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BARNINI, il futuro della rifinizione è nell’automazione

Intervista a Matteo e Lorenzo Simoni, alla guida dell’azienda toscana specializzata nella produzione di impianti di verniciatura pelli che ha creato una nuova divisione di successo dedicata alla robotica

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Febbraio 2024

BARNINI, il futuro della rifinizione è nell’automazione

Attiva sin dal 1965 la Barnini srl è un importante punto di riferimento mondiale nella progettazione e costruzione di impianti per la verniciatura delle pelli, cui nel tempo si sono aggiunte le presse per la stiratura e stampatura del pellame attraverso il marchio Mostardini acquisito molti anni fa. Il ramo di attività più recente è quello della robotica, sviluppato attraverso la divisione BRS ‘Barnini Robot System’. Di questo e altro ancora abbiamo parlato a fine gennaio con i fratelli Matteo e Lorenzo Simoni, i due giovani manager alla guida dell’azienda meccanica di Castelfranco di Sotto (Pisa) che ha fatto dell’investimento in Ricerca e Sviluppo il proprio punto di forza, puntando ad offrire ai propri clienti soluzioni tagliate su misura ed in grado di ottimizzare lo svolgimento dei processi di lavorazione della pelle.

Avete presentato i vostri primi robot al Tanning Tech 2022 suscitando grande interesse fra le concerie. Da allora avete fatto molta strada…

“Siamo stati i primi a riuscire a far svolgere a dei robot l’operazione di carico pelli sulle macchine, indubbiamente un’operazione ripetitiva e gravosa per i lavoratori. A questo progetto abbiamo lavorato tantissimo, come provano i diversi brevetti che abbiamo depositato, e oggi siamo molto soddisfatti dei risultati fin qui ottenuti, sia tecnologici che commerciali”.

Quali problematiche avete incontrato?

“Il primo prototipo è nato nel nostro laboratorio di Ricerca e Sviluppo per pelli intere per automotive. Con l’esperienza maturata sul primo robot abbiamo potuto soddisfare ulteriori esigenze dettate dal tipo di pelle, dalla morbidezza della pelle e dallo spazio a disposizione. Ad oggi siamo in grado di poter manipolare al meglio i vari tipi di pellame sia su cavalletto che su pianale. La divisione BRS ha inoltre realizzato una linea di spruzzatura robotizzata denominata ART per la verniciatura di pannelli di pelle per il pronto moda. Questo sistema permette rifiniture non possibili su impianti di spruzzatura tradizionali”.

Che tipo di concerie sono interessate ad inserire i robot nel ciclo di lavorazione?

“C’è moltissimo interesse sul mercato, soprattutto da parte delle concerie che producono pelli per automotive dove normalmente si fanno grandi produzioni. I robot utilizzati per caricare le pelli sugli impianti per automotive permettono di liberare due persone a macchina per turno, offrendo dunque un importante risparmio di manodopera. Per tutto il 2023 abbiamo lavorato in esclusiva per la conceria Pasubio che ha chiesto di assorbire tutta la produzione possibile e dove abbiamo fatto tantissima esperienza. Ora ci apriamo al mercato”.

Passando agli impianti di rifinizione, cosa c’è di nuovo?

“Abbiamo installato un nuovo, grande impianto di spruzzatura nel nostro laboratorio interno. Una linea completamente automatica provvista ovviamente di robot per il carico delle pelli, di un sistema di dosaggio automatico del prodotto, di un tunnel di essiccazione a infrarossi con sistema di pulizia corde in continuo, ed infine di un impilatore automatico. Si tratta di una linea che non necessita di personale per funzionare, se non per programmare e impostare il lavoro. Accanto a questo impianto, presto installeremo una grande novità di cui parleremo più avanti”.

Dal vostro punto di vista quali sono le sfide ancora da vincere?

“Da parte nostra puntiamo a sviluppare ulteriormente l’automazione. Fondamentale è tenere sotto controllo tutti i parametri di lavorazione in modo da garantire risultati ripetibili. Al contempo restiamo sempre in ascolto perché un altro tema fondamentale è la customizzazione degli impianti: ogni conceria ha le sue esigenze peculiari in funzione del tipo di prodotto”.

Come è andato il 2023 e come si prospetta il nuovo anno?

“Il 2023 è andato bene: abbiamo registrato una crescita del 15% rispetto al 2022 e un 50% in più rispetto al 2021 ed abbiamo ordini che ci coprono per buona parte di quest’anno. Ma non mancano le preoccupazioni per il futuro, perché la produzione nei principali distretti italiani è rallentata negli ultimi mesi e c’è grande incertezza rispetto all’andamento del mercato internazionale”.

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