Arsutoria Studio

A febbraio 2025 torna MIPEL, la grande fiera della pelletteria

Milano ritorna al centro della scena mondiale con i grandi Saloni della moda presso l’area espositiva di Fiera Milano-Rho, a cominciare dalla pelletteria con MIPEL, che si terrà in concomitanza con Micam e TheOne dal 23 al 25 febbraio, Milano Fashion&Jewels (22-25 febbraio) e Lineapelle (25-27 febbraio).

Promossa e organizzata da Assopellettieri, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e di Agenzia ICE, MIPEL è pronta a dare spazio e visibilità alle proposte FW 2025-26 di oltre 200 brand, tra nomi storici e realtà emergenti, sia italiani sia internazionali.

“MIPEL è un momento strategico per il settore della Pelletteria e per tutti gli attori coinvolti. È indubbio che il settore stia attraversando uno dei suoi momenti più delicati, ma l’importante è non perdere i punti fermi ed evitare atteggiamenti di chiusura; per i buyer e le aziende, soprattutto quelle di piccole dimensioni, il salone rappresenta un’occasione fondamentale di business oltre che di confronto, networking e di aggiornamento sulle novità e le tendenze emergenti.”, afferma Claudia Sequi, Presidente di MIPEL e ASSOPELLETTIERI.

Confermato per la prossima edizione “The Italian Startup Project”, realizzato in collaborazione con ICE-Agenzia e MAECI, che mette in vetrina giovani brand italiani che si sono distinti per l’idea creativa originale, la ricerca e la volontà di creare qualcosa in linea con le richieste del mercato. Torna anche Showcase Milano, uno spazio dedicato ad aziende di moda e design selezionate per le loro caratteristiche di innovazione, ricerca e creatività.

Un’attenzione particolare sarà dedicata, come di consueto, all’Area Trend nel Padiglione 3, l’iconico spazio che offrirà una panoramica sulle tendenze del settore pelletteria per l’autunno-inverno 2025-26.

In maggio i Freiberg Leather Days 2025

I prossimi Freiberg Leather Days si terranno nuovamente a Freiberg, in Germania, il 21 e 22 maggio 2025. Già aperta la Call for papers per esperti, ricercatori e specialisti di tecnologia e chimica conciaria interessati a presentare nuovi lavori scientifici. Per questa 13a edizione del Congresso, organizzato come sempre dall’Associazione dei chimici della pelle tedeschi (VGCT) insieme all’Istituto di ricerca FILK, sono stati scelti i seguenti macro argomenti:

-Tecnologie nuove/alternative per la produzione di pelle
-Novità nella caratterizzazione e nell’analisi
-Utilizzo di materie prime sostenibili in conceria
-Tecnologie di lavorazione innovative
-Automazione e macchinari
-Nuove tendenze nelle industrie applicative
-Le concerie artigianali nell’era dell’Industria 4.0

“I primi relatori provenienti da vari settori si sono già impegnati a presentare le loro relazioni. Se desiderate presentare nuove idee, scoperte o applicazioni nel campo della tecnologia conciaria e del cuoio o nelle industrie correlate, saremo lieti di ricevere le vostre proposte entro l’11 febbraio 2025” annunciano gli organizzatori.

Appuntamento al 2025 con S&L-IFLE Guangzhou e  S&L-IFLE Vietnam

Fondata nel 1989, con oltre 35 anni di esperienza nei servizi fieristici e congressuali e specializzata nell’organizzazione di fiere di macchinari per calzature, cuoio e materiali e sourcing di calzature-pelletteria in Asia, Top Repute Co. Ltd. è pronta ad offrire anche nel 2025 agli operatori professionali del settore pelle appuntamenti di alto livello. Partiamo da Shoes & Leather – IFLE Guangzhou, in calendario dal 15 al 17 maggio 2025: il 33° Salone Internazionale delle Calzature e della Pelle di Guangzhou è una delle più importanti esposizioni per l’industria delle calzature e della pelle, dedicata a macchinari avanzati per la produzione di calzature, materiali, pellami e altro ancora. La fiera occuperà 40.000 metri quadrati di spazio espositivo, presentando i prodotti di oltre 800 espositori internazionali provenienti da 20 Paesi e regioni. Sono attesi oltre 20.000 visitatori specializzati provenienti da 50 Paesi e regioni. La fiera incorpora che incorpora la Fiera Internazionale della Calzatura (IFLE), che presenterà un’ampia gamma di calzature di qualità per l’approvvigionamento, provenienti da fabbriche della Cina continentale e dell’Asia.

