: “È un esempio e un modello”.

Parole che si intrecciano con quelle dei tanti imprenditori presenti – da Montezemolo a Ferragamo, da Auricchio a Zegna – che hanno riconosciuto nella famiglia Soldini un raro esempio di imprenditoria seria, appassionata, capace di innovare e resistere senza piegarsi alla retorica del marketing.

“Vedo un’impresa italiana che fortunatamente non ha a che fare con la politica, ma vive di mercato con imprenditori seri che innovano, rischiano, esportano, hanno un meraviglioso rapporto con i collaboratori”, ha dichiarato Luca Cordero di Montezemolo.

Molti anche i colleghi del mondo calzature che hanno lasciato le loro fabbriche per partecipare ai festeggiamenti, da Baldinini a Nero Giardini a Primigi. O le istituzioni del settore, fra cui Valentino Fenni, Vicepresidente Assocalzaturifici e Presidente della sezione Calzature di Confindustria Fermo.

Lo spirito di squadra e il legame con il territorio restano i pilastri su cui Soldini ha costruito il suo successo. “Il nostro percorso ha attraversato successi e difficoltà, ma non abbiamo mai perso lo spirito di famiglia e la passione per il nostro lavoro”, ha detto Rossano Soldini. “Il futuro non sarà facile, ma faremo il massimo degli sforzi per affrontarlo”.

Il sindaco di Capolona, Mario Francesconi, ha riassunto il sentimento collettivo in una frase: “La Soldini non è solo un’azienda, è parte della nostra identità collettiva”.

Ecco perché oggi, più che mai, ogni scarpa Soldini non è soltanto un prodotto di qualità artigianale, ma un pezzo vivo di storia italiana. Una storia che ha saputo adattarsi, innovare e rimanere fedele a se stessa. Una storia che – dopo 80 anni – continua a camminare con passo sicuro verso il futuro.

Valentino Fenni consegna  un riconoscimento da parte di Confindustria Fermo a Rossano Soldini


Conciatori: creiamo una casa comune a Bruxelles con gli altri materiali naturali

Una relazione incentrata sulla necessità di presidiare il lavoro dei legislatori di Bruxelles quella del presidente UNIC, Fabrizio Nuti, ieri a Milano in occasione dell’Assemblea annuale dell’associazione delle concerie italiane. “Negli ultimi 4 anni – ha detto Nuti – le mie energie sono state praticamente assorbite dal contrastare il provvedimento n. 1115/2023, cioè il Regolamento anti-deforestazione, nella consapevolezza che, così com’è scritto, avrà effetti devastanti sul nostro settore”. Un impegno che si è concretizzato in lettere, incontri, sollecitazioni varie a europarlamentari, tecnici, lobbisti, ma anche nell’organizzazione di seminari e webinar culminati il 3 giugno al Parlamento Europeo, dove è stato presentato lo studio della Scuola Superiore Sant’Anna che dimostra come la pelle non sia un driver di deforestazione. Un lavoro enorme che finora ha apparentemente prodotto scarsi risultati ad esclusione di una lettera alla presidente UE Ursula Van der Leyen da parte del vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani che, dopo aver incontrato il presidente Unic, si è attivato “con solerzia e sembra aver compreso a pieno la gravità della situazione”.

Una casa comune a Bruxelles

Preso atto della difficoltà di modificare leggi già approvate, come appunto il Regolamento Anti-deforestazione (EUDR), i conciatori hanno recentemente trasferito gli uffici di Cotance (che rappresenta la concia europea) in una nuova grande sede a Bruxelles “che mi piacerebbe diventasse un punto di riferimento di tutte le associazioni della filiera pelle e non solo”. Ubicata vicino al Parlamento europeo, “potrebbe diventare la casa di tutti i materiali naturali come la lana, la seta, il cashmere, etc. che condividono con noi le problematiche e gli attacchi quotidiani”. L’unione fa la forza – ha spiegato Nuti – ed avere una voce comune vale l’investimento. Occorre fare attività di lobby, trasparente ma necessaria, anche per evitare che passino leggi pericolose proprio come è successo con l’EUDR. L’idea di collaborare con le altre filiere nasce dalla constatazione che tutti i materiali naturali hanno, proprio come la pelle, un indice di impatto ambientale molto elevato rispetto a materiali di origine petrolchimica come il Pvc, nylon e il poliestere. Una situazione paradossale dovuta a premesse erronee (nel caso della pelle, l’inclusione dell’allevamento che andrebbe scorporato essendo la pelle un sottoprodotto) che va cambiata portando avanti studi di LCA realizzati con dati scientifici precisi ed aggiornati, come ha avuto modo di spiegare nel successivo intervento anche lo specialista Federico Brugnoli, AD di SPIN360, grazie al cui lavoro è stato possibile abbassare lo score della pelle del 70% nel famigerato indice Higg relativo alla sostenibilità dei materiali.

