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PU per suole più leggero, medesime prestazioni, non super critico

Con NUCLEOOS, Stemma punta a rivoluzionare le suole in PU abbassandone densità e, quindi, peso, senza rinunciare alle tradizionali prestazioni del materiale e adottando un sistema che si integra con le tecnologie già esistenti in azienda.

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Dicembre 2025

PU per suole più leggero, medesime prestazioni, non super critico
Ettore Bordin e Stefano Pellizzari, proprietari di Stemma

“Immaginiamo un PU leggero come una brezza primaverile ma abbastanza resistente da affrontare qualsiasi avventura”, così BASF ha presentato il suo portfolio di prodotti denominato SpringPURe durante il Simac Tanning Tech di settembre 2025. Lo citiamo perché il tema della leggerezza senza rinunciare alle altre performance è l’argomento centrale di molte delle conversazioni riguardo l’innovazione nelle suole, come riportiamo anche in altre pagine di questo numero. Sulla bocca di molti i processi di iniezione con SCF (Super Critical Foam). Ma ci sono anche altre strade che sembrano offrire vantaggi concreti ed immediati, uno tra questi è certamente il progetto NUCLEOOS di Stemma. Di quale percorso si tratta? Lo spiega Stefano Pellizzari, amministratore delegato dell’azienda trevigiana.

 

Come si potrebbe sintetizzare il progetto NUCLEOOS?

«Il poliuretano espanso per la produzione di suole è una tecnologia ormai consolidata da molti anni. Il processo, da noi sviluppato, permette di realizzare una espansione ulteriore del PU ottenendo intersuole ancora più leggere con estetica e prestazioni eccezionali, integrandosi perfettamente nei processi di stampaggio del poliuretano già esistenti.»

 

Come funziona la tecnologia?

«Alla base di NUCLEOOS c’è una tecnologia che utilizza gas disciolti nei componenti liquidi del poliuretano. L’espansione delle schiume poliuretaniche tradizionali avviene per reazione chimica tra l’isocianato e un agente espandente, solitamente l’acqua.

Introducendo in modo controllato un gas espandente, come CO₂ o azoto, al processo di “espansione chimica” si aggiunge un ulteriore meccanismo di crescita volumetrica, una “Phisical foaming”, un’espansione fisica analoga a quella impiegata nelle tecnologie SCF».

 

Che cosa si ottiene?

«Il risultato sono suole incredibilmente leggere (con densità attorno allo 0,2 g/cm3), ma che mantengono tutte le proprietà tipiche del PU, tra le altre una grande durabilità e resistenza agli agenti esterni. Con i produttori di poliuretano ed in particolare con BASF e HUNTSMAN abbiamo lavorato tantissimo sulla messa a punto dei materiali. Il vantaggio indiscutibile di questa soluzione è che non richiede di cambiare le tecnologie presenti in azienda perché si integra a tutte le macchine Stemma più recenti, comprese quelle dell’iniezione diretta su tomaia.»

 

Altri vantaggi di NUCLEOOS?

«Oltre a quelli già citati, possiamo parlare della maggior semplicità di applicazione di un processo che utilizza l’anidride carbonica o l’azoto allo stato gassoso (e non supercritico) e che permette un’efficienza produttiva di 2 – 3 volte superiore a quello dei processi SCF per iniezione, oltre che un costo stampi nettamente inferiore.»

 

Sussistono vantaggi anche in termini di sostenibilità?

«Intanto possiamo parlare di sostenibilità finanziaria, visto che l’investimento da mettere sul tavolo è minimo rispetto a dover cambiare macchinari e stampi.

A questo si aggiunge un consumo di PU ridotto del 35% e, di conseguenza, un abbattimento anche degli scarti.

Se si considera inoltre che, rispetto all’EVA, il poliuretano mantiene la propria forma e il livello di comfort per un periodo dalle due alle tre volte superiore, diventa evidente come ciò prolunghi sensibilmente la vita utile della scarpa. Una maggiore durata implica un minor numero di sostituzioni e comporta quindi un beneficio tangibile anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale.»

 

Perché intraprendere questo tipo di ricerca?

«Come si diceva, perché il mercato lo richiede. Tutti stanno puntando sulla leggerezza senza che si scenda a compromessi con le prestazioni. Per noi essere riusciti a far convivere leggerezza e resistenza, ha significato aprirsi a nuovi mercati: volevamo andare oltre il work&safety e il militare per dialogare anche con il mondo sportivo e outdoor».

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