L’appuntamento da segnare in agenda è poi quello con la 25esima edizione di Shoes & Leather Exhibition – Vietnam, in programma dal 9 all’11 luglio 2025 presso il SECC, Ho chi Minh City, Vietnam. Questa fiera è uno degli eventi più importanti e leader per l’industria delle calzature e della pelle nelle regioni ASEAN, dedicata alle anticipazioni in fatto di macchine calzaturiere avanzate, soluzioni di taglio, pelle, sintetici, materiali, tecnologia di cucitura, automazione, chimica, stampa 3D, componenti e molto altro. La fiera occuperà 20.000 metri quadrati di spazio espositivo, con oltre 800 espositori internazionali provenienti da 20 Paesi e regioni e attirerà oltre 15.000 visitatori commerciali da 44 Paesi e regioni. Ci saranno anche 13 gruppi di partecipanti e padiglioni nazionali.

L’IFLE – Vietnam 2025 si terrà contemporaneamente a Shoes & Leather – Vietnam 2025, proponendo prodotti finiti, calzature e pelletteria, come borse eleganti, scarpe, valigie, accessori di moda e vari tipi di prodotti in pelle.

Infine, uno sguardo al 2026 ci porta a parlare di SHOES & LEATHER HANOI 2026, in programma dal 24 al 26 marzo ad Hanoi, Vietnam, dedicata all’intera gamma di prodotti dell’industria delle calzature e della pelle. Unendo macchinari, materiali e prodotti finiti, questo nuovo evento offre una vetrina completa per i professionisti del settore.


CICB Sustainability Forum 2025

In occasione di Fimec – la Fiera Internazionale di Pelle, Prodotti Chimici, Componenti, Macchinari e Attrezzature per Calzature e Concerie che si terrà a Novo Hamburgo, nel Rio Grande do Sul, in Brasile – si svolgerà una nuova edizione del Forum sulla sostenibilità di CICB, l’evento nato nel 2012 e diventato la piattaforma-chiave per discutere il futuro del settore pelle. L’appuntamento è il 19 marzo 2025 con esperti, aziende e istituzioni che si riuniranno per discutere il tema centrale di questa edizione: la valutazione del ciclo di vita (LCA) nell’industria della pelle.

Il Forum sulla sostenibilità di CICB è organizzato dal progetto Brazilian Leather, una partnership tra il Centro per l’industria conciaria brasiliana (CICB) e l’Agenzia brasiliana per la promozione del commercio e degli investimenti (ApexBrasil), e vede tra gli sponsor di questa edizione anche Stahl Leather, Abrameq – Master, NBN, Bremm Beck e Michelon.

Il Forum presenterà conferenze e panel che illustreranno come le valutazioni del ciclo di vita stiano trasformando i processi produttivi, guidando le politiche pubbliche e private e dando forma alle strategie di sostenibilità in vari segmenti della catena di produzione della pelle. Oltre a essere un centro di aggiornamento e di scambio di idee, l’evento rappresenta un’opportunità unica per promuovere la collaborazione tra le principali parti interessate, riunendo in un unico spazio concerie, marchi, fornitori ed esperti di sostenibilità. Tra i relatori confermati figurano rappresentanti dell’industria (che presenteranno casi pratici di LCA di concerie), società di consulenza, professionisti della gestione e partner del settore chimico.

Attesi oltre 7mila operatori a FUTURMODA 2025

Il primo appuntamento dell’anno con la fiera di Alicante, in Spagna, dedicata alle anticipazioni per calzature e pelletteria sarà dal 12 al 13 marzo, con la presentazione della stagione PE 2026 e le ultime innovazioni tecnologiche e di macchinari da parte di oltre 300 aziende espositrici di varie nazionalità, come Spagna, Italia, Portogallo e Francia. Sono attesi all’evento circa 7.000 operatori.