 I nuovi progetti

Il presidente Nuti ha quindi ripercorso le molteplici attività svolte dall’associazione nell’ultimo anno. Tra le più importanti, la collaborazione con il Ministero del made in Italy per la stesura di un disegno di legge volto a creare un sistema di certificazione univoco nell’ambito della filiera della moda, ad opera di certificatori di terza parte, per difendersi dalla proliferazione degli audit dei clienti sui requisiti più disparati. Degno di nota è poi il nuovo progetto dedicato alla sostenibilità chiamato “Leather Leaders” sul quale UNIC sta lavorando insieme a SPIN360 ed altri partner e che si basa su tre pilastri fondamentali: collaborazione di filiera, scienza e dati, alleanze con settori affini (lana, seta, etc.). Si punta alla creazione di un gruppo ristretto di brand e aziende fornitrici per redigere un protocollo per il raggiungimento di obiettivi green e realizzare una piattaforma condivisa di innovazione e conoscenze che possa trainare tutto il settore.

 

I risultati 2024

Quanto ai risultati economici, il 2024 – ha ricordato il presidente UNIC – è stato un altro anno difficile, in cui hanno prevalso i segni negativi (produzione -4,5%, export -3,6%), frutto di una persistente sofferenza delle filiere moda, arredo e automotive. La conseguenza è che “si stanno moltiplicando i fenomeni di riorganizzazione industriale e commerciale. Le imprese si aggregano, le filiere si integrano, gli approvvigionamenti e gli investimenti finanziari si diversificano. E anche se probabilmente non saremo tutti d’accordo a riguardo, questo, secondo me, è un segno di salute per il settore, un indicatore del dinamismo che continua a pervadere il nostro mondo. Un brand del lusso non investe nel capitale sociale di una conceria se non crede nel materiale pelle. Così come un fondo finanziario non lo farebbe se reputasse che il business conciario non sia interessante nella marginalità di profitto”.

Gli ospiti

Dopo la relazione del presidente, il microfono è passato a Dario Fabbri, analista geopolitico e direttore della rivista Domino, che ha svolto una relazione incentrata sugli attacchi alla globalizzazione spiegando il senso della politica trumpiana sui dazi. Secondo l’esperto, il presidente USA non punta ad abbattere la globalizzazione, ma a ridefinirne gli equilibri a scapito di UE e Cina.

Numerosi gli interventi degli ospiti, tra cui Giovanna Ceolini (presidente Confindustria Accessori Moda), Agostino Apolito (direttore generale Assomac), Maurizio Maggioni (segretario nazionale UNPAC), Michele Matteoli (presidente Consorzio Conciatori Ponte a Egola), Riccardo Bandini (presidente Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno), Roberto Giannoni (sindaco di Santa Croce sull’Arno), Mirko Balsemin (presidente della sezione Concia di Confindustria Vicenza) e Sonia Tosoni (segreteria di FILCTEM CGIL).

 

L’Assemblea UNIC si è svolta a Milano il 1° luglio
L’analista geopolitico Dario Fabbri è intervenuto all’Assemblea UNIC

Stahl inaugura il Customer Center of Excellence a León, in Messico

Stahl, leader mondiale nei rivestimenti speciali per materiali flessibili, ha appena inaugurato la nuova sede del suo Centro di Eccellenza per la Finitura della Pelle e i Rivestimenti ad alte prestazioni di León, in Messico. La struttura ospita uffici, laboratori applicativi e capacità di test all’avanguardia, a testimonianza dell’impegno di Stahl nel fornire prodotti avanzati e a basso impatto più vicini ai clienti dell’America Latina.

Questo investimento strategico segue una serie di recenti espansioni, tra cui il raddoppio della capacità produttiva in Cina, un nuovo impianto di produzione a Ranipet, in India, un centro di eccellenza ad Apex, negli Stati Uniti, un nuovo laboratorio in Giappone e un nuovo impianto PUD a Singapore. Con un’impronta significativamente più grande rispetto alla precedente struttura di León, il centro aggiornato offre un’esperienza più completa ai clienti, dal supporto alla progettazione di multisubstrati e allo sviluppo di applicazioni, fino ai test e alla formazione.

