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Filiera pelle e tecnologie: analisi e prospettive per il 2025 tra sfide globali e innovazione

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Giugno 2025

Filiera pelle e tecnologie: analisi e prospettive per il 2025 tra sfide globali e innovazione

Le cifre di un settore in difficoltà presentate nell'ultimo report presentato da Assomac durante l'Assemblea del 2025.

Mauro Bergozza, Presidente ASSOMAC

Il 2024 si è configurato come un anno di notevole complessità per l’industria italiana della moda e per la sua intera catena del valore, inclusa la meccanica strumentale. Un quadro macroeconomico globale incerto, caratterizzato da un rallentamento della domanda e da tensioni geopolitiche, ha imposto una frenata significativa a un settore che rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy. L’analisi condotta da Assomac nel suo ultimo report offre una panoramica dettagliata di questa congiuntura, delineando le criticità, ma anche le opportunità strategiche che attendono le imprese nei prossimi mesi, con un’attenzione particolare al comparto delle tecnologie per conceria, calzatura e pelletteria.

UN’OCCHIATA VELOCE AI DATI

 

IL CONTESTO GENERALE: UNA CONTRAZIONE DIFFUSA NELLA FILIERA DELLA MODA

L’intero ecosistema della moda ha risentito della debolezza del contesto economico. Secondo i dati di Federmacchine, il settore dei beni meccano-strumentali italiani ha registrato una flessione del fatturato del 7,4% nel 2024 rispetoo all’anno precedente, attestandosi a 52,5 miliardi di euro. Questo calo è stato determinato sia da una diminuzione dell’export (-4,2% per un totale di 36 miliardi di euro) sia da un crollo delle consegne sul mercato interno (-13,7%), sintomo di una drastica riduzione degli investimenti in macchinari da parte delle aziende (-14,3%).

Le filiere utilizzatrici, a loro volta, hanno subito una contrazione. Il settore moda nel suo complesso ha chiuso il 2024 con un fatturato di 96 miliardi di euro, in calo del 5,3%. A soffrire maggiormente sono stati i comparti “core” della filiera:

·      Conceria: Il settore ha visto il proprio fatturato ridursi del 4,3% e i volumi produttivi calare del 7,6%. Si tratta del secondo anno consecutivo di flessione, influenzato dalla debolezza delle principali filiere clienti (moda, arredo, automotive). L’export, pur con una lieve riduzione (-3%), ha mostrato andamenti disomogenei, con crescite in mercati come Spagna, Germania e Vietnam e cali in USA, Portogallo e Regno Unito.

·      Calzatura: Il 2024 è stato un anno particolarmente difficile per l’industria calzaturiera italiana. Assocalzaturifici riporta una riduzione del fatturato del 9,4% e un crollo della produzione del 16,1%. Dati che hanno avuto un impatto severo anche sul piano occupazionale, con una perdita di quasi 2.800 addetti e la chiusura di 195 aziende (pari al 5,5% del totale).

·      Pelletteria: Anche questo comparto ha registrato un calo significativo del fatturato (-8,9%) e un crollo ancora più marcato della produzione (-22,9%), con una perdita di circa 2.000 posti di lavoro e la chiusura del 3,9% delle aziende. Anche in questo comparto l’export è in flessione (-9,3%).

 

La sofferenza diffusa è alimentata dal rallentamento dei consumi, in particolare in mercati chiave come la Cina, e da un cambiamento nelle priorità di spesa dei consumatori, che cercano un maggior bilanciamento tra qualità e prezzo, anche nel segmento del lusso.

 

FOCUS TECNOLOGIE: LA MECCANICA ITALIANA SOTTO PRESSIONE

Il cuore dell’analisi di Assomac si concentra sul comparto delle macchine per calzature, pelletteria e conceria, che rappresenta il motore tecnologico della filiera. Nel 2024, il settore ha generato un fatturato complessivo di circa 575 milioni di euro, segnando un calo del 12% rispetto al 2023.

Le dinamiche delle esportazioni, che costituiscono la vocazione principale di queste imprese, sono state eterogenee:

·      Macchine per conceria: In controtendenza, hanno registrato un lieve segno positivo (+2,18%), trainate però da commesse specifiche e non da una ripresa strutturale.

·      Macchine per calzatura e pelletteria: Hanno subito un calo significativo dell’export, pari al 19,76%. In particolare, le macchine per pelletteria hanno segnato un drastico -37,84%.

·      Parti di ricambio: Hanno mostrato una riduzione più contenuta (-3,98%), indicando che le attività di manutenzione e assistenza continuano a rappresentare una base solida.