L’edizione numero 53 vedrà ancora una volta coinvolte aziende spagnole e internazionali di prodotti per la fabbricazione di calzature, pelletteria, bigiotteria e moda in generale. Si tratta principalmente di aziende di componenti per calzature o pelletteria (suole, tacchi, zeppe, solette, fibbie, lacci, nastri, intrecci, stampi o servizi di ricamo, incisioni….), aziende conciarie, di tessili e sintetici, aziende chimiche e produttori di macchinari e tecnologie. Gli espositori provengono principalmente dall’Europa, in particolare da Spagna, Italia, Portogallo, Francia e Germania.

Questa edizione sarà caratterizzata dall’attenzione all’ambiente con l’iniziativa speciale “Futurmoda Green Planet”, uno spazio che si concentra sui materiali naturali ed ecologici e mette in evidenza i prodotti ecologicamente responsabili come la pelle, la seta, il lino e il cotone chimicamente non adulterato. Sono inoltre esposti prodotti riciclati, soluzioni ad alta efficienza energetica e tecnologie ad alto valore aggiunto, che promuovono pratiche sostenibili nel settore.

Nuovo appuntamento con il Venice Sustainable Fashion Forum

Si è svolto lo scorso 24 e 25 ottobre il Venice Sustainable Fashion Forum, l’iniziativa nata dalla collaborazione di tre partner chiave – Sistema Moda Italia, TEHA Group e Confindustria Veneto Est – che vede oggi la partecipazione e il sostegno di 19 partner che ne condividono valori e obiettivi, riconoscendo la necessità avviare un dibattito serio e urgente sul tema della sostenibilità nel settore moda.

Durante la terza edizione, in particolare, è stato presentato lo studio “Just Fashion Transition” che affronta i progressi, le sfide e le opportunità per la filiera moda insite nella trasformazione sostenibile, al fine di promuovere un dialogo collaborativo e sviluppare soluzioni concrete. L’edizione 2024 si è concentrata su due domande chiave che hanno guidato il processo di ricerca: Come sarà l’industria della moda nel 2030? E In che modo le filiere della moda stanno abbracciando il cambiamento? Stanno facendo abbastanza?

L’industria europea della moda in ritardo di otto anni

Secondo i risultati evidenziati da “Just Fashion Transition”, l’industria europea della moda potrebbe raggiungere i suoi obiettivi climatici con 8 anni di ritardo. Nonostante, infatti, negli ultimi 6 anni si sia riusciti a disaccoppiare la crescita economica dalle emissioni di CO2, sembra che ai ritmi attuali sarà in grado di raggiungere gli obiettivi climatici vincolanti previsti dal Fit for 55 solo entro il 2038. Per recuperare il ritardo rispetto al percorso di decarbonizzazione previsto saranno necessari investimenti addizionali pari a €24,7 miliardi entro il 2030. In alternativa, ridurre i volumi di produzione per rimanere entro i limiti di emissione previsti rischia di comportare perdite di ricavi 8 volte superiori e secondo un’analisi dei bilanci di oltre 2.686 società, gli investimenti richiesti sembrano difficilmente sostenibili per il 92% delle aziende italiane della filiera.

L’incertezza normativa frena la competitività

Poiché la sua influenza geopolitica nel mondo è in costante decrescita, a 10 anni dall’Accordo di Parigi, l’Europa continua a promuovere la transizione sostenibile principalmente attraverso leggi e norme. Tuttavia, la mancanza di linee guida di operative e di quadri normativi ben definiti rappresenta una fonte di incertezza per le imprese, almeno per i prossimi 5 anni, e quindi un freno alla competitività rispetto al resto del mondo. In particolare, mentre i requisiti e gli strumenti di sostenibilità sono sempre più concentrati sulle grandi aziende, le PMI non sembrano altrettanto prese in considerazione. Esse si ritrovano a dover sostenere l’onere della compliance senza risorse sufficienti – un limite che minaccia di ampliare le disuguaglianze e ostacolarne il potenziale competitivo in un mercato regolamentato.