“Il Messico è un mercato importante per Stahl, con una forte base di clienti del settore automobilistico, della moda e delle calzature”, ha dichiarato Maarten Heijbroek, CEO di Stahl. “Investendo in questa struttura potenziata, restiamo vicini ai nostri clienti e diamo loro accesso alle migliori tecnologie, persone e competenze. Questo è un chiaro esempio di come stiamo crescendo con uno scopo, per servire meglio i nostri partner di oggi e di domani”.

Il sito di León fa parte della rete globale di Stahl, composta da oltre 30 laboratori applicativi, 10 centri di eccellenza e 15 stabilimenti di produzione. Supporta lo sviluppo di rivestimenti e finiture ad alte prestazioni per settori quali le calzature, l’abbigliamento, l’industria automobilistica e gli interni delle abitazioni.

Saul Rios, amministratore delegato di Stahl LATAM, ha aggiunto: “Questa nuova capacità regionale rafforza il nostro modello di business incentrato sul cliente. Qui possiamo collaborare direttamente con i nostri clienti e marchi, accelerare le innovazioni dei nostri clienti e fornire prodotti in base alle esigenze regionali. Il nostro obiettivo rimane quello di co-creare prodotti che toccano la vita, contribuendo sempre a un mondo migliore”.

Gli ospiti dell’inaugurazione hanno partecipato a una visita guidata delle postazioni principali del nuovo stabilimento, tra cui gli showroom per la calzatura e la pelletteria, gli interni automobilistici e i rivestimenti ad alte prestazioni, il laboratorio per la finitura della pelle, un laboratorio di prova dedicato e l’aula dello Stahl Campus® in loco. L’evento si è concluso con un ricevimento di networking ospitato nei nuovi laboratori.

 

I laboratori della nuova sede Stahl a Leon

Giancarlo Lovato eletto vicepresidente IULTCS

L’International Union of Leather Technologists and Chemists Societies (IULTCS), l’organizzazione internazionale che riunisce le associazioni chimico conciarie di molti paesi, ha ufficialmente eletto il nuovo vicepresidente per il biennio 2026/2027 destinato a diventare presidente nel biennio successivo 2028/2029. La nomina riguarda il Dott. Giancarlo Lovato, candidato presentato dall’Associazione Italiana dei Chimici del Cuoio (AICC). Un risultato importante soprattutto se si considera che l’ultimo presidente italiano di IULTCS è stato il Dr. Cuccodoro nel 1983. Dopo ben 45 anni, nel 2028 l’Italia (AICC) esprimerà finalmente un suo presidente.

Giancarlo Lovato lavora attualmente come Direttore della Ricerca presso Corichem, primaria azienda chimica italiana; in questo ruolo è responsabile dello sviluppo di nuovi prodotti chimici per la pelle e delle relative tecnologie. Il dott. Lovato è stato Segretario dell’AICC dal 2019 al 2022 e Presidente del Comitato Organizzatore del III IULTCS EuroCongress Vicenza 2022. In IULTCS è attualmente responsabile del Comitato ISO.

IULTCS ha anche comunicato il vincitore del prestigioso Merit Award di quest’anno. I membri dell’organizzazione hanno scelto all’unanimità la Dott.ssa Patricia Casey dall’Argentina per la sua dedizione e l’impegno per il progresso del settore. In passato la Casey è stata Presidente dell’IULTCS e ha ricoperto per molti anni una posizione apicale presso l’associazione argentina AAQTIC.  Il premio verrà consegnato alla dottoressa Casey durante la cena di gala nell’ambito del Congresso IULTCS di Lione il prossimo 10 settembre.

Irisphera vince la Startup Competition di Expo Riva Schuh e Gardabags

Dal 14 al 17 giugno 2025, l’Innovation Village Retail di Expo Riva Schuh e Gardabags è tornato protagonista, mettendo sotto i riflettori le migliori soluzioni innovative dedicate alla distribuzione. Al centro dell’evento, organizzato in collaborazione con Retail Hub, si è tenuta l’attesissima Startup Competition, ormai alla sua ottava edizione, con un bilancio di tutto rispetto: 68 startup provenienti da 19 Paesi diversi che hanno avuto l’opportunità di presentare idee rivoluzionarie per trasformare il settore.