A livello geografico, mentre mercati europei a forte vocazione manifatturiera come Francia (-29,8%), Spagna e Portogallo hanno rallentato, si sono registrate performance sorprendentemente positive in Cina (+35,4%), Vietnam (+142,9%), Brasile (+47,7%) e India (+33,8%). Questi dati, tuttavia, riflettono dinamiche specifiche di investimento in concerie locali o in poli produttivi e non un’inversione di tendenza globale.

Assemblea ASSOMAC 2025

 

LO SCENARIO COMPETITIVO: L’AVANZATA INARRESTABILE DELLA CINA

Nonostante le difficoltà, l’Italia mantiene una posizione di leadership tecnologica, detenendo il 30% delle esportazioni globali di macchinari per il settore. Tuttavia, la competizione internazionale si è fatta più aggressiva. La Cina ha compiuto un balzo impressionante, portando la sua quota di interscambio globale dal 34% al 44% in un solo anno.

La strategia cinese non si basa solo sulle vendite dirette, ma su una politica industriale di espansione e delocalizzazione in Paesi del Sud-Est asiatico (Vietnam, India, Indonesia), dove Pechino consolida la propria presenza con accordi che alimentano la domanda locale di macchinari. Essendo il primo produttore mondiale di calzature, la Cina sta rafforzando il suo ruolo di hub industriale asiatico, mettendo sotto pressione la competitività delle imprese europee, specializzate nei segmenti a più alto valore aggiunto.

 

PROSPETTIVE 2025: INCERTEZZA E NECESSITÀ DI UN CAMBIO DI MARCIA

Le prospettive per il 2025 restano caute e incerte. L’avvio d’anno è stato debole, con un calo degli ordini sia sul mercato interno che su quello internazionale. Mancano segnali concreti di una ripresa dei consumi, fattore che condiziona direttamente gli investimenti in nuovi macchinari da parte delle filiere clienti.

A questo si aggiunge il mancato impatto del Piano Transizione 5.0, una misura pensata per sostenere la doppia transizione digitale ed ecologica ma che, a causa di eccessiva burocrazia e alti costi iniziali, non è riuscita a intercettare le esigenze delle PMI, spina dorsale del tessuto produttivo italiano.

Di fronte a questo scenario, il report Assomac evidenzia alcune direttrici strategiche imprescindibili per la ripresa:

1.      Innovazione Tecnologica Spinta: La vera leva competitiva risiede nell’adozione di tecnologie avanzate. Intelligenza Artificiale per il controllo qualità e l’analisi predittiva, robotica collaborativa per automatizzare le fasi critiche, digital twin per simulare processi produttivi e tecnologie di tracciabilità (blockchain, RFID) non sono più opzioni, ma necessità per rispondere alle normative e alla crescente domanda di trasparenza e sostenibilità dei consumatori.

2.     Aggregazione e Collaborazione: La frammentazione del tessuto produttivo, composto in larga parte da micro e piccole imprese, rappresenta una debolezza strutturale. È essenziale promuovere modelli di collaborazione come reti d’impresa, consorzi e joint venture per condividere risorse, accedere a economie di scala, partecipare a bandi europei e migliorare la visibilità internazionale.

3.     Capitale Umano e Formazione: La trasformazione tecnologica deve essere accompagnata da un investimento nelle competenze. È fondamentale creare percorsi formativi per sviluppare nuove figure professionali con skill digitali, tecniche e orientate alla sostenibilità, favorendo il ricambio generazionale.

4.    Politiche Industriali Mirate: Le imprese chiedono un supporto concreto attraverso un Piano Industriale Straordinario, sia a livello nazionale che europeo. Servono incentivi fiscali mirati, strumenti di supporto all’export e un quadro regolatorio che semplifichi la burocrazia e favorisca la competitività, contrastando il vantaggio di Paesi con normative e sistemi fiscali più favorevoli.

 

La filiera italiana delle tecnologie per la moda si trova a un bivio. La crisi attuale non è solo congiunturale, ma strutturale. La ripresa non dipenderà solo da una ripartenza dei mercati globali, ma dalla capacità del sistema-Paese e delle singole imprese di attuare un profondo cambiamento strategico. L’eccellenza del Made in Italy, fondata su know-how e leadership tecnologica, è un patrimonio da difendere e valorizzare, ma per competere nel nuovo scenario globale servirà un passo deciso verso l’innovazione collaborativa, la digitalizzazione e la sostenibilità.

Assemblea ASSOMAC 2025

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