Inoltre, nonostante la crescente attenzione dell’UE in materia di gestione del fine vita dei prodotti fashion, le infrastrutture disponibili non sembrano ancora adeguate. Mentre la Commissione Europea spinge verso il recupero dei rifiuti e la rendicontazione sui prodotti invenduti, in Europa la distruzione rappresenta ancora un comune metodo di smaltimento per i prodotti restituiti e invenduti, con 264.000-594.000 tonnellate di prodotti tessili che si stima vengano distrutte ogni anno (4-9% del mercato). Inoltre, mentre fino al 79% dello stock invenduto viene recuperato, solo il 57% dei resi online riesce a essere gestito nello stesso modo, con costi di trattamento pari al 55-75% del prezzo al dettaglio. Inoltre, la revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti del 2023 ha introdotto un nuovo schema di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), imponendo una tassazione per brand basata sull’ecodesign per promuovere durabilità e riciclabilità, con il supporto di Passaporti Digitali di Prodotto; mentre l’Italia ha già istituito sistemi di raccolta differenziata dei prodotti tessili, solo 3 città su 4 dispongono di strutture adeguate per gestirla, con un potenziale effettivo di raccolta pari a soli 2,7 kg pro capite rispetto ai 23 kg immessi sul mercato ogni anno.

Il ruolo debole del settore finanziario europeo

Il settore finanziario europeo non ha ancora tutte le leve per essere il motore della Just Fashion Transition nel continente. Senza un adeguato sostegno finanziario e un quadro normativo che faciliti l’accesso ai fondi sostenibili sui mercati dei capitali, la transizione rischia di essere sottofinanziata, esacerbando le disuguaglianze soprattutto tra le PMI, che oggi rappresentano quasi il 98% dell’intero settore.

Ad oggi, solo il 35% degli investimenti dedicati alla transizione delle PMI europee è stato sostenuto da finanziamenti esterni, e solo il 16% di questi si qualifica effettivamente come “sostenibile”.

In pochi sono al passo con la decarbonizzazione

Solo un terzo delle 100 più grandi aziende europee del settore moda è al passo con la velocità di decarbonizzazione necessaria, il resto rimane indietro. Da un lato, le 34 grandi aziende europee del settore che stanno riducendo le proprie emissioni a una velocità doppia rispetto a quella richiesta dalla Fit for 55 dimostrano che la decarbonizzazione è possibile. Dall’altro, questo evidenzia un ritardo significativo per il resto del settore. Inoltre, mentre sul clima si stanno facendo progressi, tra le 100 più grandi aziende EU solo 7 aziende sono trasparenti sul living wage e 28 non pubblicano ancora un Bilancio di sostenibilità. Infine, l’integrazione delle performance ESG nella retribuzione variabile dei dirigenti è una pratica diffusa solo nel 25% delle aziende, a differenza di altri settori in cui tale quota supera il 90%.

Scarsità di competenze e margini ridotti penalizzano le filiere italiane

La mancanza di competenze e margini ridotti rendono difficile per le filiere italiane affrontare rapidi cambiamenti. Il presidio sui temi ESG tra le aziende della filiera italiana è diminuito di circa il 3%, in particolare tra le PMI con ricavi <30 milioni €. In particolare, le aziende manifatturiere nei comparti del tessile e abbigliamento dimostrano il più alto presidio della sostenibilità nella filiera italiana, con valori crescenti all’aumentare delle dimensioni, mentre pelle, maglieria e calzaturiero sono più indietro, soprattutto tra le aziende più piccole. Le grandi, in particolare quelle con un fatturato superiore a €80 milioni, mostrano un presidio di sostenibilità più solido in tutti i segmenti analizzati.

I fattori principali di questo rallentamento sono la mancanza di competenze interne è il principale ostacolo del mancato presidio ESG, mentre la bassa redditività, in costante calo (tra il 7 e l’11%), così come gli alti indici di indebitamento, rendono gli investimenti nella decarbonizzazione difficilmente sostenibili per circa il 92% delle aziende, soprattutto nel settore conciario e dell’abbigliamento.

La responsabilità dei governi

Se il settore non investirà abbastanza, i consumatori europei potrebbero dover rinunciare a 21 capi di abbigliamento pro capite entro il 2030. Inoltre, anche se il second-hand può essere visto come un’alternativa sostenibile al fast fashion, i suoi benefici sono ridotti dall’effetto rebound: per ogni acquisto di capi nuovi evitato, se ne acquistano in media 1,23 usati. Secondo i consumatori globali, i governi sono i principali attori le cui azioni in tema ambientale risultano insufficienti. In Europa, in particolare tra i giovani, c’è una crescente consapevolezza che la sostenibilità comporta costi e sacrifici. Tuttavia, questo non sembra tradursi in un’azione adeguata.