La giuria, composta da buyer di rilievo ed esperti del mercato, ha premiato Irisphera, startup rumena che si è distinta per la qualità della sua proposta tecnologica e per la capacità di rispondere concretamente a una delle più grandi sfide del fashion retail online: la gestione efficiente dei resi e la sostenibilità degli acquisti.

Irisphera, grazie alla vittoria, sarà presente alla prossima edizione di Expo Riva Schuh e Gardabags previste per gennaio 2026, un’occasione per affermarsi ulteriormente nel panorama internazionale. La startup propone una piattaforma SaaS innovativa che combina intelligenza artificiale e tecnologia 3D per aiutare i consumatori nella scelta di abbigliamento perfettamente adatto alla loro fisicità. Risultato: una riduzione significativa dei resi fino al 30%, un incremento delle conversioni e dati analitici preziosi per i retailer.

 IRISPHERA: UN VIRTUAL PERSONAL SHOPPER CHE CAMBIA LE REGOLE DEL GIOCO

Lo shopping online oggi presenta numerose difficoltà, soprattutto per l’alto tasso di resi che genera costi operativi rilevanti e impatti ambientali considerevoli. Irisphera, attraverso un personal shopper virtuale alimentato da IA, garantisce suggerimenti personalizzati in termini di taglia, colore e stile, uniti alla possibilità di visualizzare virtualmente gli abiti a 360°.

Antonia Dumitriu, CEO e co-fondatrice di Irisphera, ci racconta la mission e le caratteristiche distintive della soluzione: «La nostra tecnologia è altamente scalabile e trasforma automaticamente e in pochi secondi le immagini degli abiti presenti sui siti web dei retailer in modelli 3D. Non servono campioni fisici, né costi elevati di produzione. Dal lancio avvenuto lo scorso dicembre, abbiamo già clienti in Romania, Italia, Paesi Bassi e stiamo entrando nel mercato degli Emirati Arabi con un gruppo di moda uomo».

I vantaggi immediati sono evidenti: «Stiamo già osservando risultati importanti, come il raddoppio dei tassi di conversione, l’aumento della fidelizzazione grazie a una migliore esperienza cliente e strategie commerciali più solide basate su dati chiave riguardo i consumatori», aggiunge Dumitriu.

«Collaborando con noi – continua la CEO – i retailer possono accedere a risparmi fino a 7,5 miliardi, ridurre i resi del 30% e tagliare del 60% le emissioni. Considerando che il settore moda genera circa il 10% delle emissioni totali di CO₂ anche a causa dei resi, la nostra piattaforma rappresenta una risposta concreta e sostenibile».

L’integrazione di Irisphera è semplice e immediata: «Per i siti web basati su Shopify o WordPress disponiamo già di plugin pronti all’uso. Per altri siti, invece, l’integrazione avviene tramite API. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno sono le immagini già presenti online che vengono automaticamente elaborate e digitalizzate in modelli 3D», conclude Dumitriu.

L’Innovation Village Retail continua così a confermarsi una vetrina fondamentale per startup innovative pronte a riscrivere le regole della distribuzione moda, guardando con determinazione al futuro del settore. Un’ottima occasione per i compratori di trovare nuove strade su cui indirizzare il proprio business.

Expo Riva Schuh e Gardabags. Evoluzione in un mondo che cambia

«I grandi nomi della moda hanno intuito che la sneaker doveva cambiare e sono riusciti a cambiarla. È nata una scarpa sportiva che è una ballerina, una ballerina che è una scarpa sportiva». Questa è una delle indicazioni che Maria Cristina Rossi, insegnante di Arsutoria School, ha fornito alla nutrita platea che seguiva gli incontri sui trend di consumo presentati nell’Area Highlights di Expo Riva Schuh e Gardabags.

Simboleggia con immediatezza i tanti e ben più complessi cambiamenti che stanno toccando non solo il settore della moda, ma tutto il mercato. Ma come si affronta il mutare di uno scenario? Il concetto chiave è ‘Saper Diventare’. Con ‘Saper Diventare’ si intende la capacità di individui e organizzazioni di apprendere costantemente, per potersi adattare a contesti, ambienti e situazioni in continuo mutamento.

