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Continua a leggere...I modelli 3D che sembrano veri sono sempre più un asset strategico non solo per il marketing, ma anche per l’ambito design e produzione. A quale livello di qualità siamo arrivati? Quanto bisogna investire per utilizzarli?
Settembre 2024
Covision Media è un’azienda tecnologica spin-off della rete Covision Lab, centro di ricerca in ambito di intelligenza artificiale applicata alle immagini, fondato nel 2019. “L’ambizione è quella di portare innovazione tecnologica sul nostro territorio, in Alto Adige (Italia), ma anche di diventare leader a livello internazionale in alcune nicchie specifiche”, spiega Franz Tschimben, CEO e Co-fondatore della società. Covision Media riunisce specialisti di computer vision e machine learning con l’intento di fondere l’Intelligenza Artificiale con la tecnologia di scansione 3D per creare gemelli digitali 3D precisi a partire da oggetti del mondo reale. Come mai avete scelto la nicchia della modellazione 3D?“È un ambito in cui, negli ultimi 15 anni, non si è assistito a particolari avanzamenti tecnologici. Certo, il crescere delle potenzialità computazionali dei computer ha permesso di migliorare le performance visive, ma non c’è mai stato un avanzamento importante dal punto di vista della generazione di massa del modello 3D di altissima qualità. Noi ci siamo concentrati proprio su questo aspetto”.
Chi sono i vostri interlocutori?
“Gli scanner 3D di Covision Media sono progettati specificamente per le aziende che, per i loro prodotti, cercano asset 3D di livello reale, completamente automatizzati e scalabili”.
I momenti di crisi continuano ad avvicendarsi negli ultimi 10 anni. C’è effettivamente mercato per questo tipo di innovazione?
“Oggi la richiesta di una modellazione 3D di qualità per prodotti di livello medio-alto è molto ampia. Il terreno è fertile. Sono diversi i fattori positivi che nutrono il successo crescente di tali tecnologie.
Il primo è aver raggiunto tempi di lavorazione e di realizzazione di un modello 3D accettabili per il mondo industriale.
Il secondo è la possibilità quasi immediata di caricare un modello 3D su uno smartphone, scenario impensabile fino a 3 o 4 anni fa.
Si aggiunga che la pandemia ha portato molte aziende a sentire l’esigenza di disporre di modelli 3D dei prodotti.
Un ulteriore dato positivo è rappresentato dall’interesse manifestato dal mondo della produzione che si è reso conto dei vantaggi offerti dalla modellazione 3D e da una prototipazione virtuale che abbatte i costi e velocizza i processi.
Se fino a pochi anni fa noi lavoravamo esclusivamente con i dipartimenti e-commerce e marketing, oggi abbiamo sempre più a che fare anche con i team di design”.
A cosa serve la scansione di un prodotto e un modello 3D?
“I clienti le usano per alcuni scopi principali. Vengono:
– incorporate in un player web per consentire ai clienti di ingrandire, ridurre e ruotare i beni;
– utilizzate per la realtà aumentata, come le applicazioni di prova virtuale (cosidetto “Virtual Try On”);
– utilizzate per ricavare le tradizionali foto di prodotto 2D dei prodotti dai modelli 3D;
– utilizzate per ricavare brevi video da risorse 3D;
– incorporate in ambienti virtuali e foto e video 2D contestuali;
– diventano parte di esperienze di Realtà Virtuale o di Realtà Mista su piattaforme come Vision Pro di Apple o Quest 3 di Meta.
Quali aziende stanno già puntando su questa tecnologia?“Posso citare alcuni dei nostri clienti, come Adidas e NUREG, il gruppo Inditex con i marchi ZARA, Massimo Dutti, Bershka, e ancora Gore-Tex, La Sportiva, DMT, Dr. Martens e Salomon. Dopo essere partiti dal mondo calzature, che ci sembrava il più promettente, abbiamo espanso gli orizzonti e, oggi, lavoriamo anche con il mondo del gaming o con realtà come Meta Reality Labs”.
Qual è lo stato dell’arte della modellazione 3D?