Conclusioni

Né i mercati, né le istituzioni hanno ancora raggiunto il ritmo richiesto per una Just Transition. Si prevede che la crescita annuale delle economie OCSE calerà di quasi il 30% entro il 2060, arrivando all’1,3%, principalmente a causa del declino della popolazione in età lavorativa, con un impatto significativo anche sui Paesi emergenti del G2023. Allo stesso tempo, il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre e gli scienziati avvertono che, senza un’azione immediata, la maggior parte dei rischi climatici potrebbe raggiungere livelli critici o catastrofici entro la fine del secolo, soprattutto nell’Europa meridionale. Le sole perdite economiche dovute alle inondazioni costiere potrebbero superare i €1.000 miliardi l’anno.Tuttavia, secondo le proiezioni, l’adozione di politiche a zero emissioni potrebbe comportare una crescita del PIL globale del 7% rispetto ai livelli previsti in caso di inazione.

In questo contesto, senza cambiamenti strutturali, non pare realistico che società e imprese possano prosperare. È quindi importante evidenziare, oggi, tre punti chiave:

•              i mercati e i sistemi di prezzi non incentivano la sostenibilità. Al contrario, viene spesso percepita come un investimento poco redditizio, motivato principalmente da ragioni etiche o di compliance;

•              la regolamentazione, da sola, non sarà sufficiente per accelerare la transizionesostenibile. Anzi, potrebbe spingere le aziende verso un approccio orientato più alla rendicontazione che al miglioramento delle performance.

•              i costi della transizione non possono essere valutati da soli. Piuttosto, i costi dell’azione dovrebbero essere misurati e confrontati nel lungo periodo con i costi dell’inazione, che nel caso del cambiamento climatico possono essere difficili da gestire.

5 proposte per una Just Fashion Transition europea al 2030

–  Per le Istituzioni è necessario chiudere in fretta il gap regolatorio al fine di permettere alle aziende di prendere decisioni a medio-lungo termine.

Semplificare gli strumenti finanziari per le PMI per permettere alle PMI di investire in sostenibilità fornendo loro un accesso facilitato al credito e offrendo delle condivisioni favorevoli.

– Costruire e diffondere a livello nazionale competenze, coinvolgendo università e ricerca per testare soluzioni scalabili, sviluppando iniziative per diffondere tra le PMI le competenze necessarie per la transizione e creare una forza lavoro a prova di futuro.

– Sviluppare un piano strategico nazionale per identificare modalità per integrare i costi della sostenibilità nelle strutture di prezzo,  facilitando l’eradicazione del caporalato, così come la condivisione di tempi, metodi e strumenti per combinare finanziamenti pubblici e privati.

– Alimentare il processo di concentrazione del mercato, specialmente tra le PMI, per aumentare la produttività e la capacità di investimento, anche attraverso agevolazioni fiscali e nell’accesso al credito, ma anche con finanziamenti pubblici.  


4S PLANET contro il cambiamento climatico

Dal ritorno della produzione in Italia alla scelta del trasporto navale invece che aereo, dall’installazione di pannelli solari all’elettrificazione dei processi: le iniziative messe in campo da cinquanta aziende italiane della filiera moda che hanno aderito al programma 4S PLANET dimostrano come il settore stia passando dalle parole ai fatti nella lotta al cambiamento climatico. “I progetti di decarbonizzazione sono al centro delle strategie virtuose di molti brand e, di conseguenza, delle aziende di produzione che fanno parte della loro filiera”, spiega Francesca Rulli, ideatrice di 4sustainability® e amministratrice di YHub. “Il primo passo è misurare i consumi totali della fabbrica, dettagliandoli per processo fino alla singola fase o macchinario. Così facendo, è possibile individuare il potenziale di riduzione. Non si tratta solo di installare pannelli fotovoltaici o passare all’energia verde: la vera sfida è ripensare i processi produttivi”.