È la miglior definizione possibile del lavoro fatto da Expo Riva Schuh e Gardabags a partire dai primi anni Duemila: «Abbiamo puntato prima di tutto sull’internazionalizzazione dell’offerta espositiva (the fair that moves the world); più di recente abbiamo evoluto la manifestazione in una imperdibile occasione di ritrovarsi per tutta la community delle  calzature e degli accessori. Di operare i propri scambi, certo, ma anche di informarsi e fare networking in modo intelligente grazie ai tanti eventi, ai servizi di Business Scout e all’app che consente un contatto diretto fra espositori e compratori», come ha sottolineato Alessandra Albarelli, Direttrice Generale di Riva del Garda Fierecongressi.

 

LE CIFRE DELL’EDIZIONE 103

L’edizione 103 di Expo Riva Schuh e Gardabags, tenutasi dal 14 al 17 giugno 2025, con le sue 8000 presenze da più di 100 Paesi conferma le aspettative degli organizzatori e risulta in linea con l’andamento dei mercati.

 

Roberto Pellegrini, Presidente di Riva del Garda Fierecongressi: «L’edizione estiva si è confermata ancora una volta più forte di quella invernale. In sostanziale tenuta il numero dei visitatori. Un buon risultato se si considerano le tante complicazioni che irretiscono i mercati e il contesto bellico che, proprio nei giorni di fiera, ha aperto nuovi fronti impedendo ad alcuni Paesi di partecipare.»

 

In crescita le presenze dei compratori provenienti da Inghilterra (+5%) e Polonia (+15%), stabile la Germania, in leggero calo l’Italia. L’incoming extra-EU è positivo per l’India (+13,6%), per il continente africano e gli Stati Uniti (entrambi hanno registrato un +10%).

 

Che la qualità dei buyer, spesso più importante del loro numero, sia sempre valida per chiudere ordini, lo confermano le continue richieste di ampliamento dello spazio espositivo per accogliere nuovi espositori e ampliare gli stand. «Daremo seguito a queste richieste ampliando il quartiere fieristico. Nei prossimi tre anni dovrebbero concludersi i lavori per rendere la fiera ancora più accogliente: aggiungeremo 20 mila m2 sviluppando nuovi padiglioni per un investimento complessivo che toccherà i 50 milioni di euro. Così assicureremo ancor più internazionalità e diversità degli espositori», svela Roberto Pellegrini.

 

Che poi è la principale virtù dell’evento, come conferma Antonia Reading di Hotter, importante catena di negozi inglese, con alle spalle anche un’azienda di produzione, che ha visitato per la prima volta la fiera: «Sono stupita della varietà dell’offerta sia per la possibilità di valutare fornitori veramente di ogni parte del mondo, sia per i differenti livelli di qualità, fra cui ho potuto scegliere.»


 

L’EVOLUZIONE DI GARDABAGS… E NON SOLO

Senza dubbio l’evoluzione che, più di tutte, ha  fatto parlare di sé, durante l’edizione di giugno della fiera, è stata quella che ha coinvolto la rinnovata Gardabags. I social si sono riempiti di foto dei nuovi padiglioni interamente dedicati alla manifestazione, raddoppiata per spazio espositivo e offerta di collezioni. Un’atmosfera cool e modaiola, infatti, ha contraddistinto le 3 nuove aree di interazione fra espositori e buyer che rappresentano il nuovo format di Gardabags: Sourcing, Sourcing4Bridge, Brands. Senza dimenticare la presenza di espositori specializzati negli articoli da viaggio.

 

Vinta la scommessa di rendere la manifestazione rivana non solo l’hub di riferimento per gli scambi commerciali della calzatura, ma anche di borse, zaini e valigeria, Riva del Garda Fierecongressi guarda già oltre e dà il via alla progressiva evoluzione di Expo Riva Schuh, presentando una nuova identità visiva che ne riflette le caratteristiche di innovazione, flessibilità, legame con il territorio e networking.

Il nuovo logo, semplice e immediato, capace di dialogare anche con la rinnovata identità di Gardabags, trasmette con chiarezza il messaggio di una fiera moderna, funzionale e service-oriented. Ogni dettaglio del nuovo design è stato studiato per comunicare la volontà di Expo Riva Schuh di restare al passo con i tempi, mantenendo una riconoscibilità forte e coerente.


