
TFL presenterà le ultime soluzioni ad ACLE 2025
In mostra a Shanghai una collezione esclusiva di pelli di alta qualità nei colori di tendenza
Continua a leggere...Il progetto, che vede protagonista anche Silvateam, rivoluziona il mondo della concia e offre al settore una via sempre più sostenibile per offrire la pelle come materiale pregiato per i prodotti dei brand.
Luglio 2025
«L’idea di fondo, originata dalla grande tradizione manifatturiera e ingegneristica Giapponese, è che il prodotto sia la manifestazione più eloquente, l’interfaccia più concreta fra l’ingegneria dei materiali e dei processi industriali e il mondo dei consumi. Il punto in cui tutta la conversazione sulla innovazione sostenibile parte. Dal prodotto, infatti, è sempre partita l’innovazione e dal prodotto partirà la rivoluzione sostenibile.»
Così il professor Alessandro Bruni dell’Università di Pisa sintetizza l’essenza del progetto Life I’m-Tan, presentato il 17 luglio a Vinci (Firenze) dopo quattro anni di ricerca e sviluppo. L’evento è stato molto più di una semplice presentazione di risultati: è stato un manifesto per il futuro della pelle conciata al vegetale. Un futuro in cui sostenibilità, performance e scalabilità industriale non risultano antagonisti.
Un castagno centenario e un pezzo di cuoio: ecco due simboli della tradizione conciaria che da secoli si parlano, ma che oggi, grazie alla scienza, possono finalmente capirsi davvero. Il progetto LIFE I’m-Tan – acronimo di “Innovative Modified Tannins” – ha dimostrato che la natura, se supportata da tecnologia e visione industriale, può competere con le soluzioni chimiche più performanti, mantenendo intatta la sua anima green.
Al progetto – finanziato dall’Unione Europea con 1,2 milioni di euro su un budget totale di 2,3 milioni – hanno lavorato diversi partner: Crossing, spin-off dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha sviluppato la chimica dei processi; CRCF ha progettato e gestito l’impianto pilota; Conceria INCAS ha testato la produzione industriale; mentre il Consorzio Aquarno ha analizzato l’impatto ambientale delle acque reflue.
Risultato: lo sviluppo di una nuova generazione di tannini naturali modificati chimicamente (CMNT) che promettono di cambiare le regole del gioco nella concia della pelle.
TANNINI, MA PIÙ INTELLIGENTI
Il progetto, partito nel settembre 2021 e, come si diceva, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma LIFE (LIFE20 ENV/IT/000759), ha avuto un obiettivo chiaro: migliorare i processi di concia e riconcia vegetale attraverso una nuova generazione di tannini naturali chimicamente modificati (CMNT), derivati da castagno e quebracho.
Il cuore dell’innovazione è un processo in due fasi, come spiega Andrea Cassani, BU Innovation Manager di Silvateam: «Prima la purificazione degli estratti naturali, poi la modifica chimica secondo i principi della green chemistry. Il risultato? Tannini più reattivi, più stabili, più performanti. In grado di legarsi meglio al collagene della pelle, di ridurre il carico organico nelle acque reflue e di garantire una palette colori molto più ampia rispetto ai tradizionali tannini vegetali.»
Per gli addetti ai lavori, non è poco. Perché i limiti della concia vegetale – l’impatto delle acque reflue, la rigidità dei pellami, la scarsa compatibilità con prodotti come sneakers e interni auto – sono sempre stati il tallone d’Achille di una tecnologia percepita come nobile ma obsoleta.
DALLA TEORIA ALLA FABBRICA: I RISULTATI CONCRETI
LIFE I’m-Tan non è rimasto un esercizio di laboratorio. Il progetto ha visto la realizzazione di un impianto pilota capace di produrre centinaia di kg di CMNT a settimana e la prototipazione su scala industriale di cinque articoli in pelle, oggi pronti per esseri utilizzati in collezioni di calzature e pelletteria: Parma, Corvara, Water, Kendo MF e Oxide. Tutti testati su 2500 pelli grezze provenienti dalla Nuova Zelanda e passati attraverso i macchinari della conceria INCAS.
Le prove meccaniche e chimiche parlano chiaro: le pelli trattate con CMNT offrono performance superiori alle alternative vegetali tradizionali e riescono, in certi casi, ad avvicinarsi anche a quelle conciate al cromo. Ma soprattutto riducono sensibilmente l’impatto ambientale. I risultati di impatto ambientale delle pelli LIFE l’m-Tan sono eccellenti, mostrando valori significativamente inferiori rispetto ai benchmark, con riduzioni del Global Warming Potential (GWP) comprese tra il 6% e il 25%. Le operazioni di concia quali la riviera, la concia e il post-concia sono fortemente influenzate dall’uso di agenti chimici. La tipologia e la quantità di sostanze utilizzate giocano un ruolo cruciale nel determinare il profilo ambientale del prodotto finale.
Nel caso dell’articolo in pelle per calzatura su Ibrido sintetico-cromo, tutte le categorie di Impatto del LCA mostrano riduzioni significative, comprese tra il 20% e il 78% rispetto al benchmark di riferimento. L’effetto del consumo dei prodotti chimici, parametro che permette di calcolare il GWP, è stato ridotto del 36%.
ACQUE PIÙ PULITE, PELLE PIÙ PULITA
Uno dei punti critici per ogni conceria è la gestione delle acque reflue. LIFE I’m-Tan ha monitorato i parametri chiave confrontando i bagni conciari tradizionali con quelli a base di CMNT. I risultati sono incoraggianti: i nuovi tannini riducono il COD fino al 19% e migliorano significativamente la biodegradabilità.
