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Sempre più rifinizione nel futuro di DERMACOLOR

Nella bellissima sede di Castelfranco, il gruppo dirigente dell’azienda chimico conciaria toscana ci illustra il nuovo corso aziendale, che punta ad offrire al cliente un servizio di assistenza completo dalla fase umida a quella di rifinizione

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Marzo 2024

Sempre più rifinizione nel futuro di DERMACOLOR

Inaugurata un paio d’anni fa, la nuova sede Dermacolor a Castelfranco di sotto (Pisa) è un connubio perfetto di estetica e funzionalità. I circa cinquemila metri quadri coperti che sono stati aggiunti allo stabilimento preesistente sono stati utilizzati per offrire nuovi eleganti spazi di accoglienza, potenziare i reparti produttivi, allargare il magazzino ed ampliare tutti i laboratori di ricerca interni. Non si è trattato di un semplice ampliamento, bensì di una riorganizzazione completa degli spazi che sono stati rivisti in funzione di un rilancio dell’attività a tutto tondo.


Se nella parte aperta ai visitatori, spiccano il grande showroom che ospita l’ultima collezione di pellami per la P/E 25, posto accanto alla modernissima sala riunioni con le sue immense vetrate, nei reparti interni a colpire è l’ampia superficie dedicata ai laboratori applicativi e di analisi che rappresentano il vero cuore dell’azienda.

“Abbiamo ampliato notevolmente lo spazio destinato ai laboratori” spiegano Valentina e Viola Palagini con Andrea e Marco Meucci, i quattro giovani manager che oggi guidano l’azienda nata nel 1981 su iniziativa dei rispettivi genitori. In particolare, è stato ampliato il laboratorio di analisi e addirittura triplicato lo spazio per il laboratorio dedicato ai prodotti di rifinizione. Quest’ultimo è anche il simbolo del nuovo corso aziendale che punta ad offrire alla clientela il pacchetto di assistenza chimica completo, dalla fase umida alla rifinizione. “In questi ultimissimi anni ci siamo dedicati moltissimo alla rifinizione, investendo in un impianto produttivo dedicato e creando una bella squadra di lavoro, fatta di tecnici e ricercatori, che collabora quotidianamente con il gruppo che si occupa della fase umida allo sviluppo di un’articolistica sempre nuova” spiegano i responsabili aziendali.
Sviluppo e ricerca, del resto, sono da sempre i carburanti dell’azienda: Dermacolor è diventata un punto di riferimento fondamentale nel distretto conciario toscano e non solo. Negli ultimi anni, a dispetto della situazione di incertezza che domina nel settore e dell’aumento dei costi delle materie prime e dei trasporti che riduce i margini e desta grande preoccupazione, l’azienda toscana è riuscita a crescere, anche all’estero, raccogliendo i frutti di un’attività svolta sempre con il massimo impegno e grandissima professionalità.

Su cosa punta oggi la ricerca in casa Dermacolor?
“I nostri reparti R&S sono sempre al lavoro per trovare soluzioni innovative che possano soddisfare le richieste del mercato, a partire dall’abbassamento dei tenori di bisfenolo in tutti i nostri tannini sintetici. In linea generale, sia a livello di prodotti di botte che per la rifinizione, stiamo puntando molto sullo sviluppo di prodotti green ad elevata percentuale di componenti bio-based in grado di offrire ottime performance tecniche, in particolare riguardo alla resistenza alla luce e al pvc. E poi cerchiamo sempre di anticipare i problemi, eliminando tutte quelle sostanze che oggi non sono vietate ma che potrebbero esserlo nel futuro, studiando e sperimentando alternative più sicure”.



Da sinistra: Marco Meucci, Viola Palagini, Valentina Palagini, Andrea Meucci

Riguardo alla fase umida della lavorazione delle pelli, quali sono i vostri ultimi successi?
“Senza entrare nel merito dei singoli prodotti, possiamo citare le nuove conce bianche esenti da glutaraldeide che offrono risultati molto interessanti. Molto importante è anche il calcinaio enzimatico con il recupero del pelo che abbatte notevolmente il carico inquinante del processo di depilazione delle pelli. Questa è una vera innovazione che inizia a prendere piede nel settore, anche se comporta un cambiamento delle procedure di lavorazione e quindi richiede tempo per essere accettata e implementata dalle concerie”.

Quali sono invece le ultime sfide nell’ambito della rifinizione?
“In questo ambito la parola chiave è sempre l’upgrade del pellame, un fattore cruciale per il mercato alle prese con una materia prima che non sempre soddisfa le richieste. Qui la ricerca è continua e oggi disponiamo di sistemi mascheranti dei difetti assolutamente trasparenti che lasciano il pellame estremamente morbido”.

Parliamo di certificazioni. A che punto siete?
“In Dermacolor abbiamo a cuore l’impiego di prodotti il più possibile sicuri e ci siamo sempre impegnati a dimostrarlo, adeguandoci prima alle Certificazioni 9001 e 14001, poi al Regolamento Reach e infine ai requisiti di ZDHC. Oggi abbiamo circa 300 prodotti certificati al livello 3 (il più alto) di ZDHC cui ne seguiranno presto altri.

L’esterno della sede Dermacolor
Uno dei laboratori di analisi
Un laboratorio applicativo

Si è iniziato a parlare di LCA dei prodotti chimici, un’altra richiesta che presto arriverà ai produttori di ausiliari chimici da parte delle concerie. Cosa ne pensate?
“E’ un tema complesso. Ovviamente la sostenibilità ha bisogno di dati scientifici per provare la sua concretezza ed evitare le accuse di greenwashing. Da questo punto di vista, lo studio del ciclo di vita dei prodotti chimici (LCA) è uno degli strumenti necessari per calcolare l’impatto ambientale dei pellami. Per questo con UNPAC stiamo partecipando ad un progetto finalizzato a sviluppare un sistema di calcolo della LCA dei prodotti chimici insieme agli esperti di Spin 360. L’idea è di sviluppare uno strumento che ci permetta di fornire questo calcolo senza spendere una fortuna, perché tutte queste richieste finiscono per rappresentare costi aggiuntivi sempre più onerosi per il nostro comparto”.

BOX
Accordo di distribuzione con ICAP Leatherchem

Dermacolor ha appena firmato un accordo di distribuzione con ICAP Leatherchem, azienda di Lainate (Milano) produttrice di una gamma completa di prodotti di qualità quali resine acriliche, poliuretaniche, copolimeri uretano-acrilici, lacche, etc. “Si tratta di un accordo vantaggioso per entrambe le aziende perché noi conosciamo il mercato locale e loro ci permettono di ampliare l’offerta con prodotti che noi non abbiamo, come le resine acriliche e poliuretaniche” spiegano da Dermacolor.

Uno scorcio del laboratorio di rifinizione
La sala riunioni

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