Il settore della moda è responsabile di una quota significativa delle emissioni globali, stimata tra il 2% e l’8% del totale. “Oggi i brand richiedono informazioni molto dettagliate sugli aspetti ambientali, ma sono pochissimi quelli che valorizzano – anche in termini di prezzo – i materiali prodotti con un minore impatto sul clima”, conclude Francesca Rulli. “Ci sono comunque segnali positivi. Alcuni brand hanno iniziato a misurare il contributo delle loro filiere alla riduzione delle emissioni, per stringere partnership più importanti con le imprese virtuose. Si parla tanto di giustizia climatica, cioè il concetto per cui ciascuno è tenuto a contribuire all’azione per il clima sulla base delle proprie responsabilità, evitando che siano gli attori più vulnerabili a pagarne il prezzo. Ecco, nel settore della moda, questo è un esempio di giustizia climatica”.

Le 50 aziende che hanno aderito a 4S PLANET stanno implementando azioni in quattro aree strategiche:

1. Ripensare l’approvvigionamento: “Alcune zone possono garantire costi più bassi nel breve termine, ma essere più vulnerabili all’impatto della crisi climatica, a causa di scarsità d’acqua, eventi meteo estremi, temperature estreme che rendono più difficile la produzione ecc. L’azienda è chiamata a valutare questi trend negli anni a venire, salvaguardando la propria business continuity”, sottolinea Francesca Rulli.

2. Innovare macchinari e impianti: Qui la capacità di innovazione, investimento e gestione manageriale fa la differenza. La sostenibilità talvolta viene ancora descritta come un costo ma in realtà è un investimento, anche perché porta a ottimizzare le risorse generando quindi un vantaggio competitivo”, continua Rulli.

3. Convertire le fonti energetiche: “Da un lato bisogna agire sull’elettrificazione, sostituendo ove possibile il gas metano, dall’altro assicurarsi che questa energia arrivi da fonti rinnovabili, attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici e la scelta di fornitori di energia verde”.

4. Trasformare la logistica: “Il reshoring delle produzioni in Italia è positivo perché l’UE vanta normative evolute in termini ambientali e sociali. Per il trasporto merci, la nave è preferibile all’aereo, mentre per la mobilità aziendale si punta su modelli elettrici e ibridi”.

 

 

Francesca Rulli

Cirql Zero™ vince il premio ISPO BrandNew nella categoria sostenibilità

Cirql™, azienda innovativa con sede in Vietnam e focalizzata sullo sviluppo di componenti e materiali per intersuole a basso impatto ambientale, ha presentato lo scorso dicembre alla fiera Ispo di Monaco Cirql Zero™, una nuova schiuma biodegradabile e compostabile che sarà disponibile a livello industrialeper i brand calzaturieri a partire dall’inizio del 2025.

Questo innovativo materiale si è aggiudicato il prestigioso ISPO BrandNew Award nella categoria sostenibilità, il premio riconosciuto ai nuovi marchi innovativi dell’industria dello sport e dell’outdoor capaci si spingersi oltre i confini dei loro settori attraverso la proposta di nuovi materiali, tecnologie e pratiche sostenibili.
“I marchi di calzature sono alla ricerca da molti anni di un materiale affidabile e completamente biodegradabile per l’intersuola; è l’ultimo pezzo del puzzle”, spiega Matt Thwaites, vicepresidente e direttore generale di Cirql. “L’intersuola è sempre stata una sfida, perché i marchi hanno bisogno di proprietà performanti da abbinare alla compostabilità di un’intersuola biodegradabile. Dopo un diligente processo di sviluppo e di test, siamo ora in grado di fornire ai nostri clienti globali del settore calzaturiero una soluzione di componenti e materiali per l’intersuola biodegradabile e compostabile a livello industriale, competitiva in termini di prezzo e scalabile”.
Con i suoi prodotti, Cirql™ offre così ai marchi di calzature soluzioni complete che affrontano sia la fase di produzione, che quella di fine vita dei materiali per calzature, ponendo l’accento su biodegradabilità, riciclabilità, adattabilità produttiva e scalabilità. Alla fine del ciclo di vita del prodotto, Cirql Zero supera lo standard di compostabilità industriale del 90% di degradazione in 180 giorni. Sarà completamente compostabile nel compostaggio industriale. Una caratteristica distintiva di Cirql Zero è, inoltre, la sua versatilità di produzione. Questa schiuma per intersuola può essere prodotta con la tecnologia di schiuma supercritica (SCF) in un processo in autoclave. Questa flessibilità fa sì che Cirql Zero sia accessibile a un’ampia gamma di produttori, semplificandone l’integrazione nei processi di produzione esistenti e aprendo la strada a una rapida adozione nell’industria calzaturiera mondiale.