Interessante anche la strategia combinata: CMNT1, ad alta concentrazione, è più efficace in termini di fissaggio e riduzione del carico chimico; CMNT2, più chiaro, offre maggiore flessibilità cromatica e superiore biodegradabilità. La sinergia tra i due consente un equilibrio ottimale tra estetica, performance e impatto ambientale.
ECONOMIA CIRCOLARE: DAI SOTTOPRODOTTI AL VALORE AGGIUNTO
La solidità scientifica del progetto emerge anche dalle parole di Gustavo Defeo, Direttore Scientifico di CTC ARS Tinctoria: «Il concetto di Good Leather dovrebbe permettere di non lasciare tracce in termini di scarti di produzione, creando articoli in pelle versatili con diverse opzioni di fine vita e favorendo scelte di materiali orientate all’eco-design. I numeri dei tannini I’m-Tan vanno in questa direzione».
Una delle intuizioni più interessanti del progetto è stata la valorizzazione degli scarti: sia quelli generati nella produzione dei tannini, sia quelli derivanti dai ritagli di pelle. Le prove in corso dimostrano che questi materiali possono essere riconvertiti in fertilizzanti biologici o altri prodotti ad alto valore, in un’ottica di circolarità concreta, non solo dichiarata.
A dimostrazione di ciò, il Life Cycle Costing (LCC) ha evidenziato che, a fronte di un piccolo sovrapprezzo (30-40 cent/kg), i CMNT permettono di ridurre i costi generali grazie a minori dosaggi, semplificazioni nei trattamenti e una gestione più efficiente dei reflui.
VERSO L’INDUSTRIA: LA FILIERA È PRONTA?
L’evento di Vinci non è stato solo una celebrazione scientifica. È stato soprattutto un confronto tra attori della filiera: dalle imprese chimiche a quelle conciarie, dalle associazioni di settore ai grandi brand della moda e del design.
Francesco Sapienza, Sustainable Materials & Data Manager di Kering, ha confermato l’interesse del gruppo per alternative sostenibili: «Stiamo riprogettando la nostra attività per continuare a stimolare e ad accrescere la sostenibilità nel futuro, contribuendo al tempo stesso alla trasformazione del settore del Lusso e dando il nostro apporto per vincere le importanti sfide sociali e ambientali della nostra generazione». Continua: «Fin dal 2019 lavoriamo per una supply chain sempre più sostenibile e siamo impegnati nel fondamentale lavoro di ricerca rispetto all’evoluzione dei materiali per un impatto sempre più sostenibile.»
Anche Poltrona Frau conferma la sua strategia orientata alla sostenibilità e legata alla pelle. Daniele Gardini, R&D Leather Manager, spiega: «Non abbandoneremo mai la pelle, che da principio è sostenibile e grazie alle sue qualità assicura durata nel tempo dei nostri manufatti (ulteriore aspetto sostenibile). Come azienda abbiamo deciso di ottimizzare sempre di più e meglio i nostri processi produttivi per ridurre il nostro impatto ambientale. Nei prossimi 5 anni sarà questo il nostro focus. In questo percorso la pelle rimarrà sempre il Principe dei nostri materiali.»
Dal mondo delle calzature, Paolo Bruno, Strategic Advisor di Garsport, offre una prospettiva critica ma ottimista: «Oggi il brand che riesce a capire la spinta e l’opportunità di differenziazione che gli può dare un modello di business sostenibile sul mercato, può veramente pensare di educare il consumatore finale. Ed è esattamente quello di cui c’è bisogno. Sono i brand a dover proporre prodotti sostenibili ai propri clienti e, così facendo, condurli verso un consumo più consapevole.»
Provando ad abbozzare una conclusione: il mercato è pronto, ma servono decisioni coraggiose. La sostenibilità – se reale, misurabile e scalabile – non è più un costo, ma un vantaggio competitivo.
LA PERCEZIONE DEL CONSUMATORE: EDUCARE ALLA SOSTENIBILITÀ
L’analisi Social LCA condotta all’interno del progetto ha rivelato aspetti interessanti sulla percezione dei consumatori. Il 66% dei partecipanti considera la sostenibilità importante o molto importante nelle decisioni d’acquisto, e molti si dichiarano disposti a pagare un prezzo maggiorato fino al 10% per prodotti etici e rispettosi dell’ambiente.
Tuttavia, emerge ancora un divario di conoscenze sui benefici ambientali della pelle, che richiede strategie di comunicazione più efficaci e trasparenti da parte dei brand.
E ADESSO?
Terminato il progetto, ecco una possibile roadmap. Il processo CMNT è stato ingegnerizzato per raggiungere una produzione industriale di 1.700 tonnellate l’anno. Le attività si estenderanno ai tre principali distretti conciari italiani (Arzignano, Santa Croce, Solofra) con l’obiettivo di rendere replicabile e trasferibile la tecnologia in altre concerie europee.
Ma non solo: i CMNT stanno già mostrando potenziale applicativo in settori come l’agricoltura, la nutrizione animale, il food & beverage e la produzione di resine. Una rivoluzione silenziosa ma radicale, che parte da un bosco di castagni per arrivare in un’auto di lusso o in un packaging biodegradabile.
IL FUTURO? È GIÀ QUI.
La sostenibilità vera non è fatta di proclami, ma di dati, processi e scelte industriali. LIFE I’m-Tan ha mostrato che è possibile innovare senza rinunciare all’identità della pelle. Che si può superare la retorica del “naturale” per costruire soluzioni performanti, pulite e replicabili.
Come ha ricordato durante l’evento Fulvia Bacchi di UNIC e Lineapelle: “La conceria è per definizione un settore circolare. Ma oggi non basta più essere riciclatori, bisogna essere pionieri”.
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