 

INNOVAZIONE

Anche Alberto Mattiello – futurista, autore, head di Innovation Retail Hub e membro del Comitato Scientifico di Expo Riva Schuh e Gardabags – ha parlato dei cambiamenti che stanno investendo il mondo nel suo discorso di apertura della Startup Competition: «L’Intelligenza Artificiale rimane il tema centrale quando si parla di innovazione. Dopo averla utilizzata per rendere più efficienti alcuni processi e farci risparmiare tempo, si è evoluta in un’ampia scelta di strumenti specializzati, personalizzabili, controllabili e in grado di ‘ragionare’. Ora tocca un terzo livello evolutivo. È il tempo della Massive Automation: entro un paio di mesi potremmo diventare tutti programmatori, non perché sapremo scrivere codice, ma perché le macchine lo faranno per noi costruendo applicazioni su misura delle nostre esigenze.»

 

La sempre più nutrita giuria della competizione, buyer di primo piano ed esperti del settore, ha scelto Irisphera (Romania) come miglior soluzione fra quelle presentate durante l’appuntamento di giugno 2025 dell’Innovation Village Retail, organizzato come sempre in collaborazione con Retail Hub che, in 8 edizioni, ha dato visibilità a 68 startup di 19 Paesi.

 

Grazie alla vittoria, Irisphera avrà l’opportunità di esporre durante la prossima edizione dell’evento, in programma a gennaio 2026, rafforzando la propria presenza sulla scena internazionale. Potrà così promuovere ulteriormente la sua piattaforma che sfrutta intelligenza artificiale e tecnologia 3D per aiutare i consumatori a trovare abiti su misura per il proprio corpo, offrendo suggerimenti personalizzati su taglia, colore e stile. Il risultato è una significativa riduzione dei resi, un’esperienza d’acquisto ottimizzata e l’accesso a dati analitici preziosi per i retailer.

 

Molto affollati anche gli altri eventi organizzati durante i 4 giorni di manifestazione: l’Area Highlights dove scoprire i trend di consumo e da cui trarre indicazioni affidabili per i propri acquisti; i Market Focus, occasione perfetta per i compratori di parlare dei propri mercati e incontrare i fornitori più adatti alle proprie esigenze; l’Expo Riva Nights, dove tessere relazioni che vanno oltre il business in un contesto di festa.

 

Expo Riva Schuh e Gardabags, anche nell’edizione 103, hanno dimostrato di ‘Saper Diventare’ quello di cui gli operatori del settore hanno bisogno.

E continuerà così anche nelle prossime edizioni, a partire da quella che si terrà tra il 10 e il 13 gennaio 2026.

Congresso UITIC, “Competitività e sostenibilità nell’era dell’intelligenza artificiale”, ecco il programma

È uscito il programma ufficiale del UITIC International Technical Footwear Congress. La 22esima edizione, che si terrà a Shanghai (Cina) dal 31 agosto al 3 settembre 2025, presenterà tante e approfondite presentazioni riguardanti l’evoluzione e l’innovazione che sta investendo il settore calzaturiero.

Continua, inoltre, la tradizione dell’UITIC di offrire ai partecipanti un programma complementare di visite a fabbriche e istituzioni; saranno disponibili due opzioni, che daranno un’idea del mondo della calzatura cinese e della straordinaria cultura tradizionale della Cina. I partecipanti possono scegliere tra visite di un giorno o di due giorni.

 

Cliccare qui per conoscere il programma completo dell’evento UITIC 2025.

La rete Tuscany4Shoes si concentra sulla sostenibilità

Si è svolta nella splendida cornice di Villa Bruguier, a Capannori, una giornata dedicata alla moda sostenibile, alla responsabilità ambientale e alla valorizzazione della filiera produttiva del comparto calzaturiero e della moda. È stato questo il cuore del GREEN DAY, l’evento promosso dalla Rete Tuscany4Shoes, realtà che aggrega oggi oltre 60 imprese del mondo delle calzature e della moda, con sede al Polo Tecnologico di Capannori.

L’appuntamento si è aperto in prima mattina con i saluti istituzionali di Giordano Del Chiaro, Sindaco di Capannori, della Consigliera Regionale Valentina Mercanti e della Sindaca di Scandicci Claudia Sereni. Per la Rete Tuscany4Shoes Serena Cecchini, Presidente, e Pietro Angelini, direttore di NAVIGO, Temporary Manager della Rete.

Al centro dell’agenda, la sostenibilità applicata alla moda e al territorio, con gli interventi di Silvia Gambi (Solo Moda Sostenibile), Marco Zappolini (ESG Italia), e Tonja Pierallini referente del progetto “Terra di Tutti”, e Matteo Pasca, direttore di Arsutoria.