Scarpe&Scarpe contro la violenza di genere

Lo scorso 25 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Scarpe&Scarpe ha vinto, con il progetto Scelta D, il premio di Fondazione Libellula “Libellula Inspiring Company 2024” per la categoria Azioni di cura, dedicato alle aziende che intendono valorizzare attività volte a prevenire e contrastare la violenza e la discriminazione di genere dentro e fuori il contesto lavorativo. La premiazione è avvenuta durante l’evento organizzato da Fondazione Libellula presso la suggestiva location del Blue Note di Milano. Scelta D è l’iniziativa di responsabilità sociale di Scarpe&Scarpe a beneficio di D.i.Re, che mette a disposizione 10 posti di lavoro per donne che hanno trovato accoglienza presso i centri antiviolenza dell’associazione. Il progetto desidera offrire un sostegno tangibile, con l’obiettivo di rendere le donne libere e indipendenti.

Ma non solo: Scelta D prevede, oltre all’inserimento lavorativo delle donne, il coinvolgimento dei dipendenti di Scarpe&Scarpe con incontri di sensibilizzazione sulla violenza in tutte le sue forme. Inoltre, le figure maggiormente a contatto con dipendenti sono state coinvolte in incontri di formazione, durante i quali sono state fornite indicazioni volte al riconoscimento di situazioni potenzialmente pericolose.

Lato punti vendita, è in corso una campagna di comunicazione in ognuno dei 136 negozi Scarpe & Scarpe con messaggi all’interno del punto vendita e sulle vetrine, oltre ad essere in corso una raccolta fondi realizzata direttamente ai punti cassa e rivolta a tutti i clienti, che ha già raccolto in 6 mesi circa 130mila euro in tutta Italia. Il 100% di quanto raccolto è donato a D.i.Re.

Chiara Mastrotto a WomenX Impact 2024

WomenX Impact non è soltanto un evento, ma una community punto di riferimento concreto nel mondo dell’empowerment femminile. La quarta edizione, svoltasi a Milano dal 21 al 23 novembre, ha coinvolto i partecipanti attraverso talk, workshop e momenti di confronto.

Ripercorrendo la propria esperienza imprenditoriale, Chiara Mastrotto, Presidente di Gruppo Mastrotto, ha sottolineato come la professionalità e la capacità di uscire dalla zona di confort siano state determinanti nel guidare una trasformazione aziendale, incentrata su innovazione e sostenibilità, fondata su valori ben definiti.

“Siamo un’azienda che negli anni ha imparato ad aprirsi, accogliendo la diversità fino a renderla un elemento fondante – ha spiegato –. Per noi quello che conta è aver creato un ambiente regolato dalla meritocrazia, dove le donne, così come gli uomini, sono giudicate sulla base della loro preparazione e possono intraprendere percorsi di successo.”

Durante il suo intervento, Chiara Mastrotto ha condiviso la sua visione su come l’industria conciaria e il settore della moda debbano crescere da un punto di vista di occupazione femminile, soprattutto nelle posizioni di vertice. Un percorso che Gruppo Mastrotto ha ben chiaro, come testimoniano i dati.

“Mentre a livello nazionale il settore conciario vede solo il 20% di donne occupate, Gruppo Mastrotto si distingue con una percentuale complessiva del 30% di dipendenti donne, che raggiunge il 50% nei ruoli impiegatizi e il 60% nelle posizioni dirigenziali, con una perfetta parità di genere all’interno del Consiglio di Amministrazione. Numeri che non sono legati a programmi particolari, ma il risultato della cultura e dei valori aziendali”.

Infine, un messaggio importante è stato rivolto alle giovani che aspirano a ruoli di leadership: essere coraggiose, porsi obiettivi sfidanti e continuare a imparare. “Quello che mi sento di dire oggi alle donne è di arrivare preparate, vivendo la leadership come donne e non pensare di dover lavorare come farebbe un uomo.”