“Oggi un modello 3D può essere realizzato ‘a mano’ da un dipartimento CGI attraverso la generazione di un modello CAD utilizzato anche per la realizzazione di immagini e filmati attraverso un investimento ingente in post-produzione, senza però che si raggiunga un livello altissimo di qualità. In particolare, non risulta accettabile la “relightability” ovvero la possibilità di inserire il modello 3D in qualunque contesto virtuale (come per esempio un studio fotografico digitale) assicurando un’interazione naturale con le luci scelte in questo contesto virtuale.
L’altra possibilità è quella della scansione di un oggetto reale tramite apparecchi di fotogrammetria che scattano tante immagini in condizioni di luce neutra e costante e poi le assemblano. Anche in questo caso è necessario applicare molta post-produzione per ottenere una resa di buon livello”.
Voi avete trovato una terza via?
“La nostra soluzione misura in modo matematico e scientifico i riflessi della luce sull’oggetto. È l’innovazione più importante che abbiamo sviluppato: riuscire a separare la luce dall’oggetto che viene scansionato. A differenza di altri scanner che si basano solo sulla fotogrammetria, lo scanner Covision impiega una tecnologia avanzata di visione computerizzata e apprendimento automatico in grado di garantire asset 3D riaccendibili con qualità fotorealistica, interazione naturale con le sorgenti luminose virtuali, adattabilità a vari ambienti virtuali e versatilità per foto e video di prodotti di e-commerce.
Abbiamo realizzato 2 prodotti – il DTwin 1 e il DTwin 2 – rispettivamente dedicati alla scansione di oggetti rigidi e deformabili, come borse e abiti”.
Come funziona esattamente un vostro scanner?
“Gli oggetti vengono posizionati staticamente grazie a supporti ‘invisibili’ che garantiscono scansioni 3D accurate e di qualità reale. Lo scanner – dotato di un sistema multi-camera, proiettori e punti luce – acquisisce scansioni sferiche quasi complete in un solo scatto. Con il D-Twin 1, la scansione di un singolo oggetto richiede meno di 12 minuti. Mentre con il D-Twin 2 sono necessari 10 minuti.
Fra i vantaggi del nostro sistema anche quello di non richiedere alcuna esperienza da parte dell’operatore. Due giorni di formazione sono sufficienti per consentire a chiunque di utilizzare i nostri scanner”.
Ad oggi quali sono i punti deboli che la modellazione 3D fatica ancora ad affrontare?
“Riflessioni e trasparenze sono da sempre un tallone d’Achille per la computer vision e la generazione di modelli 3D. Sono caratteristiche che necessitano ancora tanta post-produzione affinché la loro resa sia adeguata. Noi stiamo lavorando anche su questi fattori, sfruttando al massimo le nostre competenze in ambito di intelligenza artificiale, per rendere sempre più automatizzata la resa anche di queste superfici fino ad oggi molto ostiche. In questi casi usiamo, per esempio, le tecniche AI di tipo NeRF, ovvero Neural Radiance Fields, e Gaussian Splatting”.
Quale modello di business state sviluppando?
“I clienti possono comprare o noleggiare i nostri 3D scanner e ogni modello 3D generato ha un costo di circa 100 euro. In più ci muoviamo nella direzione di offrire servizi sempre più ad ampio raggio. Chi non si vuole dotare di una struttura interna può affidarsi ai nostri service di scansione attualmente disponibili in Europa, attraverso la nostra società partner NUREG con sede in Germania, e negli Stati Uniti, con QUAD Inc. Presto arriveremo anche in Asia.
Stiamo sviluppando anche diverse collaborazioni con altre aziende tecnologiche (per esempio, con chi opera nel settore del Digital Asset Management o del Virtual Try-On) per fornire una piattaforma completa di applicazioni della modellazione 3D”.
C’è qualche ingrediente segreto che vi ha permesso di riscuotere il successo che avete ottenuto?
“Credo il team internazionale di professionisti che abbiamo radunato. Una squadra composta da italiani, tedeschi, americani, messicani, nepalesi, indiani. Lavoriamo tutti insieme a Bressanone e i nostri diversi modi di affrontare i temi che trattiamo ci conducono verso soluzioni innovative”.
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