Oltre agli interventi già menzionati anche uno spazio dedicato alla presentazione del progetto “Shoes ID”, realizzato in collaborazione con NAVIGOLucense e CAEN, volto a rafforzare l’identità della scarpa toscana attraverso innovazione, tracciabilità e tecnologie digitali.

Ha chiuso I lavori un ricco panel di alcune delle più importanti maison internazionali e aziende della filiera che hanno raccontato buone pratiche, sfide e strategie per una moda sempre più attenta all’ambiente e al futuro. 

Con la prima edizione di GREEN DAY abbiamo voluto dimostrare come sostenibilità, innovazione e filiera non siano solo parole chiave, ma azioni concrete che le nostre imprese mettono in campo ogni giorno. La moda toscana ha un’identità forte, radicata nel territorio e capace di affrontare con visione le sfide ambientali e sociali, a livello territoriale ma anche internazionale” – ha dichiarato Serena Cecchini – “Questo evento è un passo in avanti per rafforzare la nostra rete, attivare nuove connessioni e costruire insieme un futuro più responsabile”.

APPROFONDIMENTO

C’è un’idea antica che torna a farsi spazio tra le pieghe di una filiera sempre più complessa: fare sistema. E non perché va di moda e tutti ne parlano, ma per necessità. Unirsi per vincere le sfide del mercato è la sottotraccia che ha sorretto la maggior parte degli interventi del convegno.

 

SOSTENIBILITÀ: DA COSTO A LEVA STRATEGICA

Il convegno ha dato ampio spazio al tema ESG, mostrando come la sostenibilità non sia più un’opzione reputazionale, ma una condizione abilitante per accedere ai mercati e alla finanza. Marco Zappolini (ESG Italia) lo ha detto con chiarezza: “Le imprese devono iniziare a testare il proprio livello di conformità. I protocolli non sono loghi da esibire, ma strumenti di governance, competitività e accesso ai fondi”.

Lo stesso vale per chi ha trasformato la sostenibilità in impresa: il progetto “Terra di Tutti” è un caso esemplare. Recupera materiali, li rigenera in oggetti di design (a partire da ombrelli rotti, banner fieristici, scarti tessili) e al tempo stesso inserisce nel mondo del lavoro persone fragili, creando una filiera sociale ed estetica allo stesso tempo. Un laboratorio di artigianato innovativo, radicato nel territorio.

 

DALLA FILIERA ALL’ECOSISTEMA

A margine del convegno, sono intervenuti anche rappresentanti di brand internazionali. Il messaggio è convergente: occorre trasparenza, tracciabilità, e un salto culturale nella relazione tra brand e fornitori. «Oggi i clienti ci chiedono: chi ha fatto questo prodotto? Dove? In quali condizioni?», ha ricordato Luca Perone. Per questo la sostenibilità deve diventare un asset strategico, non un’etichetta da marketing.

 

IL FUTURO È NEL DIALOGO TRA PICCOLI E GRANDI

Il confronto con il modello francese – più centralizzato e strutturato – è stato utile per riconoscere i limiti ma anche i punti di forza del sistema italiano, fondato su distretti e piccole imprese. Ma serve una strategia. Perché senza politiche pubbliche orientate e senza un cambio di mentalità dei grandi brand, i piccoli rischiano di restare soli davanti a normative sempre più stringenti (come l’eco-design europeo o il passaporto digitale di prodotto).

 

DAL SAPER FARE AL SAPER TRASMETTERE

Il “saper fare” italiano è un patrimonio. Ma non basta conservarlo: va trasmesso. È questo il cuore della riflessione sulla formazione emersa durante il convegno. Non si tratta solo di insegnare gesti tecnici, ma di creare sistemi didattici capaci di integrare manualità, organizzazione e innovazione. Come ha sottolineato Matteo Pasca di Arsutoria, “la formazione professionale non può basarsi solo sulla teoria o sull’affiancamento passivo: servono protocolli didattici precisi, ambienti di lavoro stimolanti e macchine adeguate al mondo produttivo reale”.

Le aziende più strutturate stanno già investendo nella costruzione di una “biblioteca dei gesti” e in corsi interni che permettano il passaggio generazionale di competenze. Ma è la sinergia tra pubblico e privato a fare la differenza: il ricorso ai fondi formativi, l’utilizzo degli ITS e la collaborazione con enti di formazione diventano elementi chiave. Un esempio concreto? I percorsi co-progettati per formare figure ormai rare come le giuntatrici, attraverso corsi intensivi su misura. Perché un distretto non è competitivo solo quando innova i prodotti, ma quando innova le persone.

 

CONCLUSIONI: IL COSTO DI NON FARE NULLA

“Che costo ha se non lo faccio?”. È la domanda che Francesco Cosentino (Antica Valserchio) ha lasciato cadere in platea. Riguardava la digitalizzazione, ma potrebbe valere per ogni tema trattato: sostenibilità, formazione, tracciabilità, filiera. È questo il punto: oggi il vero rischio non è investire. È restare fermi.

Ecco allora che il modello “Tuscany4Shoes” si presenta non come un traguardo, ma come un metodo. Un modo di affrontare la complessità con l’energia del collettivo.

Matteo Pasca, Direttore Arsutoria School, durante il suo intervento al convegno organizzato da Tuscany4Shoes

A PROPOSITO DI TUSCANY4SHOES
Tuscany 4 Shoes è una rete di imprese rappresentative del comparto calzaturiero che nasce per essere strumento al servizio del settore, per conoscerlo, rafforzarlo, promuoverlo, internazionalizzarlo.
T4S da un lato punta ad essere elemento di supporto delle imprese in una fase difficile del mercato calzaturiero e di grande cambiamento e dall’altro interlocutore tecnico privilegiato per dare giuste informazioni agli Enti, amministratori pubblici, associazioni di categoria. Nasce dall’idea di credere nella forza degli aggregati dal basso, trasversali e complementari rispetto al meccanismo associativo e in risposta alle esigenze di aggregazione e condivisione delle imprese.
Fra le sue file, oggi conta 59 aziende (+4 richieste di ingresso), tra cui 21 calzaturifici, 20 fornitori, 6 componentisti e 5 del commercio.

Due aziende, un’unica visione: trasformare la creatività in produttività

“Che siate alla ricerca di ispirazione, innovazione tecnica o nuove connessioni commerciali, questo evento è da non perdere.” Così recitava l’invito che ha chiamato gli operatori del settore a visitare l’evento organizzato da Italiana Accessori e Sagitta il 26 e 27 giugno 2025 a Montevarchi, in Toscana.

Italiana Accessori, specialista nella produzione di borchie ed elementi decorativi, e Sagitta, all’avanguardia nel realizzare soluzioni tecnologiche per l’applicazione automatica di borchie, hanno ripreso la consuetudine di organizzare l’evento durante il quale presentano le novità relative al mondo della decorazione per calzatura, pelletteria e abbigliamento. Un’occasione d’incontro per clienti e fornitori che vuole mettere in luce lo stato dell’arte di accessori e tecnologie votate all’efficienza e alla precisione sempre a servizio dello stile.


“Numerosi i visitatori che ci sono venuti a trovare e che hanno preso parte alle live demo e usufruito di consulenze personalizzate in un’atmosfera anche di festa e networking. Hanno scoperto come le nostre soluzioni si integrano perfettamente nei loro processi produttivi. Come li semplificano e come sono in grado di aumentarne la produttività.”


Divertire parlando di pelle: lo fa Nera

Nera, brand di Royal Smit & Zoon, ha lanciato una nuova serie di podcast: ‘Leathertainment on the Go’, condotta da Florian Schrey e da Volkan Yilmaz (noto come Tanner Leatherstein sui social media). Ben otto episodi, tutti disponibili su YouTube e Spotify.

Nel corso delle chiacchierate, con un pizzico di umorismo e leggerezza, i due esperti approfondiscono una vasta gamma di argomenti legati alla pelle, dal tentativo di sfatare i miti più comuni sulla pelle vegana alla discussione sul benessere degli animali e sul futuro della pelle. Una serie divertente e informativa che punta a diffondere informazioni corrette sulla pelle a beneficio di tutto il settore.

Nera è il brand di riferimento della compagnia olandese Royal Smit & Zoon per l’innovativa pelle Zeology che rappresenta un importante progresso nella produzione di pelle sostenibile. Utilizza un agente conciante rivoluzionario a base di zeoliti, che lo rende privo di cromo, aldeide e metalli pesanti. Questo processo unico non solo rende la pelle compostabile e biodegradabile, ma ne migliora anche le prestazioni e la durata.